«Il mio grazie – ha dichiarato l’assessore Tonina – va innanzitutto agli operatori che ogni giorno con professionalità e dedizione svolgono una fondamentale azione di presidio per rispondere al meglio ai bisogni di salute dei cittadini delle valli di Fiemme, Fassa e anche Cembra. Percepisco forte il vostro attaccamento a questa struttura ospedaliera come lo sento da parte di tutta la comunità. Stiamo lavorando insieme alle autorità locali proprio per condividere un percorso e definire insieme il futuro migliore per questo ospedale. Le strutture sono strategiche ma lo sono soprattutto le persone che le rendono vive; per questo il lavoro dei professionisti va riconosciuto e valorizzato, con i fatti: abbiamo riservato importanti risorse per il personale sanitario nell’assestamento di bilancio approvato lo scorso luglio e nella manovra che abbiamo iniziato a discutere questa mattina in Aula. Le risorse investite sul personale – ha proseguito l’assessore – ci permetteranno di essere attrattivi e di dare continuità a chi lavora nella sanità pubblica». A questo si lega anche la volontà di fare ricorso il meno possibile ai medici “gettonisti”, «figure che hanno permesso la tenuta del sistema e di alcuni ambiti in particolare difficoltà come la ginecologia e il pronto soccorso, ma su cui tenderemo a fare meno affidamento a favore invece di un maggior investimento economico sul personale interno che potrà dare anche più garanzie in termini di integrazione e continuità». In chiusura, alcuni temi cari all’assessore e cruciali per il futuro della sanità trentina: la prevenzione «a cui abbiamo dedicato anche un articolo della legge di bilancio sulla longevità e i sani stili di vita» e la capacità di essere attrattivi sulle professioni sanitarie «favorendo anche momenti orientativi che possano trasmettere ai giovani di questi territori di Fiemme e Fassa il vero valore di un percorso professionale nella sanità».
Il direttore generale Antonio Ferro si è soffermato in particolare sul tema della carenza di personale, del trattenimento delle risorse umane e sulla capacità di essere attrattivi: «La situazione per alcuni settori è difficile, ma stiamo lavorando per garantire anche alle strutture territoriali servizi di qualità e professionisti altamente qualificati. Quello di Cavalese è un tassello fondamentale della rete ospedaliera e del modello di ospedale policentrico in cui crediamo fermamente, anche grazie al supporto che la Scuola di medicina e la futura Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino potranno dare, con l’opportunità di fare ricerca e formazione in tutti gli ospedali della rete, aumentando così il livello delle prestazioni». Nel suo intervento Ferro ha toccato due temi chiave: la mobilità del personale «strategica per la per la tenuta del sistema trentino e per poter essere attrattivi all’esterno» e quello dell’utilizzo limitato dei “gettonisti” a favore invece di un investimento economico più mirato sui professionisti interni che possano lavorare in settori più “in affanno” come quello dell’emergenza urgenza.
Il neo dirigente generale del Dipartimento salute della Pat Antonio D’Urso, alle sue prime uscite ufficiali, ha colto le specificità «di un piccolo gioiello come il presidio di Cavalese, strategico per il suo territorio e per tutta la rete ospedaliera trentina» e ha mostrato fin da subito unità di intenti e condivisione di obiettivi con assessorato e azienda sanitaria, in particolare sul tema dei “gettonisti”, «ottimi professionisti, ma che non sempre condividono il senso di appartenenza che caratterizza strutture come questa. L’ospedale non garantisce solo prestazioni, ma si qualifica per tanto altro».
Il primo cittadino di Cavalese Sergio Finato ha portato i saluti dei sindaci della zona e ha apprezzato «la visione comune tra assessorato e azienda sanitaria che farà bene al futuro dell’ospedale e della comunità e l’avvio di un processo realmente partecipato». Da parte del sindaco è arrivata la disponibilità a cercare insieme soluzioni condivise sul fronte del reperimento degli alloggi per il personale, questione che va ad incidere sull’attrattività. Apprezzamento anche per le opportunità che offrirà l’Università, con la possibilità di avere qui degli specializzandi «che potranno portare energie nuove per il sistema sanitario e arricchimento per tutta la comunità». Anche il sindaco ha voluto ringraziare tutto il personale: «professionisti di valore, capaci di lavorare sotto organico e in difficoltà, ma senza che questo vada ad incidere sulla qualità dei servizi».
Foto a cura dell'Ufficio Comunicazione esterna di Apss disponibili a questo link