Sabato, 10 Settembre 2016 - 20:24 Comunicato 1892

Perché e come si diventa una smart city?

A confronto le esperienze di realtà diverse che hanno colto una sfida necessaria per il futuro

Essere una smart city può voler dire cose diverse a seconda se stiamo parlando di una città metropolitana come Milano, di un comune capoluogo di medie dimensioni come Trento, di un paese come Pegognaga. Questo il tema centrale della tavola rotonda che ha visto protagonisti Chiara Maule, assessore del Comune di Trento, Dimitri Melli, sindaco del Comune di Pegognaga e Piero Pellizzaro del Comune di Milano.

Declinazioni diverse di un percorso comune e ormai quasi obbligato, dal momento, come ha ricordato la moderatrice Clara Fresca Fantoni introducendo la tavola rotonda, la progressiva urbanizzazione della cittadinanza chiede con forza una nuova organizzazione delle città e crescenti domande di servizi e di messa a disposizione di soluzioni tecnologiche.

L'assessore Maule ha individuato due punti caratterizzanti del percorso che Trento ha iniziato per essere riconosciuta e diventare sempre più smart: la semplicità, la semplificazione dei procedimenti che spesso rendono difficoltosa la vita dei cittadini, e la partecipazione delle persone al cambiamento, sollecitata da un'amministrazione che si mette in ascolto e che accompagna i suoi cittadini in un percorso di miglioramento della qualità della vita che passa anche attraverso un'innovazione della pubblica amministrazione. In questo senso ha ringraziato la città per la positiva risposta che sta dando all'avvio della Trento Smart City Week, una innovativa presentazione in piazza di servizi e proposte smart, esempio per il percorso che si vuole continuare in futuro.

Il sindaco Melli ha illustrato il percorso che negli ultimi sette anni ha portato Pegognaga a diventare un esempio di buone pratiche per quanto riguarda l'innovazione, individuando nella competitività il risultato principale delle diverse azioni intraprese nel progetto Pegognaga Digitale e ricordando il ruolo da protagonisti dei suoi dipendenti nel costruire Il Comune su misura.

Per Milano, come ha raccontato Piero Pellizzaro, il concetto di smart city è stato declinato in sharing city, ovvero una città che condivide, che punta alla connettività tra area urbana e periferie, con una serie di progetti che hanno coinvolto la dimensione urbanistica, con il recupero a nuovi utilizza di spazi abbandonati, la mobilità, il risparmio energetico.

Al termine dell'incontro la professoressa Barbara Poggio, dell'Università degli studi di Trento, ha presentato i risultati di un lavoro di ricerca che ha evidenziato come sia fondamentale, in un'azione partecipata di cambiamento, non dimenticare, ma anzi valorizzare le diversità esistenti nella comunità, a partire da quelle di genere.



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