Sabato, 01 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1594

OCSE: LA "RICETTA" DI GURRIA PER SCONFIGGERE LA DISEGUAGLIANZA

Di fronte alla crisi i governi devono concentrarsi sul rafforzamento delle finanze pubbliche e dare impulso all'occupazione. Per realizzare questi obiettivi, servono percorsi di riforme strutturali, investimenti in nuove fonti di crescita, innovazione e sviluppo delle competenze. E' necessario puntare su attività basate sulla conoscenza e sulla crescita "verde" in chiave inclusiva e planetaria. Perchè la globalizzazione non è un'opzione, ma una realtà da accettare. Questa la "ricetta" del segretario generale dell'OCSE Angel Gurría per sconfiggere la diseguaglianza globale.-

"Se questo dibattito si fosse tenuto dieci anni fa, i punti di partenza sarebbero stati altri". Con queste premesse il giornalista Federico Rampini ha aperto il dialogo con il segretario generale dell'OCSE Angel Gurría. "Il luogo comune che regnava a cavallo del nuovo secolo era infatti che la globalizzazione avrebbe accentuato le diseguaglianze fra nord e sud del mondo. Oggi si parla invece di diseguaglianze all'interno delle nazioni".
Per capire il fenomeno della diseguaglianza è necessario partire dai numeri. Oggi il reddito medio dei paesi OCSE è 9 volte più alto rispetto a quello dei paesi poveri, con un divario del 30% rispetto ad una generazione fa. "Quest'anno l'OCSE - prosegue Gurría - si confronta attorno al tema: It's all about people: Jobs, Equality and Trust. Nella sola area dell'euro, il tasso di disoccupazione ha raggiunto un livello record del 12%. I giovani sono i più colpiti da questo fenomeno. In Italia la disoccupazione è arrivata all'11,5%, quella giovanile è al 38%. Nell'agenda dei governi deve rientrare quindi come priorità la promozione dell'orientamento professionale e di un'adeguata transizione dalla scuola al lavoro, così come la riqualificazione del lavoro".
Tutte dimensioni non correlate al PIL, ma alla qualità della vita. "Perché - sottolinea Gurría - la necessità di far fronte alle conseguenze immediate della crisi non deve farci dimenticare l'obiettivo una crescita sostenibile e inclusiva. Solo così è possibile favorire l'innovazione e garantire competitività in un mondo di catene globali del valore, dove il capitale della conoscenza è il bene più grande". E quali indicazioni dunque per l'Italia? "La strada delle riforme è la più importante. Le riforme devono essere una condizione mentale. La società deve essere pronta a cambiare".
Oltre a questo è necessario per il segretario generale dell'OCSE far sì che grazie alle politiche fiscali tutti paghino realmente le tasse, che la parità di genere non venga messa in discussione e che il sistema educativo riesca a produrre le competenze giuste richieste dal mercato. Serve investire non solo nell'innovazione di prodotto, ma nell'innovazione dei sistemi di governo, dei mercati. Serve attuare una maggiore collaborazione fra governo e aziende. C'è bisogno insomma di politiche di lungo termine che vadano spiegate e condivise adeguatamente con i cittadini. I politici devono riuscire a comunicare che abbiamo bisogno di tempo per garantire maggiore competitività del paese. Contenere i problemi di carattere sociale, promuovere impegno ecologico, riforme strutturali, innovare le istituzioni, cercando di ridurre le problematiche di ogni Paese in modo originale, aumentando realmente la competitività: questi i punti imprescindibili di qualsiasi programma di governo.
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