Lunedì, 24 Maggio 2021 - 17:18 Comunicato 1253

Successo per gli spettacoli e i progetti culturali organizzati dal Centro Santa Chiara
Post Covid: la rinascita del Trentino passa anche dalla cultura

Grande successo e partecipazione nel rispetto delle norme anticontagio, ma soprattutto segnale di ripartenza e di speranza per il futuro, questo fine settimana per alcuni eventi culturali che hanno visto protagonista la recitazione e la danza: il Teatro Sociale, infatti, ha ospitato i giovani solisti e primi ballerini dell’Opéra di Parigi, tempio mondiale della lirica e del balletto, mentre al Teatro Auditorium, il regista e premio Oscar, Luc Jacquet, firmava “Contatti - Storie di mare e piccole terre”, un lavoro visionario di teatro multimediale, prodotto dal Centro stesso: in scena, artisti di chiara fama come il noto attore Dario Vergassola, il direttore d’orchestra Maurizio Dini Ciacci, la pianista Isabella Turso, il rapper Dargen D’Amico e la cantautrice Marquica. "Dalla stagione InDanza.21 del Centro Santa Chiara, riparte il rinnovamento stesso del Centro: il pubblico ha risposto molto bene alle proposte, segno importante della voglia di rinascita post pandemia che mostra il Trentino", ha detto l'assessore alla cultura Mirko Bisesti. "Il Centro Santa Chiara avrà un ruolo sempre più significativo nel valorizzare tutto il territorio provinciale nelle sue espressioni culturali, le ricche tradizioni, i suoi talenti, nell'ottica di una collaborazione creativa, stimolante e altrettanto virtuosa con le altre prestigiose istituzioni della Provincia , come il Mart, il Muse, il Museo degli usi e costumi della gente trentina, l’Università e la Fondazione Bruno Kessler, ma anche con il ricchissimo mondo dell’associazionismo, del volontariato e quello dell’imprenditoria" ha precisato Bisesti.
“È tempo di rinascita, finalmente, dopo un anno drammatico a causa della pandemia, e il Trentino è tornato a volare sulle ali della fantasia e della creatività, grazie a dei progetti culturali che intendono fare da volano alla ripartenza sociale, economica e turistica di tutto il territorio provinciale", ha detto Sandra Matuella, vice presidente del Centro Santa Chiara.

"Venerdì scorso, durante l’inaugurazione della meravigliosa mostra del Mart dedicata a Botticelli, Vittorio Sgarbi ha indicato Rovereto come la capitale europea della cultura: in una ideale sfida virtuosa a fare sempre di più e meglio, come responsabile del Centro Santa Chiara, il principale ente provinciale dello spettacolo dal vivo, rilancerei subito indicando anche Trento come perfetta capitale d’Europa, poiché in contemporanea all’inaugurazione del Mart, a Trento si svolgevano ben due  eventi di respiro internazionale" ha sottolineato ancora Matuella.

Da quest’anno, tra l'altro, la direzione artistica della stagione di danza è stata affidata a Renato Zanella, coreografo delle star del balletto, ad iniziare da Roberto Bolle che è considerato il più grande danzatore del mondo. Il Maestro Zanella, inoltre, ha diretto diversi importanti teatri nazionali come l’Opera di Vienna, l’Arena di Verona e attualmente anche il Teatro Nazionale di Lubiana. La stagione di danza firmata da Zanella ha aperto, e non solo metaforicamente, le danze allo spettacolo dal vivo in Trentino, lo scorso  14 maggio con la compagnia del coreografo franco-algerino Hervé Koubi, con un balletto di forte impatto, sospeso tra danza hip hop, acrobazie e ritualità ancestrali, che ha registrato il tutto esaurito: un segnale questo, incoraggiante per tutto il mondo del teatro, perché indicativo del desiderio del pubblico di tornare in sala, a patto naturalmente, che le proposte siano eccellenti, o comunque di grande impegno e rigore sia formale che di contenuti.

Quanto ai primi ballerini e ballerine dell’Opéra, è curioso notare che dopo un anno di inattività a causa dell’emergenza sanitaria, il loro ritorno in scena non è avvenuto a Parigi, bensì sul palco del Teatro Sociale di Trento, davanti ad un pubblico attento, preparato, che per due serate  ha salutato le giovani étoile capitanate dal loro “fratello maggiore” Alessio Carbone, con un entusiasmo ed un calore degno di un grande concerto rock. Questo evento come anche “Le storie di mare”,  ha richiamato in teatro un pubblico composto da più generazioni, dalle giovanissime aspiranti ballerine delle scuole di danza trentine, a tante famiglie e anziani: uno spettacolo, quindi, che, come è giusto che sia, favorisca il dialogo tra più generazioni, e in particolare tra i giovani e le persone anziane, che nel dramma del Coronavirus sono le due generazioni che hanno sofferto di più.

(sil.me)


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