Lunedì, 04 Febbraio 2019 - 17:16 Comunicato 212

Indagine coordinata dal Corpo Forestale Trentino
Operazione antibracconaggio: 7 arresti per traffico illecito di avifauna

Sono 7 le persone arrestate nel corso dell’operazione antibracconaggio “Breccia nel Delta”, coordinata dal Corpo Forestale della Provincia autonoma di Trento, che ha permesso di sgominare due associazioni a delinquere che gestivano un fiorente traffico illecito di avifauna, catturata illegalmente e proveniente da tutta Italia e da altri paesi europei. I risultati sono stati presentati oggi a Trento nel corso di una conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica, Sandro Raimondi. Erano presenti il Comandante del Corpo Forestale Trentino, Romano Masè, insieme al Commissario Stefano Montibeller e per i Carabinieri Forestali, che hanno collaborato alle indagini, il maggiore Caterina Mancuso ed il maggiore Fernando Baldi.

L'operazione è stata condotta su quattro regioni; Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Lombardia dal Corpo Forestale Trentino, in collaborazione con i Carabinieri Forestali del Gruppo di Forlì-Cesena, del NIPAAF di Treviso, del NIPAAF di Pistoia e del Gruppo Carabinieri Forestale di Brescia. L'attività dei militari ha riguardato, oltre all'arresto di sette soggetti tutti facenti parte di due parallele organizzazioni criminali, anche la perquisizione dei luoghi in disponibilità di altri soggetti coinvolti a vario titolo nell'attività illecita.

L'indagine è partita dall'arresto, avvenuto nel maggio del 2018, in flagranza di reato, di tre uomini, poi processati per direttissima per furto venatorio e maltrattamento a danno di uccelli implumi nelle campagne fra Trentino ed Alto Adige. Il lavoro d’investigazione degli uomini del Corpo Forestale della Provincia ha permesso di giungere alle organizzazioni criminali che operavano in un traffico di avifauna diretto a sfruttare a proprio vantaggio i massicci proventi derivanti dalla cattura illecita di uccelli di vario genere e tipo, per poi ricettare le stessi con il fine di immetterli, fraudolentemente regolarizzati, sul mercato degli uccelli da richiamo per la caccia di tutto il Paese. Le attività illecite condotte avvenivano per mezzo di reti per l'uccellagione, in orario notturno, per eludere i controlli e in luoghi particolarmente vocati e coincidenti con le principali rotte migratorie, tutto ciò al fine dell'arricchimento personale di tutti gli associati, a danno quindi del patrimonio indisponibile dello Stato e della collettività. Le indagini condotte attraverso osservazioni dirette e tramite l'ausilio di moderne tecnologie investigative hanno permesso di definire l'intromissione di vari complici e di agganciare una seconda organizzazione criminale con sede nella Marca Tevigiana ed attiva nel Nord-est. Alcuni fra i segnalati svolgevano viaggi per recuperare avifauna anche in ambito internazionale, con il fine di rivederla poi a cacciatori italiani. Oggetto del traffico risultavano inoltre fringillidi per scopi ornamentali e passeriformi morti per la ristorazione, tutti anche questi di provenienza e cattura illegale.

Gli uomini del Corpo Forestale Trentino, coadiuvati dai Carabinieri Forestali delle regioni interessate dal traffico hanno segnalato all'Autorità giudiziaria più di dieci persone che risponderanno di associazione per delinquere, furto venatorio, ricettazione oltre che di reato transnazionale, maltrattamento di animali e alterazione di sigilli. Gli accertamenti condotti nella fase delle indagini preliminari, prima dell'applicazione delle misure personali cautelari urgenti emesse dal GIP di Trento, hanno necessitato della collaborazione interforze anche della Polizia di Stato, con servizi mirati che si sono finalizzati nel sequestro di alcune centinaia di uccelli, in particolare turdidi, ma anche fringillidi ed esotici. Le indagini hanno permesso di stimare un traffico di circa 10.000 uccelli con proventi stimati attorno a diverse centinaia di migliaia di euro.

"Si tratta – ha detto il Comandante del Corpo Forestale Trentino, Romano Masè – di una delle operazioni più rilevanti condotte in Italia per contrastare le attività illecite a danno dell'avifauna. Un’operazione che è nata nell'ambito di un’attività che come Corpo forestale della Provincia, in collaborazione anche con i Carabinieri, abbiamo messo in campo da qualche anno e che si inserisce a sua volta in un quadro molto ampio di controlli e strategie di indagine predisposte dal Corpo Forestale per dare una concreta risposta a quanto previsto dal Piano Nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici. Un ringraziamento va a tutti i Corpi dei Carabinieri Forestali di tutte le regioni coinvolte che hanno dato un contributo essenziale alle indagini”.   

(fm)


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