Al progetto concorrono altri sei partner: Nature 4.0 (Italia), Deutsche GeoForschungsZentrum (Germania), EOLAB (Spagna), Philipps-Universität Marburg (Germania), National Institute for Laser, Plasma and Radiation Physics (Romania), ed il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR, Italia).
La fusione dei dati ottenuti con questo dispositivo, denominato Remotrees, con quelli ottenuti dalle immagini satellitari permetterà di migliorare i modelli computazionali per mappare lo status delle foreste, favorendone una gestione più sostenibile e massimizzandone il sequestro di carbonio.
Loris Vescovo, ricercatore dell’Unità di Ecologia Forestale della FEM e coordinatore del progetto Remotrees, spiega che “grazie alle nuove tecnologie, realizzeremo uno strumento che servirà a raccogliere dati di grande interesse sia per il mondo della ricerca forestale che per la European Space Agency e la NASA, le quali sono alla ricerca di reti permanenti per validare ed interpretare le proprie immagini satellitari".
A causa dei cambiamenti climatici molte foreste, anche in Trentino, stanno conoscendo fenomeni di stress e di degrado che vanno monitorati. “Le foreste -prosegue Vescovo- sono un ecosistema che pensiamo di conoscere molto bene essendo che in alcune regioni, come il Trentino e la Liguria, esse coprono ben due terzi del territorio. In realtà, l’origine del nome indica invece il contrario: il latino “foris stare” sta per “stare al di fuori”, inteso come “lontano dai centri abitati” e “sconosciuto”. L’etimologia suggerisce che, di fatto, molte aree forestali sono poco accessibili e raggiungibili in molte ore (in alcuni casi estremi, giorni) di viaggio dalle città, come nelle zone subartiche e ai tropici. Di conseguenza- sottolinea Vescovo- risulta necessario monitorarne lo stato di salute e come reagiscono ai cambiamenti del clima”.
(sc)
Nella foto i boschi della valle di Cembra, uno dei siti mondiali previsti nel progetto Remotrees