E mentre Tito Boeri ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito, evidenziando che "il Festival è un lavoro collettivo", il presidente Pacher ha rivolto il suo ringraziamento agli spettatori. "Questa edizione si è aperta con un premio Nobel e si è chiusa con un altro - ha detto Alberto Pacher nel ricordare James A. Mirrlees, il cui intervento si era appena concluso -. Filosofi, economisti, decisori politici si sono incrociati durante il Festival, ciascuno di loro ha lasciato una idea, una suggestione, a volte una provocazione. Ma questo Festival non viene organizzato per ribadire un'idea, quanto piuttosto per proporre delle idee e per lasciare alla fatica di ciascuno di noi di cercare la strada fra queste, di capire qualcosa in più. È una bella sfida, anche faticosa, che il Festival affida a ciascuno di noi. Ed anche se è presto per fare dei bilanci, possiamo già dire che la 'percezione empatica' è positiva, si sono viste in giro per la città tante persone contente, incuriosite. Averci fatto passare quattro giorni di riflessioni e di pensiero è stato un primo risultato. Va poi detto che questo Festival ha un'alchimia particolare: ovvero ha questi esiti perché ci sono davvero tante persone che si danno da fare, ma tutto questo non accadrebbe senza un enzima catalizzatore e questo siete voi, è il popolo del Festival che lo rendo così particolare. Per questo - ha concluso Pacher - vorrei rivolgere un ringraziamento molto forte, anche a nome della comunità trentina, a voi, al pubblico che ha reso possibile tutto questo. Senza di voi il nostro Festival non sarebbe la stessa cosa. Arrivederci alla nona edizione".
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