Sabato, 27 Maggio 2023 - 20:32 Comunicato 1625

Più denaro e maggiore supporto ai paesi in via di sviluppo per la transizione climatica

Serve immettere più denaro nella transizione climatica altrimenti non si raggiungeranno gli obiettivi prefissati. Il vicepresidente del Fmi (Fondo Monetario Internazionale) Bo Li ha ben chiare le azioni che i paesi del mondo devono mettere in campo per affrontare la transizione climatica. Dialogando a palazzo Geremia con l’ex ministro dell’economia Giovanni Tria, Li ha spronato il settore pubblico e privato a supportare i paesi in via di sviluppo per una maggiore giustizia e per evitare ulteriori problemi di inquinamento che rallenterebbero il raggiungimento degli obiettivi.
FESTIVAL DELL'ECONOMIA La finanza per la transizione climatica Nella foto: interprete, Bo LI Data 27 maggio 2023 Luogo:PALAZZO GEREMIA- Sala di rappresentanza [ Michele Lotti Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Dopo aver spiegato il ruolo e il lavoro del Fmi al fianco dei paesi membri nella transizione climatica, Li ha illustrato le azioni necessarie per rendere più efficace la transizione climatica. “Ci sarebbe bisogno di investire tanto denaro – ha ammesso – e grandissimi investimenti anche solo per raggiungere gli obiettivi prefissati entro 2050 come quello delle emissioni zero. Le stime sostengono che ogni anno a livello globale bisognerebbe investire dai 4 ai 6 triliardi di dollari per raggiungere entro il 2050 i target per gli aspetti di mitigazione e adattamento. C’è però un divario enorme tra gli investimenti necessari e quelli effettivamente fatti. A oggi gli investimenti ammontano meno di 1 triliardo l’anno ed è chiaro che non stiamo riuscendo a raggiungere obiettivo. Una lacuna che racchiude un’enorme sfida per quanto riguarda il supporto all’adattamento e transizione verso un futuro più green e questa lacuna è ancora maggiore per i paesi in via di sviluppo. Un problema che deve essere affrontato dai paesi industrialmente più avanzati per due motivi: primo per una questione di giustizia.

I paesi in via di sviluppo non hanno inquinato ma stanno soffrendo le conseguenze dell’inquinamento, quindi dovrebbero ricevere un maggiore supporto verso questa transizione; in secondo luogo se non li sosteniamo, continueranno a inquinare, diventeranno tra i maggiori agenti di inquinamento mondiale, ed entro il 2030 saranno responsabili di oltre il 66% delle emissioni globali di CO2”.

Infine, Bo Li auspica un coinvolgimento dei privati nella transizione climatica: “Lavoriamo anche per globalizzare i capitali privati – ha concluso - perché i fondi pubblici sono limitati e c’è bisogno capitale privato per gli investimenti nella transizione. Alcuni paesi dell’Africa, del Sud America, così come la Banca Mondiale e il Fmi stanno lavorando moltissimo in questo senso, ma è necessario trovare nuovi modi di rendere attrattivi questi paesi per gli investimenti privati”.

(pt)


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