Martedì, 17 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2171

"La manifattura innovativa è garanzia di un'economia moderna ed equilibrata e del futuro per i giovani"
OLIVI IN VISITA ALLE AZIENDE DELLA BASSA VALSUGANA

Le "mosse" giuste per affrontare la crisi sono l'innovazione, gli investimenti in ricerca, l'internazionalizzazione. Ed a confermarlo è un distretto industriale "sensibile", quello della Bassa Valsugana, nel cui tessuto di piccole e medie imprese manifatturiere spiccano aziende tecnologicamente avanzate, con una forte propensione all'innovazione e capaci di conquistare i mercati esteri. Imprese che, pur nelle difficoltà di accesso al credito, dalla crisi non intendono farsi travolgere ma che da essa traggono, al contrario, stimoli per crescere e svilupparsi. Imprese eccellenti che l'assessore all'industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi ha potuto osservare "dall'interno" durante la seconda tappa del suo "tour" attraverso le principali realtà aziendali del Trentino. Sette le aziende visitate da Olivi, che complessivamente, occupano 700 dipendenti. "Dobbiamo assolutamente ripartire dalla considerazione - ha detto l'assessore a fine giornata - che in un territorio come il nostro la manifattura, in particolare quella innovativa e ad alto tasso tecnologico, è un passaggio imprescindibile per garantire un futuro ai giovani".-

La prima azienda visitata da Olivi è stata la Eurocoating di Pergine, ditta ad alto tasso tecnologico del settore biomedicale che produce rivestimenti in polvere di titanio per protesi ossee. Nello stabilimento di Pergine (al quale si aggiungono un'altra sede al vicino BIC ed un altro capannone in allestimento), lavorano 120 dipendenti, l'80 per cento sono donne. "Il 20 per cento dello staff - ha spiegato ad Olivi il direttore generale della Eurocoating Gennaro D'Andrea - è dedicato alla ricerca, settore nel quale investiamo molto; alcuni dei nostri prodotti sono frutto di progetti di ricerca finanziati dalla Provincia. Uno dei motivi che ci hanno convinto a trasferirci qui in Trentino è stata la presenza di centri di ricerca. Il 60 per cento della nostra produzione va all'estero, produciamo protesi anche personalizzate che consegniamo in ogni parte del mondo al massimo entro una settimana". Il fatturato 2012 è stato di 13,6 milioni di euro, quello previsto nel 2013 è di 15 milioni di euro. Problemi? Uno, in particolare: i tempi lunghi, fino a 2 anni, dei pagamenti da parte dei clienti italiani, ma non quello dell'occupazione ("Siamo fortunatamente riusciti in questi anni a tenerci tutti i nostri dipendenti").

Perno di una possibile filiera dell'agroalimentare potrebbe diventare un'altra nota azienda della Valsugana, la Menz & Gasser di Novaledo, 160 dipendenti destinati a diventare 200 con il nuovo capannone in costruzione. L'azienda, messa quasi in ginocchio alcuni anni fa da un incendio che distrusse un intero capannone, è stata fortemente sostenuta dall'ente pubblico (Trentino Sviluppo ci ha messo 10 milioni di euro a fronte di investimenti che nel corso degli ultimi anni anni hanno superato i 70 milioni). Ad Olivi il titolare dello stabilimento Matthias Gasser ha illustrato gli investimenti effettuati e in corso, tra i quali un impianto di cogenerazione a metano, un impianto a biogas (finanziato sulla legge 6 dell'economia) e fotovoltaico. Il fatturato 2012 è di 90 milioni di euro. "La filiera manifatturiera trentina - ha affermato Olivi incontrando prima i vertici della Menz & Gasser e poi la RSU aziendale - va mentenuta perchè rappresenta l'architrave di un'economia moderna. In Valsugana c'è una situazione complessivamente difficile ma siamo soddisfatti del percorso fatto assieme all'azienda, una ditta che non ha mai smesso di guardare al di là della contingenza, che ha sempre rispettato gli impegni e che continua ad essere fortemente sostenuta dalla Provincia: è giusto che sia così perchè vogliamo aiutare le aziende che hanno una ricaduta tangibile sul territorio, la voce più importante per noi in questo momento è la salvaguardia dei livelli occupazionali".

Al settore agroalimentare appartiene anche la Gourmet Italia di Borgo Valsugana, 105 dipendenti, 19,5 milioni di fatturato quest'anno, il 23 per cento della produzione (piatti pronti e monoporzioni alimentari) destinata all'estero, un'altra azienda partecipata da Trentino Sviluppo. "Stiamo crescendo - hanno spiegato all'assessore il vicepresidente Adriano Aliani e il cda della società - ma abbiamo qualche preoccupazione per i prossimi mesi". La visita alla Gourmet Italia ha evidenziato una realtà comune a molte aziende in questo periodo: la difficoltà di accesso al credito. "La mancanza di liquidità ci obbliga a contenere gli investimenti, di cui avremmo bisogno, per migliorare l'efficienza produttiva e la fase di confezionamento. Non rinunciamo però all'innovazione: stiamo partendo ora con un progetto di ricerca per un prodotto innovativo, non presente sul mercato, ma abbiamo difficoltà ad arrivare sui mercati stranieri".
Anche durante la visita alla Gourmet Italia Olivi ha battuto il tasto dell'internazionalizzazione, ricordando come la Provincia abbia messo in campo anche nuovi strumenti per favorire le imprese, quali ad esempio il finanziamento al 50 per cento dei costi del personale legato ad attività di internazionalizzazione.

