Ecco il testo integrale della comunicazione in aula del vicepresidente Mario Tonina, che in molte parti rimanda al Rapporto sullo stato dell'ambiente" redatto recentemente dall'APPA.
"La nona edizione del “Rapporto sullo stato dell’ambiente della provincia di Trento”, redatta dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, è stata pubblicata il 15 dicembre 2020 sul sito web dell’Agenzia. Si tratta di una pubblicazione che la legge provinciale istitutiva dell’Agenzia stessa impone di pubblicare periodicamente, in ottemperanza anche al dettato normativo nazionale e provinciale in materia di diffusione dell’informazione ambientale.
Questa nuova edizione esce – vorrei ricordarlo - a ridosso della nascita del nuovo Governo, all’interno del quale troviamo un Ministero alla transizione ecologica, il primo in Italia con questa denominazione, guidato da un uomo di scienza ma anche di impresa come Roberto Cingolani, fisico di formazione, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia e con esperienze anche in cda di realtà molto importanti. Sottolineo due elementi significativi di questa scelta: innanzitutto il fatto che si parli di ecologia e ambiente come di un processo, una transizione, un andare “verso qualcosa”, perché sappiamo che in sé l’idea dello sviluppo sostenibile è giovane, ha all’incirca 30 anni, pochissimi rispetto al lungo percorso di industrializzazione che l’umanità ha conosciuto negli ultimi due secoli e mezzo; in secondo luogo, che la scelta di una figura come quella di Cingolani contenga una indicazione ben precisa, che è quella di legare sempre più strettamente evoluzione scientifico-tecnologica e sostenibilità ambientale. Non de-sviluppo, quindi, ma sviluppo nuovo, “dolce”, a basso impatto ambientale, fondato su un uso attento e consapevole delle risorse, nonché sull’innovazione continua delle fonti energetiche, della mobilità, dei modi di produrre e di consumare, di utilizzare il suolo e così via. Sono, questi, temi che ritroviamo anche nell’agenda del Ministro alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile Enrico Giovannini, e che saranno oggetto degli interventi dei gruppi di lavoro previsti dal Ministero nel suo Piano per riaprire i cantieri e gestire la quota riguardante le infrastrutture e i trasporti del Recovery Plan, quantificata in 48 miliardi. Si tratta di interventi trasversali, che riguardano gli aspetti normativi, la cooperazione fra gli attori coinvolti, l’efficientamento delle strutture amministrative e la valutazione dell’impatto economico-sociale dei diversi interventi. Questo approccio, costruttivo, concreto, orientato alla programmazione a lungo termine e alla semplificazione burocratica, sintetizza molto bene quello che vogliamo fare anche qui in Trentino. Il Rapporto provinciale va appunto in questa direzione, sforzandosi di condividere i suoi orientamenti con tutti gli attori del territorio: le amministrazioni locali, le imprese, i centri di ricerca e l’università, le scuole, tutti i cittadini.
Quella che emerge dal Rapporto è una situazione ambientale del Trentino complessivamente positiva e in tendenziale miglioramento, con diversi punti di forza, ma anche con alcuni elementi di criticità. Nella gran parte dei casi, le questioni toccate sono anche quelle emerse nel corso degli Stati Generali della Montagna.
Entrando nel merito delle principali tematiche, le buone notizie riguardano, in estrema sintesi, soprattutto la riduzione delle emissioni in atmosfera di tutti gli inquinanti monitorati, la riduzione dei consumi energetici, la diversità e la tutela del consistente patrimonio naturale, la qualità complessivamente buona delle acque superficiali e sotterranee, la contenuta produzione di rifiuti urbani indifferenziati e l’elevata percentuale di raccolta differenziata (pur con le problematiche che sappiamo essere emerse recentemente e che devono rappresentare un’opportunità anche per la sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche, in particolare guardando alla produzione di energia dai rifiuti).
Le principali criticità, invece, riguardano le concentrazioni in atmosfera urbana superiori ai limiti di legge di biossido di azoto e ozono, la qualità delle acque lacustri (complessivamente sufficiente, ma migliorabile), ed in generale la necessità di conciliare nella maniera più avanzata possibile le particolari esigenze poste di volta in volta da fattori quali l’agricoltura, il turismo e la mobilità in ciascun ambito territoriale ed il complesso degli indicatori ambientali. Inoltre la sempre più evidente manifestazione degli effetti del surriscaldamento climatico che ci accomuna agli altri territori dell’arco alpino: aumento delle temperature, progressivo scioglimento dei ghiacciai, fenomeni meteorologici estremi come la tempesta Vaia del 2018 e così via.
