
A tracciare una panoramica generale riguardo al tema proposto, è stato Riccardo Giudice, delegato tecnico nazionale di Croce Rossa. Ed è una panoramica variegata, come le possibilità per i sanitari di fare attività di volontariato. In Italia sono circa 500-550 i medici e poco più di un migliaio gli infermieri che svolgono attività di volontariato in Croce Rossa. In Trentino operano in seno alla CRI circa 70 sanitari, per il 90% infermieri, e per il restante 10% medici. La figura del sanitario è ovviamente molto richiesta in particolare nelle situazioni di emergenza, ma anche nel campo della protezione civile e nelle campagne di prevenzione e formazione.
Che cosa frena un maggior apporto di personale sanitario al volontariato? Innanzitutto, il carico di lavoro a cui i sanitari sono già sottoposti, e che si somma per molti alle responsabilità in seno alla famiglia. Tutto ciò va visto alla luce di un altro concetto ritornato più volte nel corso dei lavori: il servizio offerto dal volontariato non deve essere di qualità inferiore rispetto a quello che verrebbe offerto da servizi non basati sul volontariato. In altre parole, non basta avere un po' di tempo a disposizione di tanto in tanto e la volontà di "fare qualcosa". L'impegno richiesto per operare in seno a una realtà come la Croce Rossa è considerevole e il servizio deve essere prestato sempre al massimo delle proprie possibilità. Solo eccezionalmente si ricorre all'apporto di volontari anche temporanei, per affrontare situazioni particolarmente difficili e impegnative. E' stato questo il caso della pandemia, quando la Croce Rossa ha "aperto" a personale temporaneo agganciato all’Azienda sanitaria per coadiuvare lo sforzo nelle campagne di vaccinazione.
Fra le sfide recenti affrontate da Croce Rossa, invece, l'accoglienza, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, di pazienti del settore psichiatrico, accolti in una struttura protetta di Levico. Un intervento che ha posto naturalmente difficoltà importanti, per la gestione di tutte le problematiche, sanitarie e non, e per l’assistenza continua prestata agli utenti.
Capitolo a parte quello delle responsabilità giuridiche, di cui ha parlato Nicola Canestrini. Quand'è che un medico, un infermiere ma anche un volontario devono intervenire, anche in circostanze estemporanee (ad esempio una persona sconosciuta che si sente male in treno), e se lo fanno cosa rischiano? Il primo dovere del soccorritore - ha spiegato l'avvocato trentino, anche presidente della scuola di soccorso cinofilo - riguarda la propria sicurezza, che va sempre tutelata. Per il resto, nel dubbio si interviene, anche se magari si è volontari da solo un giorno. Il che è ragionevole, naturalmente. Ma qual è la responsabilità verso terzi? Si distingue fra responsabilità civile e penale. Riguardo alla prima, i volontari di Croce Rossa sono coperti da assicurazione. Diverso è il caso della responsabilità penale, ovvero quando si può commettere un reato (ad esempio lesioni personali colpose, lesioni cioè causate involontariamente dal volontario per ragioni di negligenza, imprudenza o imperizia). Qui non c’è assicurazione che tenga. La responsabilità penale infatti è sempre personale .