“In mostra – spiega la botanica del MUSE Helen Wiesinger – si potranno ammirare numerose e interessanti specie botaniche tropicali, accanto agli ibridi ottenuti tramite selezione; le orchidee proprio perché affascinano da sempre l’uomo grazie a colori e morfologie dei fiori, sono state oggetto di innumerevoli incroci per ottenere varietà sempre più particolari. Questa famiglia, che rappresenta un 10% delle piante a fiore, sorprende non solamente per l’aspetto estetico ma anche da un punto di vista evolutivo: le orchidee hanno evoluto alcune tra le strategie (riproduttive, di sopravvivenza e di accrescimento) più complesse e variegate nel regno vegetale”.
Orchidarium propone una due giorni ricchi di eventi e appuntamenti. Oltre alla mostra di specie tropicali nella serra del museo, il programma prevede un mercato di specie botaniche e ibride curato dai più importanti coltivatori, conferenze, laboratori e visite guidate speciali. Domenica 22 maggio, alle 17.30, si parlerà inoltre di minacce e conservazione delle orchidee spontanee in un pianeta che cambia, con gli esperti della Fondazione Museo Civico di Rovereto e dei Kew Gardens di Londra. Durante i due giorni di evento, saranno a disposizione gli stand di vendita di alcuni tra i più importanti coltivatori internazionali. Tutte le info e il programma su www.muse.it
Focus: la conferenza “Il destino delle orchidee in un mondo che cambia”
Salotto informale in cui si alterneranno botanici, ricercatori e appassionati di orchidee per approfondire il delicato equilibrio di queste piante, estremamente evolute ma anche minacciate in un mondo che cambia e si “riscalda” sempre più. Al termine, una finestra in diretta sulle orchidee tropicali della Tanzania e loro curiosità.
Interventi:
“Il destino delle orchidee alpine in un mondo che cambia: biodiversità e minacce alla conservazione con il riscaldamento climatico”. Stato dell’arte e gli effetti del riscaldamento climatico sulle orchidee spontanee del Trentino e delle Alpi nordorientali. Con Giulia Tomasi della Fondazione Civico Museo Rovereto e Costanza Geppert dell’Università degli Studi di Padova.
“La genetica di popolazioni della scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus L.) come modello di ricerca e conservazione per orchidee e altre specie”. Con R. Gargiulo, ricercatrice Kew Garden in collegamento online da Londra
“Finestra sulla Tanzania: orchidee africane e storie adattative curiose”. Con Andrea Bianchi in collegamento online dalla Tanzania
Biografie relatori:
Giulia Tomasi, laureata in scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio e iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologi, dal 2013 lavora presso la Fondazione Museo Civico di Rovereto nell'ambito della ricerca floristica e della divulgazione scientifica. La sua attività, è incentrata sul Progetto di Cartografia Floristica del Trentino e della Provincia di Verona e sui monitoraggi floristico-vegetazionali nell'ambito delle aree protette della Provincia di Trento e dei Parchi. Si occupa anche della catalogazione dell'erbario (ROV) e degli archivi fotografici botanici.
Costanza Geppert si occupa dell'impatto dei cambiamenti ambientali su piante ed insetti presso il Dipartimento di Agronomia (DAFNAE) dell’Università di Padova, dove ha conseguito il titolo di dottoratostudiando come riscaldamento climatico, disturbo antropico ed erbivoria influenzino i cambiamenti di distribuzione delle piante. Si è laureata in Ecobiologia presso La Sapienza Università di Roma in seguito a una tesi magistrale dell'Università di Gottingen in Germania, in cui ha indagato il funzionamento delle politiche europee di sostegno di piante ed insetti impollinatori in ambiente agricolo.
Roberta Gargiulo è ricercatrice presso i Kew Gardens di Londra (nel Regno Unito) dal 2015, dove svolge ricerche di genetica della conservazione su orchidee e altre piante. Precedentemente ha conseguito un dottorato di ricerca in Biologia Avanzata presso l’Universita’ degli Studi di Napoli “Federico II” e l’Orto Botanico di Napoli, durante il quale si è occupata della sistematica molecolare del genere Asperula L.
Andrea Bianchi, laureato in Scienze Naturali, ha collaborato con il MUSE tra il 2017 ed il 2021 occupandosi di botanica tropicale. Dopo un primo periodo di ricerca negli arcipelaghi del Sud-Est asiatico, l’amore per l’Africa equatoriale lo ha portato in Tanzania, dove attualmente vive. Qui studia i trend vegetazionali in risposta al depauperamento faunistico, e gestisce la parte botanica di grossi progetti di riforestazione, volti a riportare una copertura forestale pluviale su centinaia di chilometri quadrati di terreno deforestato e semi-abbandonato.