Sabato, 12 Ottobre 2019 - 14:01 Comunicato 2512

Paris, velocità massima

Dominik Paris, tra pubblico e privato. Il discesista azzurro si è raccontato in un Auditorium Santa Chiara gremito oggi al Festival dello Sport. Risposte brevi ma sempre incisive, come la sua sciata, alle domande dei giornalisti della Gazzetta. «Domme», terzo sciatore italiano per numero di vittorie dopo Thoeni e Tomba, ha raccontato il suo feeling con la velocità delle specialità della discesa libera e nel SuperG dello sci alpino, ma anche l’epoca festaiola della sua carriera, quando aveva 22-23 anni, la voglia di cimentarsi, nella stagione che sta per partire, anche in Gigante, per fare un pensierino alla classifica generale di Coppa del Mondo: «Se gareggi solo nelle discipline veloci è più difficile, perché ci sono meno gare e se salta una tappa, non si recupera».

Camicia, bianca, jeans e cappellino, sornione, Dominik Paris, 30 anni, carabiniere della Val d’Ultimo nazionale di sci, vincitore della coppa del mondo di SuperG, ha messo in mostra nell’intervista, condotta da Simone Battaggia, le stesse qualità che sfodera in pista: controllo, naturalezza, divertimento. Assente per motivi personali Aksel Lund Svindal, altro uomo-jet, che doveva dialogare con lui. Ma nel corso della mattinata Dominik è stato affiancato sul palco dall’atleta cui ha sfilato il titolo di miglior discesista azzurro, l’intramontabile Christian Ghedina, e dalla straordinaria Sofia Goggia. Sarà difficile, per Paris, fare meglio dell’anno scorso. Mancherà, nel circo bianco, il cannibale Marcel Hirscher, ritiratosi sulla cresta dell’onda: «Era il più forte e tecnicamente si poteva sempre imparare qualcosa da lui – ha osservato Dominik – ma per quanto riguarda i risultati, beh, non ci mancherà… Non so se sia nato il suo erede. Certo non sarà facile trovare uno come lui».
Nel tempo libero Domme ama stare con la famiglia, giocare a calcio (ma solo dalla primavera in poi: «Se mi faccio male posso recuperare») e soprattutto si dedica alla musica, con la sua band, composta da altri tre amici: «La musica mi libera la testa». Il genere vira al metal e Domme canta con voce aggressiva (come ha potuto constatare il pubblico in sala, grazie a un filmato). La maggior parte delle canzoni le scrive nelle pause tra una gara e l’altra, in giro per il mondo: «Ma sono più nervoso sul palco che in pista, perché se scio so cosa devo fare, fin da bambino». Le amicizie nel circuito di Coppa del mondo? «Sono amico dello svizzero Feutz. Anche lui viene da una valle sperduta come la mia…». «I record sono fatti per essere battuti» ha riconosciuto Christian Ghedina, prima di Paris il discesista italiano più vincente di sempre. «Di Dominik – ha aggiunto Ghedina – mi piace che parla poco e agisce tanto». E poi Sofia Goggia. Sia lei che Paris hanno spiegato che le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina (con gare anche in Trentino) del 2026 sono troppo lontane per dire se ci saranno, e lo sci uno sport troppo imprevedibile. La fatica dei vincenti è conciliare vittorie, allenamenti, pressione mediatica, impegno con gli sponsor e attenzione ai tifosi: «Cerco l’equilibrio, ma non ho ancora trovato la formula perfetta» ha detto la Goggia, che ha aggiunto: «Lo sci ad alti livelli non comporta sacrifici. Allenarsi tanto è una scelta, per me un piacere». Mentre Paris ha ammesso che qualche allenamento estivo in palestra può essere pesante, e che quando ha capito che doveva rinunciare a qualche distrazione ha passato alcuni mesi in malga.



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