Il Rapporto sullo stato dell’ambiente trova la sua principale ragion d’essere nella possibilità di orientare il decisore pubblico; di conseguenza, è anche sulla base di quanto il Rapporto ha evidenziato che la Provincia autonoma di Trento sta conducendo diverse azioni orientate a mitigare le criticità riscontrate:
- a proposito della qualità dell’aria, dopo l’approvazione del nuovo “Piano di tutela della qualità dell’aria”, nel 2018, sono stati avviati due importanti progetti europei di cui la Provincia è partner, il progetto LIFE PrepAir, che mira a rafforzare le misure di tutela della qualità dell’aria favorendo un’azione sinergica in tutto il Nord Italia, e il progetto LIFE BrennerLEC, che ha come obiettivo la creazione di un corridoio a emissioni ridotte lungo il tratto autostradale dell'A22 in Trentino Alto Adige, implementando in via sperimentale sistemi di gestione dinamica del traffico.
- in merito alla qualità delle acque, ricordiamo la recente stipula dell’Accordo di programma per la gestione sostenibile degli effluenti zootecnici al fine di ottenere un miglioramento dello stato qualitativo dei corpi idrici; i lavori in corso per il rinnovo dell’Accordo di programma orientato a migliorare la qualità delle acque nei territori caratterizzati da agricoltura intensiva; la recente istituzione del Tavolo tecnico per la riqualificazione del lago della Serraia.
- nel campo dei rifiuti, va citata l’approvazione, avvenuta alla fine del 2020, del "Piano provinciale di gestione dei rifiuti - stralcio rifiuti speciali con focus sui rifiuti inerti", con l’obiettivo di attuare a livello provinciale il cosiddetto “Pacchetto europeo di economia circolare”, che prevede il ricorso allo smaltimento in discarica dei rifiuti solo in via eccezionale (quindi meno discariche pianificate sul territorio provinciale), la promozione e incentivazione del recupero e riciclaggio dei rifiuti e il rafforzamento dei criteri di localizzazione delle discariche.
- per quanto riguarda infine la tematica clima, sottolineiamo l’approvazione in via preliminare, sempre alla fine del 2020, del programma di lavoro “Trentino Clima 2021-2023”, come atto di indirizzo in vista dell’adozione di una “Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici”. Il documento è ora sottoposto alle valutazioni degli Enti di ricerca della Provincia, in particolare FEM, FBK e Università di Trento, per la definizione di un programma di strategie coordinate e condivise fra tutti i soggetti che operano a diverso titolo nell’ambito della definizione di misure di mitigazione e di adattamento.
Obiettivo di fondo di tutte le azioni citate è, come dicevamo, quello di concorrere alla realizzazione in Trentino di uno sviluppo effettivamente sostenibile. Il tutto traducendo su scala locale quanto previsto dall’Agenda 2030 dell’ONU, approvata nel 2015, che costituisce a tutt’oggi il piano di azione globale per la promozione dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni strutturali: ambientale, economica e sociale. I principi e gli obiettivi dell’Agenda 2030 hanno portato il Governo Italiano a adottare nel 2017 la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
La Provincia autonoma di Trento, tramite la stipula di un Accordo con il Ministero per l’Ambiente e la tutela del mare, ha a sua volta avviato la procedura per la definizione della Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS).
Il percorso avviato dal Trentino porterà all’approvazione definitiva, entro il maggio, della Strategia provinciale, e poi alla sua attuazione. In questo momento – e qui anticipo un punto che ritornerà più avanti nella mia relazione - è in corso la fase cosiddetta partecipativa, attraverso la raccolta di idee, pareri, opinioni, osservazioni critiche, progettualità, da parte di tutti i soggetti del territorio. Le tappe precedenti sono state:
- nel 2018 è stato istituito con delibera il Tavolo interdipartimentale. L’obiettivo principale del Tavolo è garantire la trasversalità e la condivisione delle tematiche trattate e collaborare all’elaborazione di un documento di Strategia Provinciale condiviso.
