Giovedì, 05 Aprile 2012 - 02:00 Comunicato 874

Oggi lo ha approvato la Giunta provinciale, su proposta dell'assessore Ugo Rossi
PARTE IL PROGETTO DOMICILIARE ALZHEIMER

Un progetto sperimentale per assistere a domicilio gli anziani malati di Alzheimer, coordinato dall'Azienda provinciale per i Servizi sanitari in collaborazione con le Cooperative sociale 'Spes' di Trento e 'La Casa' di Rovereto: è quanto approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi. Le statistiche indicano infatti sempre più l'Alzheimer come una delle malattie del futuro: la popolazione europea sta progressivamente invecchiando e si sta modificando il tessuto sociale delle famiglie, sempre più strette fra le cure prestate ai bambini e l'assistenza agli anziani. L'aumento della longevità, infatti, si è tradotto anche in un incremento mai precedentemente raggiunto delle persone affette da demenza, sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo: si stima che nel mondo oggi vi siano oltre 30 milioni di persone affette da demenza, con circa 4,5 milioni di nuovi casi all'anno. La prevalenza in età specifica della demenza si raddoppia quasi ogni 5 anni, passando dall'1,5% nelle persone di fascia di età compresa tra i 60 e i 69 anni, al 40% nei novantenni. In Italia la prevalenza di tutte le demenze nella popolazione di età compresa tra i 65 e gli 85 risultata di oltre il 6%. In Trentino gli anziani ultra 65enni nel 2010 rappresentavano il 19,3% della popolazione, quindi circa 100.000 persone: si può dunque stimare in circa 6-7.000 gli anziani affetti da demenza, in forma più o meno grave, con circa 10 nuovi casi all'anno per ogni persona over 65.-

