Giovedì, 27 Agosto 2015 - 02:00 Comunicato 2103

Inviata una nota che segue l'incontro che si è tenuto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori delle Poste
OLIVI: "GLI UFFICI POSTALI NON DEVONO CHIUDERE"

La Provincia autonoma di Trento è contraria alla ventilata ipotesi di chiusura di cinque sportelli postali in Trentino e chiede a Poste italiane S.p.a. di rivedere le sue decisioni. Questo è in sintesi il senso della nota che, a seguito dell'incontro che si è tenuto martedì 25 agosto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori delle poste, il vicepresidente Alessandro Olivi ha inviato oggi, d'intesa con il presidente Ugo Rossi, a Poste italiane S.p.a.. "Il servizio postale - si legge nella nota - che si concretizza anche e soprattutto in una rete capillare di uffici postali sul territorio facilmente raggiungibili dai cittadini, rappresenta un servizio universale fondamentale per le comunità periferiche e di montagna". "Non possiamo quindi accettare - aggiunge il vicepresidente Olivi - come ineluttabile l'idea di un riassetto dei servizi basato solo sui numeri e che, tra l'altro, avrà anche ripercussioni sul piano dell'occupazione. La Provincia autonoma di Trento comprende bene le esigenze di razionalizzazione che stanno a monte dell'ipotizzata scelta. Chiediamo però di sospendere qualsiasi decisione in merito e di condividere l'individuazione di criteri diversi da quelli strettamente numerici, che non si adattano alle esigenze di un territorio di montagna che ha caratteristiche orografiche particolari, numerose comunità che vi abitano ed un'economia legata anche alla presenza di importanti flussi turistici".-

Il 15 giugno scorso si era tenuto un incontro dei vertici provinciali con i responsabili dell'area territoriale nord-est di Poste italiane S.p.a., a seguito del quale l'amministrazione provinciale aveva già evidenziato gli elementi problematici che il prospettato piano di riduzione degli uffici postali avrebbe comportato al corretto esercizio del servizio postale nei comuni interessati. A quella nota non ha fatto seguito una risposta da parte della società. Ora, dopo l'incontro svolto con i rappresentanti dei lavoratori nei giorni scorsi, dal quale è emerso che la chiusura di cinque sportelli in Trentino, anche se ancora non ufficializzata, sembrerebbe certa, la Provincia autonoma di Trento ha deciso di prendere nuovamente posizione sulla questione, chiedendo alla società di fare una ulteriore riflessione, individuando, assieme all'ente pubblico, una strada diversa rispetto a quella dei numeri per contemperare le esigenze di razionalizzazione dei servizi con quelle dei territori e dell'economia locale.
In sostanza si chiede a Poste italiane, anche alla luce delle numerose segnalazioni da parte dei comuni interessati, di sospendere qualsiasi iniziativa che non sia preceduta da una fase di monitoraggio e analisi delle esigenze del territorio. Pur nel rispetto degli obiettivi di ottimizzazione e di risparmio delle risorse, si chiede una ridefinizione complessiva delle esigenze strutturali per un corretto esercizio del servizio postale. Si invita inoltre la società a trovare, anche con la collaborazione degli enti locali interessati, possibili soluzioni alternative in grado di conciliare i diversi interessi coinvolti. "L'Amministrazione provinciale – si legge ancora nella nota – è contraria a scelte che siano il mero frutto di un'applicazione pedissequa di criteri normativi di carattere formale e che non tengano minimamente conto della reale conformazione del territorio e delle specifiche concrete attività che vi si svolgono."(lr) -