Giovedì, 07 Febbraio 2013 - 02:00 Comunicato 314

I nuovi trentini sono il 9,5% dei residenti; il Rapporto evidenzia un calo degli arrivi
PRESENTATO IL RAPPORTO SULL'IMMIGRAZIONE IN TRENTINO

Sono 50.708, all'inizio del 2012, i cittadini stranieri residenti in Trentino. Poco meno di una su dieci, tra le persone che abitano in provincia di Trento, è di nazionalità non italiana. Infatti, l'incidenza degli stranieri sulla popolazione residente è del 9,5%. Oltre un quarto (26,5%) della popolazione immigrata è rappresentato da cittadini comunitari. I dati emergono dal Rapporto annuale 2012 sull'immigrazione in Trentino del Cinformi, presentato stamane presso la sala conferenze della Facoltà di Economia, nel capoluogo. Alla presentazione hanno partecipato, fra gli altri, i curatori del Rapporto Maurizio Ambrosini (Università di Milano), Paolo Boccagni (Università di Trento), Serena Piovesan (area studi Cinformi) e Nando Sigona (School of Social Policy – University of Birmingham).-

L'aumento dei residenti immigrati in Trentino rispetto all'anno 2010 è del 4,3%. Si tratta dell'incremento relativo più modesto degli ultimi anni. Dunque anche in Trentino, come nel resto d'Italia, a causa del persistere della crisi economica, la dinamica di crescita del numero di cittadini immigrati è notevolmente rallentata, soprattutto per quanto riguarda i nuovi flussi migratori dall'estero. Anche i dati dell'anagrafe trentina sul movimento naturale e migratorio degli stranieri segnalano il sensibile calo degli stranieri iscritti dall'estero, nonché l'incremento delle cancellazioni dall'anagrafe per effetto di un trasferimento in altre province italiane (e in misura minore di una dichiarazione di ritorno in patria).
Per quanto riguarda le provenienze delle prime comunità dei "nuovi trentini", al primo posto si collocano i cittadini originari della Romania con 9.393 presenze, seguiti da quelli dell'Albania con 7.122, del Marocco con 4.886, della Macedonia con 3.364 e della Moldova con 2.880 presenze. Tra le presenze degli immigrati in Trentino prevale la componente femminile, con il 52,3% del totale.
Rispetto alla distribuzione territoriale, la popolazione straniera in Trentino si è da subito caratterizzata per un insediamento diffuso, che investe sia le aree urbane sia quelle rurali e montane. Ancora oggi, i territori in cui gli stranieri sono relativamente più numerosi corrispondono non soltanto alle aree urbane di Trento e Rovereto, ma anche al bacino dell'Alto Garda e alla Valle di Non. Oltre la metà dei residenti stranieri in provincia si distribuisce lungo l'asse dell'Adige, tra la comunità rotaliana, l'area urbana di Trento e il territorio della Vallagarina. Spicca il comune di Trento, dove risiede circa un quarto degli stranieri iscritti alle anagrafi comunali del Trentino.
L'età media della popolazione straniera in Trentino è oggi di appena 31 anni, a fronte dei 42 della generalità della popolazione. Il 20,2% rientra nella classe 0-14 anni, il 24,2% nella classe 14-39 anni, il 34,1% nella classe 30-44 anni, il 18,7% nella classe 45-64 anni e solo il 2,8% nelle fila degli ultra-sessantacinquenni.

Permessi di soggiorno
Per quanto riguarda i permessi di soggiorno rilasciati nel corso del 2011, continuano a pesare maggiormente quelli per motivi di lavoro (50%), seguiti da quelli per famiglia (40,2%). Sei cittadini stranieri su dieci (59,9%), nell'ambito dei non comunitari, risultano oggi titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo (ex carta di soggiorno).

Le seconde generazioni tra gli stranieri in Trentino
Sono 896 i bambini stranieri nati in Trentino nel 2011, il 17% circa del totale dei nuovi nati in provincia. Che 17 nuovi nati su 100 corrispondano, anche in Trentino, a figli di stranieri, è forse il segnale più incontrovertibile delle prospettive di permanenza stabile di gran parte degli immigrati di oggi. In alcune aree del territorio provinciale – in particolare tra gli abitanti di Trento, Rovereto, Riva e Arco – è classificato come "straniero" un nuovo nato su cinque.

Dalla stabilizzazione familiare all'acquisizione della cittadinanza italiana
Nelle richieste di ricongiungimento familiare, la graduatoria vede nelle prime posizioni i flussi migratori dalla Moldova e Pakistan. Nel 2011 sono state 435 le richieste di ricongiungimento familiare in Trentino e 314 i famigliari ricongiunti. Le acquisizioni di cittadinanza sono calate nel 2011 del 12%, attestandosi a quota 547. Si conferma il peso, ormai predominante, del canale della naturalizzazione (ossia della cittadinanza per residenza, 68,2%), rispetto all'acquisizione della cittadinanza italiana via matrimonio (31,8%). Un quinto del totale dei nuovi cittadini italiani è originario del Marocco. Seguono i cittadini di Albania, Romania e Tunisia.

I matrimoni misti
Nel corso del 2011 i matrimoni con almeno uno degli sposi straniero celebrati in Trentino sono stati 266, mentre un numero di poco inferiore – 238 – corrisponde a matrimoni con almeno uno degli sposi residente in Trentino. Si tratta, in gran parte dei casi, di unioni di rito civile. I matrimoni stranieri hanno inciso per il 15,4% sul totale dei matrimoni celebrati in provincia. Prevalgono le nozze con sposo italiano e sposa straniera, a paragone di quelle tra sposi stranieri e italiani, o tra coniugi entrambi stranieri.

