La competizione, da sempre rivolta alle scuole primarie e secondarie di primo grado, da tre anni è stata estesa all'intero percorso della scuola dell'obbligo e quindi al biennio delle scuole secondarie di secondo grado e il liceo Galilei - la referente delle Olimpiadi di Problem Solving è la professoressa Gabriella Armani - ha aderito all'iniziativa valutandone la valenza formativa e aggregante.
Le conoscenze e le abilità richieste ai partecipanti a questa gara sono trasversali alle materie di studio, ma trovano fondamento nelle conoscenze e nelle abilità disciplinari. Nelle prove proposte gli atleti devono pensare, ragionare, fare ipotesi ed operare scelte, attività che richiedono l'applicazione di abilità relative alla gestione di informazioni strutturali, più che all'applicazione sterile di procedimenti meccanici volti alla risoluzione di semplici calcoli.
La gara si svolge a squadre, ciascuna composta da quattro studenti. È molto interessante osservare le strategie messe in atto dai ragazzi per risolvere al meglio i quesiti e ottimizzando i tempi di esecuzione; strategie che essi affinano di gara in gara. Sempre più nei vari settori lavorativi, come nella ricerca, il saper operare in gruppo è una delle capacità fondamentali: in questo tipo di gara i ragazzi imparano a lavorare insieme, con comprensibili difficoltà iniziali, ma anche e soprattutto con i vantaggi che questo comporta. Grazie all'informazione sul territorio svolta dal referente provinciale Crescenzo Latino, del Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento, il numero delle scuole iscritte alla competizione in Trentino quest'anno è aumentato considerevolmente.
Le squadre delle secondarie superiori italiane inizialmente iscritte alla competizione erano 635 e di queste 23 hanno superato la selezione regionale.
In allegato la foto dei quattro vincitori -
