Il confine tirolese durante la Grande Guerra, fra lo Stelvio e il Tonale fu quello che si caratterizzò per gli scontri e i presidi posti alle quote più elevate, mediamente a 3.000 metri. Accanto alle difficoltà imposte dal conflitto, i soldati che presidiavano le cime dei ghiacciai dovettero fare i conti con le condizioni meteorologiche di un fronte di alta montagna. In questa zona Punta Linke fu dunque uno dei centri principali.
Il riscaldamento globale e il conseguente scioglimento repentino dei ghiacciai alpini ha portato all'affioramento di numerosi resti in questa zona, poco sotto la cima del Monte Vioz. In collaborazione con il Museo "Pejo 1914-1918 La guerra sulla porta", l'Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento è intervenuta nel corso del 2009 per un intervento d'urgenza finalizzato al recupero di manufatti ormai fuoriusciti dalla coltre glaciale ed esposti al saccheggio e al degrado.
Le successive campagne di scavo hanno avuto come obiettivo non solo il recupero dei reperti, ma anche quello di mettere in luce il contesto del sito di Punta Linke. Il metodo adottato è stato quello dello scavo di tipo archeologico, che garantisce una raccolta accurata e una documentazione di tutto ciò che emerge dal ghiaccio. I laboratori di restauro della Soprintendenza hanno avuto il compito di coordinare e condurre interventi conservativi sugli oggetti recuperati.
A Punta Linke il ghiaccio ha conservato il sistema di apprestamenti connessi alla presenza della teleferica. L'intervento di ricerca archeologica ha portato al recupero di moltissima suppellettile, alla completa restituzione della baracca della teleferica, all'interno della quale è stato riposizionato il motore diesel di fabbricazione tedesca, e alla messa in luce del tunnel, scavato in parte in permafrost e in parte in roccia, che permetteva di operare in sicurezza nell'ultimo tratto della teleferica che portava al "Coston delle barache brusade"
Le indagini hanno restituito dati importanti sulla vita in guerra a quelle altitudini e ora permettono di realizzare un itinerario di visita di grande impatto emotivo che consente il contatto fisico con gli ambienti e con i materiali che videro lo svolgersi di quei drammatici eventi.
È da sottolineare l'estrema complessità di questo tipo di contesti e l'imprescindibile necessità di intervenire su di essi con competenze molteplici che mettono in campo ambiti d'indagine e di tutela e valorizzazione diversi. Prima di tutto, il contesto ambientale, di grande fascino ma caratterizzato da condizioni vicine all'estremo. Per questo motivo sono state coinvolte le Guide alpine del Trentino che hanno permesso che i lavori del cantiere si svolgessero con la necessaria sicurezza. Inoltre, al fine di ricostruire la storia glaciale, geomorfologica e paleoambientale del sito di Punta Linke, insieme agli archeologi ha lavorato una equipe di glaciologi delle Università di Pisa, Roma, Milano- Bicocca e Padova, da anni impegnati in area alpina ma anche in attività di ricerca nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide.
A documentazione delle attività svolte dal 2009 al 2013 è stato realizzato il film "Punta Linke. La memoria", diretto dal regista Paolo Chiodarelli e prodotto dalla Provincia autonoma di Trento e da SAP Società Archeologica di Mantova, presentato all'ultima edizione del Trento Film Festival.
Per informazioni:
Museo "Peio 1914-1918 La Guerra sulla porta"
Tel. 348 7400942 – museopejo@virgilio.it
Rifugio "Mantova" al Vioz
Tel 0463 751386 –info@rifugiovioz.it
Guide alpine del Trentino
Tel 0461 981207 – info@guidealpinetrentino.it
-