Venerdì, 04 Maggio 2012 - 02:00 Comunicato 1154

Il vicepresidente ed assessore all'ambiente è intervenuto per illustrare dati e prospettive della discarica
PACHER IN CONSIGLIO AD ARCO FA IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DELLA MAZA

È un sistema complesso, quello dei rifiuti in provincia di Trento, che si regge su un equilibrio delicato e che ha una data di scadenza, il 2016, che dovrà coincidere con la messa in funzione del termovalorizzatore di Ischia Podetti. Questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato ieri sera dal vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher, intervenuto al Consiglio comunale di Arco per illustrare la situazione della discarica della Maza. Accanto al vicepresidente vi erano il presidente della Comunità di Valle, Salvador Valandro con l'assessore all'ambiente Michela Calzà, nonché funzionari e tecnici dell'Adep - Agenzia per la Depurazione, dell'Apop - Agenzia Opere pubbliche e della Comunità Alto Garda e Ledro. "Oggi la discarica della Maza - ha commentato Alberto Pacher - serve sostanzialmente la vostra comunità, quindi un bacino strettamente territoriale, e la sua data di scadenza è il 2016, come quella dell'intero sistema provinciale".-

Come chiarito dal vicepresidente Pacher, le 'prospettive di vita' della discarica della Maza si sono dilatate di alcuni anni, in seguito alla battuta di arresto del bando di gara del termovalorizzatore: "La parte residua dei rifiuti pari a circa 82.000 tonnellate all'anno - attualmente la raccolta differenziata è al 67%, quindi si tratta poco più del 30% - si gestisce attraverso otto discariche provinciali, o meglio attraverso una discarica provinciale articolata in otto sedi, e ci troviamo frequentemente a dover articolare flussi di rifiuti su una o sull'altra sede, - ha continuato l'assessore all'ambiente Alberto Pacher - ma la volontà dell'amministrazione provinciale è quella di utilizzare un termovalorizzatore per smaltire questa quota. Purtroppo il bando di gara uscito nel 2010 non ha avuto esito; attualmente stiamo lavorando per presentare un nuovo bando entro il mese di settembre che sia accurato e contenga tutte le novità di questi ultimi mesi, perché il quadro è in continuo movimento. Siamo naturalmente preoccupati per questo allungarsi dei tempi, perché il sistema provinciale, ad essere ottimisti, potrà durare al massimo fino al 2016, utilizzando al massimo tutte e otto le strutture che abbiamo".
"Sappiamo - ha quindi aggiunto l'assessore Pacher - che le discariche non sono presenze gradite, per di più sono state spesso costruite in zone dove oggi certo non sarebbero collocate, in zone delicate e quindi necessitano di interventi importanti per la messa in sicurezza".
Sulla discarica della Maza, in particolare, l'attenzione della Provincia autonoma di Trento è elevata, come illustrato dai tecnici presenti al Consiglio comunale.
Per il primo lotto, quello di più antica coltivazione, è stato eseguito un intervento di ripristino dell'impianto di trasferimento dell'acqua piovana dalla discarica alla rete fognaria; sono quasi ultimati i lavori di spostamento della cabina elettrica e sono in corso le opere di predisposizione della copertura del primo lotto relative alla creazione di un argine in terra rinforzata, accompagnato da una trincea drenante. È stato poi definitivamente approvato l'intervento di copertura della superficie, per circa 11 ettari, che prevede la realizzazione di un "cappotto" (capping) di 2,5 metri di spessore composto, in vari strati, da pacchetti impermeabilizzanti, mentre lo strato più superficiale sarà costituito da terra. Il costo complessivo dell'intervento ammonta a circa 15 milioni di euro, i tempi di realizzazione sono nell'arco di tre anni. Per il secondo lotto sono invece in corso i lavori di ampliamento (eseguiti per il 60%) che prevedono il raddoppio della vasca di stoccaggio del percolato (da 500 metri cubi a 1100 metri cubi) e interventi di perfezionamento dei sistemi di raccolta delle acque meteoriche. Entro l'estate comincerà invece una campagna di sperimentazione per il pretrattamento del percolato raccolto: in questo senso dovrebbe essere realizzato a Lavis un impianto finalizzato a questa lavorazione e dedicato ad affrontare le situazioni di emergenza.
La Maza sta accogliendo circa 339.000 metri cubi di rifiuti e vi sono ancora 111.000 metri cubi di spazio disponibile, per un volume complessivo di 450.000 metri cubi. Con i lavori di ampliamento la capacità complessiva del secondo lotto dovrebbe aumentare di 140.000 metri cubi portando il volume totale di stoccaggio a 590.000 metri cubi; sui settori consegnati il volume disponibile attualmente è di circa 33.000 metri cubi. Il trend di produzione di percolato è in continua diminuzione: 54 mila metri cubi nel 2010, 24 mila metri cubi nel 2011, in questi primi mesi del 2012 solo 6 mila metri cubi. I picchi di produzione sono in relazione alle massime precipitazioni meteoriche. Due infatti sono stati i momenti critici: alla fine del 2009 in seguito ad alcuni giorni di piogge davvero intense, a fine 2010 dopo quattro mesi molto piovosi. In questi due momenti si sono registrate fuoriuscite di liquido che è stato denominato impropriamente percolato, ma che in realtà si trattava di uno scarico fognario a tutti gli effetti, con basso tenore di inquinanti.
Dal presidente della Comunità, Salvador Valandro, sono quindi arrivate parole di impegno, in qualità di ente gestore, a lavorare in stretta sinergia con i Comuni e con la Provincia autonoma di Trento per la messa in sicurezza dell'impianto e per la riorganizzazione del sistema di raccolta dei rifiuti nell'ottica di una loro razionalizzazione. Il sindaco Paolo Mattei invece ha ribadito la necessità di vigilare per tutelare il sistema turistico e ambientale dell'Alto Garda.
Vivace quindi il dibattito, con interventi articolati e domande relative alla data di chiusura della discarica e alla sicurezza dell'impianto.
"Potremo chiudere - sono state le conclusioni di Pacher - l'area della Maza solo quando non ci sarà più bisogno delle discariche, ovvero quando finalmente potremo mettere fine a questo antiquato sistema di gestire i rifiuti, per così dire, in una buca. Fino al 2016 cercheremo di tenere il sistema in equilibrio, anche se probabilmente ci sarà la necessità di aggiustare la ridistribuzione dei flussi. Sul fronte sicurezza il monitoraggio di questo come di altri siti è costante, ci sono controlli rigorosi sia a livello generale sulla qualità delle acque e sulla balneabilità del Lago di Garda, sia puntuali sulla discarica e sui corpi idrici superficiali. In questi mesi gli ultimi dati relativi alla contaminazione della discarica mostrano una situazione molto stabile". (at)

Fotoservizio a cura dell'Ufficio Stampa -