Diverso il quadro che riguarda invece la Acciaieria Valsugana. Con Davide Leali e successivamente con i rappresentanti sindacali interni l'assessore ha voluto fare il punto in particolare sulla situazione occupazionale (attualmente Acciaieria ha 107 dipendenti in contratto di solidarietà che lavorano 2-3 giorni a settimana) ma ha anche colto l'occasione per ribadire come l'azienda, alle prese con problemi di mercato e finanziari, si sia "impegnata a convivere con il territorio" operando investimenti ambientali volti a ridurre le emissioni. "La situazione in Trentino è un po' più protetta e dinamica - ha poi affermato incontrando una delegazione di operai - ma le aziende come questa, che dipendono più di altre dall'andamento del mercato globale soffrono in misura maggiore. L'assessorato ha un'attenzione particolare per questa azienda, questa è una fabbrica che ha una storia e che ha pieno diritto di domicilio sul territorio nel momento in cui rispetta le regole. Sono convinto - ha concluso - che si sia innescata una campagna irragionevole nei confronti dell'azienda, frutto anche di un sentimento, presente pure in Trentino, ostile all'industria. Il Trentino ha però bisogno dell'industria e di una manifattura moderna e innovativa. L'azienda ha fatto gli investimenti ambientali che doveva fare e non ha mai dimostrato di voler approfittare del momento di difficoltà".

Di assoluta eccellenza si parla quando si varca la soglia della Fly di Grigno, azienda con capitale detenuto in maggioranza da Trentino Sviluppo di cui si è parlato molto in questi mesi e che in pochissimo tempo è riuscita a guadagnarsi l'entusiastica considerazione di un committente esigente quale la Rolls Royce, che ha affidato all'azienda insediatasi a Grigno la costruzione di componenti del nuovo motore turbogetto destinato ad equipaggiare i futuri Airbus. Accanto allo stabilimento che ospita la produzione, si stanno ora allestendo altri due capannoni. I dipendenti - hanno spiegato incontrando Olivi il presidente Ennio Angherer, il vicepresidente Toni Spezzapria, il direttore tecnico Valerio Frigo ed i responsabili per la logistica, l'ufficio tecnico e la qualità - sono attualmente 40 (36 dei quali trentini) ma arriveremo a 140-150 entro il 2017. Un'azienda ad alto contenuto tecnologico che produce totalmente per l'estero (non solo per Rolls Royce) ma che guarda però anche al territorio che la ospita. "La Fly - ha commentato Olivi al termine della visita - si candida a diventare il generatore di una possibile filiera legata alla meccanica di precisione che può coinvolgere piccole imprese locali volte all'innovazione, un modo molto sano di fare impresa sul territorio".
La visita alla Fly è stata anche l'occasione per Olivi di incontrare i giornalisti per fare un primo bilancio del "giro" in Bassa Valsugana. "In Valsugana vi sono aziende che vanno bene e altre che soffrono: chi ha mercati di sbocco non tradizionali e che hanno investito vanno meglio. Il problema maggiore che hanno oggi le imprese è quello finanziario. La stretta creditizia rischia, se non si risolve in pochi mesi, di contagiare anche le aziende sane. Dobbiamo però cercare di far dialogare di più le imprese sul territorio, stimolare la nascita di alleanze anche tra imprese di uno stesso settore. La Provincia, attraverso Trentino Sviluppo, può favorire questo processo ed essere il collante per la costruzione di reti di imprese o di servizi comuni".

Ad un brevetto mondiale, e quindi ancora una volta all'innovazione, affida le proprie fortune in tempo di crisi del settore dell'edilizia la Silvelox di Castelnuovo, 160 dipendenti. Design e novità nel prodotto sono sempre stati il "motore" di questa storica fabbrica di porte per garage, per ingresso e porte interne. Da quarant'anni le porte per garage sono sempre quelle, Silvelox ha ora "inventato" e messo in produzione la "Over Lap", una porta sezionale senza guide che sta portando all'azienda decine di nuove commesse da tutto il mondo e che porterà la quota export dell'azienda dall'attuale 15-18 per cento ad almeno il 50 per cento.
L'incontro con il dinamico staff della Silvelox e con i titolari, i fratelli Alberto ed Elena Taddei, ha offerto a Olivi l'opportunità per soffermarsi anche su quanto deve fare la politica: "Ascoltare e avere attenzione per le aziende, sintonizzare la propria capacità di sostegno. Non si può chiedere ad un'azienda di essere rapida e di innovare e poi la politica non rinnova se stessa. Al mercato si arriva solo mettendo in campo sfide e coraggio. In un settore tradizionale quale l'edilizia bisogna cambiare modello, l'export è la chiave di volta dell'industria trentina ma deve cambiare però anche la mentalità delle aziende come pure il modo dell'ente pubblico di accompagnarle".

Ultima azienda della visita di Olivi la Smith International di Scurelle, che fa parte di una multinazionale, con 81 dipendenti. La produzione è di nicchia: punte diamantate per le macchine perforatrici impiegate nelle ricerche petrolifere. L'azienda vive una fase di attesa ma intanto si sta preparando per essere pronta a cogliere la ripresa, senza rinunciare ad un progetto di ricerca i cui primi risultati si vedranno a fine anno. (cz)

Immagini a cura dell'Ufficio Stampa
In allegato intervista assessore Olivi -