- con la delibera 2024 del 13 dicembre 2019 è stato approvato il documento di posizionamento che restituisce la fotografia della Provincia autonoma di Trento rispetto ai 17 goal dell’Agenda 2030 dell’ONU e ai 52 obiettivi della Strategia nazionale. Il documento è stato elaborato in stretta collaborazione con Dipartimenti provinciali competenti per materia e con ISPAT che ha dato il suo supporto nella selezione di un insieme di indicatori statistici che descrivono il posizionamento del Trentino nel confronto con altri territori italiani. L’analisi contenuta nel documento di posizionamento, ha messo in luce punti di forza e debolezza del sistema provinciale rispetto agli obiettivi di sostenibilità e ha permesso di individuare alcuni “ambiti” più rilevanti per la definizione della SproSS. Partendo dal concetto di integrazione delle tre dimensioni già ricordate (sociale, ambientale, economica) è stato individuato un set di 20 obiettivi provinciali di sviluppo sostenibile, nell’ambito dei 5 obiettivi prioritari della programmazione europea, definendo così le 5 aree strategiche della SproSS: per un Trentino più intelligente, più connesso, più verde, più sociale e più vicino ai cittadini. Si ricorda che la declinazione dell’Agenda 2030 è una delle cosiddette “condizioni abilitanti” per l’accesso ai fondi europei 21-27. Risulta quindi evidente come la declinazione a livello locale degli obiettivi di sostenibilità sia centrale per la definizione degli strumenti di pianificazione strategica e finanziaria provinciale, anche in funzione della predisposizione dei piani per l’accesso ai fondi europei previsti nei rinnovati strumenti della programmazione europea 21-27.
- il 14 dicembre scorso la Giunta ha approvato il Documento preliminare della SproSS, al termine della raccolta dei contributi di tutte le strutture della Provincia competenti, di cui dicevamo. La raccolta delle proposte si è svolta parallelamente alla definizione delle politiche e degli interventi prioritari da inserire nel Documento di Economia e Finanza Provinciale 21-23, con il chiaro obiettivo di coordinare gli interventi previsti dai documenti di programmazione strategica e finanziaria provinciale con quanto previsto nella Strategia.
- il Documento preliminare – lo avevo anticipato poco fa - è ora sottoposto al processo partecipativo, tenendo conto purtroppo delle misure di prevenzione imposte dal COVID 19. Gli attori del percorso partecipativo restano quelli definiti nel documento di posizionamento ossia: associazioni e cittadinanza, categorie economiche, sindacati e ordini professionali, amministratori locali e i giovani studenti (scuole superiori e università). Parallelamente saranno chiamati a contribuire al documento di Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile gli enti del sistema PAT, UNITN e organismi del Consiglio provinciale competenti per ciascuno dei 20 obiettivi di sostenibilità provinciale. Si prevede di concludere la fase partecipativa entro aprile 2021, per arrivare come dicevamo all’approvazione della Giunta provinciale della SproSS entro il mese di maggio 2021.
La SproSS ha un arco temporale di dieci anni. Propone quindi una visione di lungo periodo all’Amministrazione provinciale, normalmente costretta a programmare su cicli molto più brevi, che hanno come termine massimo i cinque anni di una legislatura. Sviluppo sostenibile, lo ricordiamo, significa anche questo: guardare al futuro, alle nuove generazioni, al di là delle necessità, dei bisogni e degli interessi più immediati. La SproSS costituirà dunque un punto di riferimento per la programmazione provinciale futura, e alle sue visioni e proposte dovranno guardare e attingere via via, nei prossimi anni, tutti gli strumenti programmatori, dal PSP al DEFP, ai piani di settore.
E’ chiaro che, proprio per queste sue caratteristiche globali, è una sfida che impone al Trentino anche di stabilire delle connessioni e delle alleanze, a partire dai territori che presentano problematiche simili, quelli dell’arco alpino. Da qui all’importanza di un’azione efficace, forte, condivisa, anche a livello Euregio, con l’Alto Adige /Südtirol e il Land Tirol, e con le altre regioni dell’arco alpino in seno ad EUSALP. Niente è facile o scontato, lo abbiamo visto anche in questi giorni di pandemia, dove a volte i territori hanno fatto scelte diverse. Ma l’obiettivo a cui tendere deve essere, necessariamente comune. Qui e, aggiungo, anche a Bruxelles.
