Mercoledì, 20 Agosto 2025 - 12:01 Comunicato 2255

Intervento combinato e «ibrido» di cardiochirurgia e chirurgia vascolare
Ospedale Santa Chiara: operazione salvavita su un uomo colpito al torace da un corpo estraneo

Un intervento d’urgenza altamente complesso è stato eseguito nelle scorse settimane all’ospedale Santa Chiara di Trento, grazie alla tempestività e alla collaborazione di più equipe specialistiche. Un uomo colpito al torace da un corpo estraneo è stato salvato grazie ad una procedura con una prima fase chirurgica «a cielo aperto» per la rimozione del corpo estraneo, seguita da una fase endovascolare in cui una protesi interna ha permesso di riparare la lesione aortica, evitando tecniche molto più invasive.
Da sin. Onorati, Tasselli, Wasserman e Menzione [ Apss Trento]

Il paziente è stato vittima di un incidente mentre stava falciando l'erba con una trinciatrice automatica: un frammento metallico lungo circa 7 cm lo ha colpito al torace, lesionando il polmone destro e perforando l’aorta toracica discendente. Una condizione estremamente critica, che senza un intervento immediato avrebbe avuto esiti fatali. Dopo il primo soccorso all’ospedale di Arco e gli esami diagnostici che hanno individuato la natura e la pericolosità della lesione, l’uomo è stato trasferito d’urgenza al Santa Chiara. Qui è stato immediatamente preso in carico dai cardiochirurghi, guidati dal professor Francesco Onorati, e dai chirurghi vascolari diretti dal dottor Stefano Bonvini, che hanno eseguito un intervento combinato e «ibrido» di salvataggio: la rara condizione – che un tempo sarebbe stata trattata con una sostituzione dell’aorta toracica discendente, certamente più invasiva – è stata invece curata «a quattro mani» dai medici della cardiochirurgia e della chirurgia vascolare, con un approccio «ibrido» con una fase cosiddetta «a cielo aperto», per la rimozione del corpo estraneo, e una fase «endovascolare» di copertura della lacerazione aortica con endoprotesi, senza necessità di sostituire l’aorta e mantenendo il principio di mini-invasività.

L’intervento in emergenza, eseguito dal prof. Onorati, con il dott. Stefano Sinelli e la dott.ssa Serena Menzione della Cardiochirurgia, dai dott. Sebastiano Tasselli e Valentina Wasserman della Chirurgia vascolare e dalle dott.sse Roberta Zagonel e Ilaria Matteotti (Anestesia 2, diretta dal dott. Penzo), ha avuto immediato successo, poi consolidato grazie al lavoro degli anestesisti coordinati dalla dott.ssa Turella e al contributo del chirurgo toracico dott. Gianmarco Ghezzi (direttore f.f Orazio Zappalà). Dopo un adeguato percorso in terapia intensiva e il ricovero in Cardiochirurgia, il paziente è stato dimesso in buone condizioni di salute.

«Questo caso – ha dichiarato il prof. Onorati – dimostra il perfetto funzionamento della filiera sanitaria trentina: diagnosi rapida, trasferimento tempestivo e intervento multidisciplinare hanno permesso di salvare una vita che altrimenti avrebbe avuto un esito molto diverso. È anche la prova di come la chirurgia moderna debba offrire tecniche avanzate e mini-invasive, grazie all’integrazione delle competenze tra specialisti, riducendo i rischi senza compromettere l’efficacia del trattamento. L’imminente apertura della sala ibrida al Santa Chiara – ha aggiunto Onorati – rappresenterà un fiore all’occhiello per la sanità provinciale, favorendo la collaborazione tra cardiochirurghi, cardiologi e chirurghi vascolari, al pari delle migliori realtà nazionali ed europee. Abbiamo inoltre già avviato nuove procedure innovative, come la riparazione della valvola mitrale in mini-toracotomia ed endoscopia, e stiamo ponendo le basi per sviluppare la chirurgia cardiaca dello scompenso avanzato, con l’impianto di “cuori meccanici” e, in prospettiva, l’attività di trapianto di cuore. Nei prossimi mesi – ha concluso – il Santa Chiara implementerà ulteriormente la chirurgia mini-invasiva ed ibrida, fino a giungere alla chirurgia robotica, che rappresenterà il naturale passo verso il futuro».

«Questo intervento – ha dichiarato il dott. Bonvini – è la dimostrazione concreta di quanto la collaborazione multidisciplinare sia fondamentale per affrontare con successo situazioni di emergenza estrema. Nel caso specifico, la perfetta integrazione tra cardiochirurghi, chirurghi vascolari, anestesisti e chirurgo toracico ha consentito di intervenire con tempestività e precisione su una lesione aortica gravissima, trasformando un evento potenzialmente fatale in un esito favorevole. L’approccio ibrido adottato ha permesso di offrire al paziente una cura efficace e mini-invasiva, riducendo rischi e tempi di recupero. La chirurgia vascolare, da anni pioniera nell’applicazione di tecniche endovascolari, ha portato in questo contesto la propria esperienza consolidata nel campo della mini-invasività, rendendo possibile una gestione rapida e sicura di una condizione altrimenti ad altissimo rischio. Con l’imminente apertura della sala ibrida, l’ospedale Santa Chiara potrà valorizzare ulteriormente questa integrazione di competenze, disponendo di uno spazio avanzato che consentirà di eseguire procedure complesse combinando in tempo reale approcci chirurgici ed endovascolari. La nostra realtà rappresenta già un’eccellenza consolidata a livello nazionale ed europeo e continuerà a garantire ai pazienti le soluzioni più innovative e sicure, nel solco della tradizione di ricerca e innovazione che caratterizza la chirurgia vascolare e la sanità trentina».

(vt)


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