Lunedì, 02 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1370

OGGI IN ITALIA COMANDA LA NOMENKLATURA DEI SUPER-BUROCRATI

Nella biblioteca comunale di Trento partecipano alla presentazione del nuovo libro "Nomenklatura" gli autori, Roberto Mania e Marco Panara, e il senatore Massimo Mucchetti. Per Mania "oggi il percorso che trasforma una decisione politica in realtà è tortuosissimo; bisogna fare i conti con quest'alta burocrazia che non cerca e non ha legittimità popolare." Per Panara "la tecnostruttura dello Stato esercita un potere reale, e ha reso più difficile la riforma dello Stato". Per Mucchetti il trionfo della nomenklatura è figlio del trionfo della finanza, che ha depotenziato la politica e ha lasciato i giuristi "in una terra di mezzo".-

"Questo libro è nato per caso, da un'idea comune: raccontare un fenomeno nuovo, quello della nomenklatura burocratica italiana. – ha raccontato il giornalista di Repubblica Roberto Mania, che in occasione della quarta e ultima giornata del Festival dell'Economia di Trento ha presentato il libro "Nomenklatura", scritto con il collega Marco Panara – Tutto è iniziato quando l'allora premier Mario Monti denunciò i blocchi, i rallentamenti che arrivavano dal Ministero del Tesoro ad alcune sue decisioni. È passato un po' di tempo da allora, ma oggi sappiamo quanto sia difficile, tortuoso, il percorso per trasformare una scelta politica in realtà concreta."
A parere di Mania lo scontro di allora tra il "tecnico" Monti e i tecnocrati del Tesoro è emblematico del reticolo di poteri tecnici incarnato da "quelle che sono, più o meno, sempre le stesse persone". Mania ha parlato a riguardo di un "triangolo del potere" con sede a Roma che ha come vertici Palazzo Spada (sede del Consiglio di Stato), il Ministero del Tesoro e Palazzo Chigi. "Quest'alta, altissima burocrazia è un potere non-politico, che non cerca e non ha legittimità popolare. Solo di rado questi signori si sottopongono al vaglio elettorale: è il caso dell'ex ministro Franco Frattini, che veniva dal Consiglio di Stato".
Mania ha sottolineato l'esistenza di "un corpaccione tecnocratico che non solo ha impedito le riforme, ma ha deciso di prendere il potere. Si tratta di una dimostrazione del declino italiano. Non a caso oggi è la politica personificata dal nuovo premier Matteo Renzi a sfidare le tecnocrazie".
Per Panara "il cambiamento della classe parlamentare italiana dagli anni '90 in poi ha avuto due caratteristiche: si trattava di gente con poco conoscenza del diritto amministrativo, della macchina dello Stato; una parte di questa nuova classe parlamentare era anti-istituzionale. Di fronte all'arrivo di questi "barbari" la tecnostruttura dello Stato, che si sente depositaria di un compito ben preciso, si è irrigidita, e ha reso più difficile la possibilità di riformare lo Stato. Gli uomini di questa tecnostruttura, gran parte dei quali sono magistrati, ci hanno poi preso gusto, anche perché le loro decisioni sono insindacabili, si ritrovano interlocutori politici deboli, e quindi diventano il vero potere". Insomma, una nomenklatura che non deve rispondere a nessuno, e che diventa un freno conservatore al cambiamento. "Negli ultimi anni quelli che davvero comandano nei ministeri non sono i ministri, ma i capi di gabinetto."
Panara è stato chiaro: "la macchina dello Stato oggi è paralizzata, bisogna farla ripartire". Per Mucchetti, che ha partecipato alla presentazione del libro, "incontrando gli uomini di questa nomenklatura ho trovato persone di altissima levatura intellettuale, ma anche uomini al servizio di un potere politico debole, che non si sa far valere o si fa valere male. Questo fenomeno è il risultato del trionfo globale dell'economia finanziaria, e un arretramento della politica. I giuristi si sono ritrovati in mezzo". -