Mi sembra importante in chiusura accennare anche ad un altro documento significativo, di recente diffusione, il rapporto sullo stato del paesaggio Ricerca sulle dinamiche di urbanizzazione e sul consumo di suolo in Trentino. Edizione 2020. Ritorno quindi brevemente su un tema che ho già affrontato recentemente in quest’Aula, quello relativo al consumo di suolo, un tema su cui ritengo fondamentale aprire un confronto con le nuove amministrazioni comunali. La nuova edizione del Rapporto rappresenta un affidabile riferimento per una più efficace azione di monitoraggio dei fenomeni di trasformazione paesaggistica e insediativa che interesseranno in futuro il territorio trentino. Da un lato l’attenzione è rivolta alle aree fortemente antropizzate, che il vigente Piano urbanistico provinciale classifica come: insediamenti storici, aree urbanizzate recenti, aree produttive, cave e reti di mobilità. Allo studio di queste aree la ricerca affianca quello sul consumo di suolo, con riferimento al monitoraggio realizzato dal Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (SNPA-ISPRA) alle cui attività l’Osservatorio del paesaggio partecipa, su mandato dell’Agenzia provinciale per l’ambiente.
Se lo studio delle aree fortemente antropizzate ha una prevalente finalità paesaggistica e urbanistica, l’approfondimento dei fenomeni di consumo di suolo ha come principale obiettivo il monitoraggio delle trasformazioni che incidono sulla copertura fisica dei suoli, in termini di artificializzazione, impermeabilizzazione e conseguente perdita di funzionalità ecologica. Le aree fortemente antropizzate rappresentano quindi quelle parti del territorio interessate agli insediamenti e alle reti infrastrutturali, comprese anche le aree verdi quali, ad esempio, i parchi, le zone sportive e gli spazi privati di pertinenza degli edifici. Il suolo consumato coincide invece, in termini più fisici e diretti, con le superfici che presentano una condizione evidente di artificialità che ne determina l’impermeabilizzazione.
Le analisi di livello locale mostrano spiccate condizioni di variabilità tra le diverse aree della provincia, fornendo spunti interessanti per la definizione di strategie future di gestione del territorio e sollecitando in alcuni casi, una riflessione critica sui modelli insediativi in atto e sulle prospettive di sviluppo programmate. Ovviamente il territorio provinciale ha subito dal Secondo dopoguerra una trasformazione radicale della propria struttura insediativa e paesaggistica. La progressione degli incrementi delle superfici insediate registrata negli ultimi 50 anni o poco meno è stata superiore al 190% segnalando andamenti mai verificatisi nella storia del Trentino.
Più rassicurante pare essere l’andamento del dato relativo alla superficie insediata per abitante che, dai 320 mq/ab stimati per il 2004 risulterebbe essere sceso nel 2019 al valore di circa 307 mq/ab. Emerge qui una positiva inversione di tendenza nel rapporto tra la crescita delle superfici insediate e gli andamenti demografici, rispetto a quanto registrato negli anni precedenti al 2000. Ciò parrebbe testimoniare la ricaduta positiva delle politiche di programmazione urbanistica attuate nel tempo recente, con riferimento in particolare alle iniziative orientate all’affermazione di tipologie insediative meno estensive e al recupero e alla riconversione del patrimonio edilizio esistente.
Se da un lato le misure via via adottate, sembra stiano lentamente producendo effetti positivi – ma il loro impatto sarà più visibile sul medio e lungo periodo – dobbiamo nondimeno, come trentini, continuare a non ritenerci soddisfatti, al fine non solo di non abbassare la guardia ma anche di porci obiettivi sempre più ambiziosi. Il futuro, del resto, anche alla luce di quanto possiamo prevedere per la stagione post-pandemica, non potrà che guardare con favore a quei territori che sapranno coltivare caratteristiche di integrità, sicurezza, salubrità, qualità della vita. Un territorio montano in salute e caratterizzato da dinamiche di sviluppo attente e sostenibili, sarà un territorio in cui è bello vivere, soggiornare, lavorare, quindi un territorio che ha vinto la sua battaglia contro lo spopolamento e che ha saputo assolvere, responsabilmente, anche ai suoi doveri nei confronti degli altri".