"Il futuro ci pone una sfida forte nel comparto welfare - commenta l'assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi -. Due sono le direttive su cui lavorare: da un lato allentare le pressioni che arrivano sulle famiglie e, sempre più spesso, sui singoli, dall'altro rendere il sistema sostenibile: possiamo rispondere non solo con servizi, ma anche con progetti, ricerca e prevenzione".
Il progetto approvato oggi dalla Giunta provinciale si muove proprio in questa direzione e intende promuovere un servizio di assistenza a domicilio di sollievo, a favore di 40 anziani affetti da demenze, al fine di ritardare una loro istituzionalizzazione. La durata sarà di nove mesi da aprile a dicembre 2012.
La malattia di Alzheimer - che prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che per la prima volta nel 1907 ne descrisse i sintomi - è una patologia progressiva, tuttora inguaribile seppure curabile. Essa ha, in genere, un inizio subdolo: le persone cominciano a dimenticare alcune cose, per arrivare al punto in cui non riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e hanno bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. E' la forma più comune di demenza senile, uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali che implica serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane. Il decorso è caratterizzato dalla presenza di sintomi cognitivi quali perdita di memoria, disorientamento spaziale e temporale, confusione, agitazione, aggressività, insonnia, allucinazioni, deliri e sintomi funzionali che portano progressivamente alla perdita totale delle abilità funzionali della vita quotidiana. In media i pazienti possono vivere fino a 8-10 anni dopo la diagnosi della malattia.
Questi anziani fragili necessitano costantemente di osservazione e assistenza, finalizzate a mantenere quanto più possibile l'anziano a casa e a fargli recuperare l'autonomia possibile, nonché a prevenire e ritardare il peggioramento del danno funzionale. E in questo senso la risorsa più importante nell'assistenza ai malati sono proprio i familiari: si stima che circa l'80% degli anziani affetti da demenza siano assistiti a domicilio da una rete familiare.
"È necessario che le istituzioni investano su di loro in modo efficace, perché i numeri ci dicono che questa sarà la malattia del futuro, con cui dovremo fare i conti - prosegue l'assessore provinciale Ugo Rossi - ma per farlo è necessario indagare i loro bisogni, per questo abbiamo avviato un progetto sperimentale e flessibile, appoggiandoci su due enti che già hanno maturato esperienza in questo campo. Il monitoraggio ci consentirà di raccogliere nell'arco di nove mesi informazioni giornaliere sui pazienti, sul contesto di vita, sui familiari".
Quaranta gli anziani coinvolti, selezionati all'interno di un range di 60 persone, 20 residenti nel Comune di Trento e 20 nella Vallagarina. I soggetti erogatori di servizi saranno, quindi, le Cooperative sociali 'Spes' di Trento e 'La Casa' di Rovereto, quest'ultima anche capofila del progetto e referente per l'Azienda provinciale per i Servizi sanitari.
Il progetto domiciliare ha la funzione di favorire il mantenimento, l'integrazione e l'eventuale reinserimento dell'utente nel proprio contesto sociale, attraverso interventi mirati a stimolare il mantenimento delle funzionalità personali necessarie alla vita autonoma, incentivare il recupero di funzionalità latenti o parzialmente deteriorate, compensare la perdita di funzionalità necessarie alla gestione della vita quotidiana, valorizzare la solidarietà familiare ed extra-familiare, nonché prevenire la solitudine e l'emarginazione con particolare attenzione nel periodo estivo, nel quale vi è minore presenza dei familiari e di persone di riferimento. Diversi gli interventi che si prevedono: cura della persona e dell'igiene, confezione dei pasti, lavaggio e stiratura della biancheria, cura dell'ambiente, accompagnamento per la spesa o per visite mediche ed ha la finalità di garantire un'adeguata qualità della vita e di sostenere il recupero dell'autonomia nella gestione personale e familiare. I servizi che rientrano nel progetto sono quindi:
assistenza domiciliare mirata, fino a un massimo di 15 ore settimanali: il servizio dovrà prevedere la cura della persona, la cura dell'ambiente, il confezionamento dei pasti, il sostegno nella vita quotidiana, il sostegno ai familiari con maggior attenzione ai bisogni primari della persona;
assistenza domiciliare di tregua: il familiare che assiste il coniuge o il genitore anziano o altro congiunto, spesso rinuncia ad una propria vita sociale a favore del proprio caro e quindi si sacrifica rinunciando a tutto; il servizio domiciliare dovrebbe dare la possibilità in qualche momento di staccarsi dal proprio familiare per recuperare "ossigeno" per la propria vita, per le sue caratteristiche sarà realizzato prevalentemente in orario serale o in giorni festivi;
servizio domiciliare urgente: va a sostenere il familiare in momenti di particolare crisi o in situazioni di difficoltà non previste e che possono minare il difficile equilibrio nel sostegno alle emergenze che si vengono a creare improvvisamente;
stimolazione cognitiva e fisica: per i soggetti che hanno già sviluppato una demenza, con le conseguenti varie espressioni di disabilità, non esiste, purtroppo, una terapia risolutiva e viene utilizzata la terapia farmacologica, che agisce prevalentemente a livello sintomatico. L'intervento molto precoce, nella fase iniziale della malattia, e continuativo nel tempo, potrebbe permettere di prolungare la vita attiva e autonoma dei pazienti, garantendone una migliore qualità e ritardando gli effetti disabilitanti della demenza conclamata;
formazione e supporto psicologico rivolte ai familiari che assistono il malato.
Il servizio viene svolto in raccordo con gli altri servizi socio - sanitari del territorio e con le organizzazioni locali del volontariato, al fine di favorire la globalità del progetto di aiuto.
I nominativi delle persone selezionate saranno trasmessi dalle Unità di Valutazione Alzheimer alle segreterie delle Unità di Valutazione Multidimensionale di Trento e Rovereto, che contatteranno le famiglie e proporranno la partecipazione alla sperimentazione. Le persone individuate dovranno non essere fruitori di servizi assistenziali o sociosanitari, diversamente dovranno sospendere la fruizione di questi servizi per tutta la durata del progetto.
È prevista una compartecipazione alle spese: tenuto conto delle caratteristiche sperimentali, per l'anno 2012 sarà dovuta dagli utenti la sola compartecipazione alla spesa per le ore di assistenza domiciliare mirata, di tregua e urgenti, con gli stessi criteri e modalità di pagamento attualmente in uso per il servizio di assistenza domiciliare.
Al termine del progetto l'Apss curerà la rilevazione del gradimento della famiglia con un questionario specifico e poi trasmetterà i risultati dell'indagine alla Provincia autonoma di Trento e alle Cooperative erogatrici del servizio.
Il costo totale del progetto è di circa 450.000 euro. (at) -