Lunedì, 22 Febbraio 2016 - 11:58 Comunicato 280

Decisione della Giunta su proposta dell'assessora Sara Ferrari
Politiche giovanili: approvato il nuovo atto di indirizzo e coordinamento

Approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell’assessora Sara Ferrari, il nuovo atto di indirizzo e coordinamento delle politiche giovanili provinciali. L’atto – che aggiorna l’intera materia, a quasi 10 anni dal varo della legge provinciale sulle politiche giovanili - sarà in vigore fino al termine della legislatura e potrà essere aggiornato annualmente. Fra le novità principali: una più forte integrazione fra i diversi soggetti che operano nel campo delle politiche giovanili, con al centro le Comunità di valle ed il territorio; l'enfasi sulla valutazione, processo che accompagna tutta l’azione progettuale e che viene realizzato in forma di rete (networking); una più stretta collaborazione regionale con le politiche giovanili della Provincia autonoma di Bolzano. Al centro degli interventi vi saranno ancora i Piani Giovani, ma anche il Cohousing e i Centri giovani. Particolare rilevanza sarà assunta inoltre dagli interventi in favore dell'occupazione e dal servizio civile.

A 10 anni dal loro avvio, si è reso dunque necessario riconsiderare il settore delle politiche giovanili in Trentino, per valorizzarne i punti di forza e correggere quelli eventualmente più deboli. La riflessione generale che si è via via sviluppata, e che ha coinvolto la Commissione permanente del Consiglio provinciale, ha portato alla stesura dei nuovi indirizzi. Il documento individua linee di continuità con il passato ma anche di discontinuità. In particolare, dovrà essere completato l’impianto istituzionale previsto nel 2007, soprattutto per quanto concerne la creazione di un apposito Nucleo di valutazione.
Le quattro priorità individuate nel documento corrispondono ad altrettanti obiettivi che la comunità trentina si dà e che mirano a favorire il protagonismo giovanile:
- crescita (far aumentare nel giovane la fiducia in se stesso, favorire l’autorealizzazione, accompagnare la transizione verso l’età adulta);
- responsabilità (intesa come l’acquisizione della consapevolezza di essere parte di una comunità, che si traduce nell’esercizio, da parte del giovane, di una cittadinanza attiva);
- potere (i giovani devono essere messi nella condizione di potersi costruire il futuro con le proprie mani;
- autonomia (i giovani vanno aiutati ad essere indipendenti e responsabili verso se stessi).
Ad esse si accompagneranno azioni concrete che riguarderanno diversi settori di intervento tra cui: istruzione e formazione, occupazione, imprenditorialità, salute e benessere, partecipazione, volontariato, inclusione sociale, giovani nel mondo, creatività e cultura.
Attenzioni specifiche saranno riservate a due snodi-chiave: l’occupabilità dei giovani e il servizio civile volontario.

Il documento prosegue esaminando le diverse linee di intervento, fra continuità con il passato ed innovazione, in particolare: Piani giovani di zona e d'ambito, Percorsi tematici unificanti (a iniziativa diretta della Provincia), cohousing (progetti di coabitazione, pensati per la fase di distacco del giovane dalla famiglia e di acquisizione di una maggiore autonomia); Centri giovani, che dovranno diventare veri punti focali della realizzazione delle politiche giovanili sul territorio, oltre che spazi di innovazione e sperimentazione; sportello giovani, con funzioni informative e di coordinamento rispetto a tutte le politiche provinciali che riguardano trasversalmente i giovani.

Lo sforzo principale ha riguardato però, come già detto, la definizione di un nuovo modello di governance, ovvero di un sistema organizzativo che punta ad integrare e a regolare l’azione di una pluralità di attori (Provincia, Comunità di valle, Tavoli delle politiche giovanili e così via), mettendo al centro il territorio, la comunità.
La nuova architettura potrà contare sull’azione di input di due organismi “trasversali”, il Nucleo di valutazione e l’Osservatorio sulle politiche giovanili. L’obiettivo centrale è quello di trasferire maggiore potere ed autonomia a livello territoriale, in una logica sussidiaria, trasformando le Comunità in soggetti in grado di formulare politiche concrete ed integrate nel campo giovanile. In questo modo sarà favorita la sinergia dei Piani giovani con altri strumenti programmatori e pianificatori, quali ad esempio il Piano territoriale, il Piano sociale e le Pianificazioni annuali dei distretti famiglia. I singoli Piani giovani potranno anche dialogare con altri soggetti ed altre politiche che si intrecciano con quelle rivolte specificamente ai giovani (istruzione e formazione, lavoro, imprenditoria giovanile, politiche abitative).
La nuova governance inoltre privilegerà l’attività di valutazione, intesa non come misurazione svolta solamente ex post, ma come un’azione continua di networking che si svolgerà anche ex ante ed in itinere per offrire agli attori la possibilità di misurarsi con il loro operato e di aggiustare il tiro in relazione a specifiche esigenze che possano nascere via via.

(mp)


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