Martedì, 04 Dicembre 2012 - 02:00 Comunicato 3779

Nessuna impugnativa da parte del Governo al termine dell'esame
OLIVI: CONFERMATO IL CARATTERE INNOVATIVO DELLA LEGGE TRENTINA SUL COMMERCIO

Nessuna modifica si rende necessaria alle norme della legge sul commercio approvata nel febbraio 2012, al termine della verifica effettuata dal Governo. I timori relativi ad una impugnativa da parte di Roma relativamente alle modifiche introdotte quest'anno alla legge provinciale 17 del 2010, sono stati dunque fugati. L'assessore provinciale al commercio Alessandro Olivi esprime la propria soddisfazione per la positiva conclusione dell'iter: "Non solo non è stata impugnata, ma la legge trentina si conferma come un possibile modello relativamente alla sua capacità di coniugare un processo di modernizzazione del settore che è comunque irreversibile con la difesa di alcuni principi fondamentali, primo fra tutti la difesa delle specificità del territorio da una presenza invasiva ed incontrollata delle grandi superfici commerciali. Si conferma, dunque, la bontà del percorso intrapreso dal Trentino, dove la deprogrammazione è stata governata dalla Provincia tenendo conto della necessità di preservare il pluralismo distributivo del tessuto commerciale locale nonché dei bisogni della clientela e degli interessi generali delle comunità."-

Vediamo di ricapitolare i passaggi fondamentali della vicenda.
Il Governo, come noto, aveva posto sotto esame critico la legge provinciale 21 del 2012, che aveva apportato una serie di modifiche alla legge sul commercio, la 17 del 2010, modifiche resesi necessarie in seguito ai processi di liberazione dell'economia avviati dai numerosi decreti Monti. La legge 21 di fatto ampliava lo spazio di operatività delle imprese del settore, avendo codificato la liberalizzazione delle aperture nel centro storico e avendo elevato contestualmente le soglie di attività delle medie strutture di vendita, riservando ai comuni compiti relativi alla sola zonizzazione. Per le superfici di grandi dimensioni, poste al di fuori dei centri storici, venivano al tempo stesso introdotti nuovi criteri di valutazione basati sulla programmazione territoriale. "L'intento - sottolinea l'assessore Olivi - era e rimane quello di fare dei centri storici i nuovi attrattori di un commercio di qualità, difendendo il territorio dall'eccessiva aggressività di politiche immobiliari espansive e rendendo al tempo stesso più flessibile la situazione a livello intermedio. Le modifiche che abbiamo apportato alla legge 17 hanno quindi sì recepito i principi generali delle norme del governo Monti. Nel fare questo, però, ci siamo sforzati - e con me tutta la Giunta provinciale, con al suo vertice il presidente Dellai - di interpretarli nella loro valenza generale, costruendo al tempo stesso attorno ad essi un sistema adattato alle caratteristiche del territorio e delle sue imprese, nonché utilizzando la pianificazione urbanistico-ambientale come unico elemento regolatore. il Governo aveva preannunciato dei rilievi, a cui noi abbiamo immediatamente risposto con le nostre controoservazioni. Dall'attenta lettura del provvedimento finale del Consiglio dei Ministri risulta che le norme in questione sono state escluse dall'impugnativa."
Cosa si può ricavare da tutto questo? In primo luogo che non c'è contrasto fra l'impianto della "legge Olivi" e i principi ordinamentali del Governo in materia di liberalizzazioni. Il fatto che la legge non sia stata impugnata, a fronte delle argomentazioni presentate dalla Provincia, ne conferma dunque la legittimità ma, come sottolinea nuovamente l'assessore provinciale al Commercio, "rappresenta anche qualcosa di più, ovvero un implicito riconoscimento al suo carattere innovativo. La Provincia, in altre parole, non ha applicato automaticamente le norme nazionali al territorio, ma le ha reinterpretate alla luce delle esigenze e delle potenzialità presenti sul suolo trentino. Risulta confermato il protagonismo della stessa Autonomia speciale nell'aprire alla deprogrammazione del settore, che non può essere elusa, ma a patto di non abdicare al ruolo fondamentale che è proprio del legislatore, quello cioè di governare i processi di modernizzazione. La nostra proposta, anziché creare omologazione e appiattimento, conformandosi ad uno schema impersonale deciso altrove, ha declinato le linee generali della riforma nazionale tenendo conto delle imprescindibili specificità di una terra come il Trentino una terra alpina, una terra interessata a grandi flussi turistici, una terra che vuole conservare la propria identità e farne un autentico motore del proprio sviluppo economico."

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