I processi di integrazione locale: casa, scuola, salute
Al primo semestre del 2011, in Trentino le istanze di alloggio pubblico presenti nella apposita graduatoria erano 7.532. Poco meno della metà di queste era riconducibile a cittadini non comunitari. La quota media di assegnazioni a favore degli stranieri risulta nell'ordine del 10% del totale, in linea con il loro peso demografico. Per quanto riguarda il contributo integrativo per l'affitto, nel secondo semestre 2011 le domande presentate in graduatoria erano 3.302, provenienti da cittadini comunitari per il 52% del totale. La quota delle istanze ammesse a beneficio è pari a circa il 91% tra i richiedenti comunitari e all'87% tra i richiedenti non comunitari. Nel caso, invece, della locazione di alloggi pubblici (secondo semestre del 2011), le nuove domande in graduatoria erano 6.388, riconducibili a cittadini comunitari per il 54% del totale. Risultavano ammesse a beneficio l'11% circa delle istanze presentate da cittadini comunitari, e una quota pari al 5% delle domande di cittadini non comunitari.

La presenza nel sistema scolastico
Nell'anno scolastico 2011/2012 i giovani stranieri nel sistema dell'istruzione provinciale sfiorano le 9.500 unità. L'incremento complessivo rispetto all'anno scolastico precedente è del 6,5%. La quota di studenti stranieri ha superato l'11% del totale. Complessivamente un alunno con cittadinanza non italiana su due è nato in Italia. L'Europa rappresenta da sola il 58% degli alunni con cittadinanza straniera, il Maghreb il 21,7%, mentre Asia e centro-sud America, rispettivamente, il 10,7% e il 6,7%.

I servizi socio-sanitari: accesso e fruizione
Sono quasi 52mila gli stranieri iscritti al sistema sanitario provinciale trentino a metà del 2012. I ricoveri registrati nel 2011 sono 7.100 (7,8% del totale), al netto di quelli per parto. Per quanto riguarda l'accesso al Pronto soccorso, il peso della popolazione straniera ha raggiunto il 15,3%.

La cittadinanza economica
Il perdurare della crisi economica non è senza conseguenze per l'impiego di lavoratori immigrati nell'economia trentina. L'ISTAT stima che 2.700 fra di essi siano in cerca di lavoro e la Provincia autonoma di Trento ne conteggia più di 1.000 tra i lavoratori posti in mobilità. D'altra parte, nel 2011 l'occupazione immigrata sul territorio, sempre secondo le rilevazioni ISTAT, è aumentata dell'11%, e anche le assunzioni sono lievemente cresciute rispetto al 2010.
Le assunzioni di lavoratori stranieri in provincia di Trento continuano a rappresentare un terzo del totale: un dato analogo a quello di Bolzano, tale da collocare le due province ai vertici della graduatoria nazionale. Gran parte delle assunzioni si riferiscono ad attività stagionali: quasi tutte quelle del settore agricolo, in cui gli immigrati stranieri forniscono ormai più di tre assunti su quattro, e una parte di quelle del terziario, dove un assunto su quattro proviene dall'estero, con particolare riferimento al comparto turistico alberghiero.
Nell'insieme, neppure in tempi di recessione il sistema occupazionale trentino sembra orientato a rinunciare ad assumere lavoratori stranieri. Ogni dieci stranieri assunti in Trentino, quattro sono rumeni. L'agricoltura fa segnare un certo incremento, arrivando a incidere per un terzo sui valori complessivi. L'industria invece, dopo aver recuperato nel 2010 parte del terreno perduto nel 2009, torna a ridurre il numero degli assunti, a causa soprattutto dell'indebolimento dei fabbisogni del settore delle costruzioni.
I servizi invece confermano un andamento positivo, ma più modesto del 2010. Per contro il lavoro domestico anche nel 2011 fa registrare un netto incremento. Nell'ambito domestico, i dati riguardanti il periodo 2008-2010 evidenziano una presenza di 3.414 lavoratrici straniere e 761 italiane. Per quanto riguarda invece i lavoratori e le lavoratrici italiane, il fenomeno del ritorno al lavoro domestico come risposta alla crisi non appare confermato: si coglie un modesto incremento nel 2009, che si spegne nel 2010.
Il lavoro interinale, malgrado la crisi economica, è tuttora rifornito in Trentino in misura molto considerevole da lavoratori immigrati, che incidono per circa il 40% (ma quasi il 50% nell'industria).
La concentrazione degli immigrati in occupazioni e settori faticosi e sgraditi comporta come conseguenza una maggiore esposizione al rischio infortunistico. Degli oltre 10.000 eventi infortunistici all'anno, più di 2.000 riguardano lavoratori stranieri. Più di un infortunio sul lavoro su cinque riguarda dunque un lavoratore straniero: 21,3% del totale.
Malgrado il contesto economico sfavorevole, il lavoro autonomo continua ad attrarre i lavoratori immigrati residenti in Trentino, così come del resto avviene a livello nazionale. Al 30 settembre 2012 si sono registrati 2.414 titolari di imprese nati all'estero, aumentati di poco rispetto allo scorso anno (+1,7%). L'aumento interessa tutti i comparti, tranne le attività manifatturiere, più esposte all'andamento del ciclo economico. Le costruzioni, malgrado la crisi, rimangono il settore più interessato dalla partecipazione di immigrati in qualità di lavoratori autonomi, con quasi 1.000 titolari. Nel commercio, invece, i titolari immigrati sono più di 600. Nell'insieme i due settori raccolgono quasi i due terzi delle ditte con un titolare nato all'estero. Per quanto riguarda le componenti nazionali, spiccano marocchini, albanesi e rumeni. (ac)

All: il rapporto -