Venerdì, 01 Marzo 2019 - 10:48 Comunicato 399

C'erano circa 170 persone l'altro giorno nell’aula magna FEM per fare il punto sulle più recenti ricerche
Piccoli frutti, alla giornata tecnica focus su avversità e qualità organolettiche

Il coleottero antonomo della fragola, la Drosophila suzukii e l’agrobatterio del mirtillo: sono queste le problematiche al centro della 6° Giornata tecnica sui piccoli frutti che l'altro giorno ha attirato più di 170 persone nell’aula magna della Fondazione Edmund Mach a San Michele all’Adige. Con gli esperti si è parlato inoltre di coltura fuori suolo, diffusa negli areali con caratteristiche di terreno non idoneo, di qualità organolettica e del contenuto nutrizionale di mora, lampone, fragola e mirtillo, oltre a un focus sulla realtà dell’Alto Adige. Alcuni agricoltori hanno seguito l’appuntamento in diretta streaming sul canale FEM.

“Il settore dei piccoli frutti è un segmento importante per l’agricoltura trentina: pur rappresentando una porzione limitata in termini di superficie, infatti, l’indotto è rilevante”, ha spiegato in apertura il direttore generale della Fondazione Mach, Sergio Menapace. “FEM, attraverso l’attività di sperimentazione e ricerca, il breeding di mirtillo e lampone, e la consulenza per i produttori che ne fanno richiesta, risponde alle problematiche della filiera con soluzioni tecniche alternative alla chimica sia per le emergenze fitosanitarie sia per le esigenze delle nuove aziende che si avvicinano a queste colture”, ha aggiunto.

Di seguito le sintesi delle relazioni presentate durante la giornata tecnica moderata da Tommaso Pantezzi, responsabile dell’Unità frutticoltura e piccoli frutti FEM.

Mirtillo fuori suolo, dimensioni dei vasi e dati di produzione. Negli ultimi anni è stato manifestato interesse per la produzione del mirtillo gigante americano anche in areali non idonei dal punto di vista delle caratteristiche litologiche dei suoli, come la Val di Non. Per questo si rende necessario un substrato di coltivazione fuori suolo, tecnica innovativa per la realtà trentina, dove la pianta poliennale viene tradizionalmente coltivata in piena terra mentre l’esperienza del fuori suolo fino ad ora infatti si limitava prevalentemente alla fragola e al lampone. Secondo le indagini FEM il substrato più indicato a questo scopo deve essere dotato di buona capacità di ritenzione idrica e mantenere il più a lungo possibile la sua struttura iniziale. Inoltre, i primi risultati delle ricerche mostrano una correlazione positiva tra la dimensione del vaso per il fuori suolo e i dati vegeto- produttivi.

Breeding e tecniche analitiche al servizio della qualità dei piccoli frutti. Il consumo di piccoli frutti è in crescita in Europa. Più il consumatore inizia a conoscerli e ad apprezzarli, più alto diventa il rischio che l’offerta non soddisfi categorie qualitative apprezzabili. Uno dei problemi che affligge la filiera ortofrutticola è infatti la costante diminuzione della qualità dei prodotti della grande distribuzione percepita dai consumatori. Perciò parte della ricerca scientifica sui piccoli frutti svolta da FEM è orientata al miglioramento qualitativo, sia tramite i nuovi piani di breeding finalizzati alla proprietà organolettiche, sia tramite lo sviluppo di tecniche analitiche e di conservazione sviluppate su misura per ciascuna specie. Il primo obiettivo della ricerca applicata in questa direzione è stato di sviluppare nuove metodologie di analisi per una determinazione oggettiva della qualità del frutto incentrate, in particolare, sull’analisi della texture e dell’aroma.

Trappole di cattura massale contro l’Antonomo della fragola. L’Antonomo (Anthonomus rubi Herbst) è un Coleottero Curculionide dannoso per fragola, lampone e mora coltivati. Negli ultimi anni in alcune aziende trentine il danno è andato oltre una considerevole asportazione dei boccioli, interessando anche rosure a carico dei frutti sin dalle prime fasi di ingrossamento fino a maturazione completa, causando un deprezzamento commerciale del prodotto, con conseguente aumento della perdita economica complessiva legata all’attività del fitofago. Attacchi di Antonomo sono stati riportati in aziende situate in diverse zone del Trentino (Drena, Valle di Sole, Val Rendena, Altipiano di Pinè). Nella stagione 2018 FEM ha testato l’efficacia di alcuni tipi di trappole per cattura massale: il modello ottimale è caricato con un liquido di cattura a base di una soluzione di acqua e tensioattivo, con risultati di cattura migliori qualora impiegata sul suolo.

Controllo biologico di Drosophila suzukii con specie autoctone di Drosophillidae. Dal 2009, anno del primo ritrovamento in Trentino, tecnici e ricercatori FEM si sono attivati per individuare e catalogare i parassitoidi indigeni in grado di attaccare specie autoctone di Drosophillidae sul territorio trentino. Le specie risultate più comuni sono state indagate in laboratorio e in semi-campo per accertare e quantificare una loro eventuale capacità di parassitizzare anche diversi stadi (larve e pupe) della specie aliena. I risultati di queste prove preliminari hanno consentito di individuare nell’Imenottero Diapriidae Trichopria drosophilae, un parassitoide pupale, l’organismo candidato ad essere allevato a livello commerciale per inoculi massivi in pieno campo, allo scopo di integrare le popolazioni naturali e cercare di aumentare l’effetto di controllo sul carpofago. Nella stagione 2018, inoltre, è stato messo a punto un prototipo di “augmentorium”, struttura concepita per incrementare le popolazioni locali di parassitoidi, tra i quali T. drosophilae.

Agrobatterio del mirtillo, l’importanza delle analisi diagnostiche. Agrobateriium tumefaciens è un patogeno che colpisce numerose specie vegetali (oltre 600) fra cui anche i piccoli frutti. Nel corso del 2018 sono state individuate anche in Trentino piante colpite da questo patogeno. La virulenza delle specie patogene di Agrobacterium è dovuta dalla presenza di elementi genetici mobili, i plasmidi, indispensabili al batterio per portare a termine il processo patogenetico culminante nella formazione di tumori o radici avventizie. La profilassi mediante analisi diagnostiche di materiale sintomatico ed asintomatico (rispettivamente, in campo ed in vivaio) è importante. Le strategie di difesa integrata, infatti, sono utili a limitare i danni e la disseminazione, ma non riescono ad eliminare il batterio che, una volta presente nel suolo, difficilmente può essere eradicato.

Piccoli frutti in Alto Adige, i dati dalla Val Martello. In provincia di Bolzano la superficie coltivata da piccoli frutti è piccola e si trova soprattutto ad alta quota su campi ripidi, inadatti per la coltivazione delle colture principali (meleti, vigneti), come la Val Martello, con una superficie totale di 164 ettari. La coltivazione di fragole in quell’area però è decrescente a causa della stanchezza del suolo, causata da un periodo lungo senza rotazione colturale adatta. 

Sergio Menapace, direttore generale FEM; Tommaso Pantezzi, responsabile Unità frutticoltura FEM



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