Giovedì, 18 Ottobre 2012 - 02:00 Comunicato 3202

A Rovereto un convegno sul lavoro di Con.Solida
OCCUPAZIONE: LA COOPERAZIONE SOCIALE MODELLO SU CUI INVESTIRE

"Le politiche attive del lavoro trentine sono un modello esemplare a livello nazionale ed europeo. Eppure oggi, di fronte ad un profondo cambiamento del contesto, anche il Trentino non può permettersi di vivere di rendita: deve tornare ad innovare, anche dentro a misure europee finalmente favorevoli." Con queste parole Olga Turrini, esperta di politiche del lavoro e della formazione, ha riassunto quanto emerso nell'incontro di apertura di "Capolavoro", la giornata dedicata al lavoro che si sta tenendo in queste ore a Rovereto. Un appuntamento di riflessione e confronto sul tema lavoro organizzato da Con.Solida in collaborazione con Agenzia del Lavoro, Progetto Manifattura ed Euricse, a cui ha partecipato anche l'assessore provinciale Alessandro Olivi.-

"La principale misura che l'Agenzia del Lavoro attua da 20 anni per sostenere l'ingresso nel mondo del lavoro di persone svantaggiate e deboli – ha affermato Antonella Chiusole dirigente generale dell'Agenzia del Lavoro - è l'Intervento 18. Nato nel 1992 e diventato modello di eccellenza in Europa, l'Intervento 18 sostiene attraverso le cooperative sociali la reintegrazione nel mondo del lavoro di invalidi fisici o psichici, ex detenuti, persone con problemi di dipendenza alle spalle o segnalati dai servizi sociali. Nel ventennio 1992-2012 sono state 959 le persone (prevalentemente uomini) che hanno compiuto un percorso di inserimento lavorativo: ad oggi, ben il 51% di questi continua a lavorare (in cooperativa (245) e i rimanenti sono occupati in altre aziende (225). I contributi erogati – limitati e decrescenti nel tempo – sono finalizzati al sostegno all'assunzione dei lavoratori svantaggiati, alla parziale copertura del costo del lavoro delle figure professionali dedicate all'inserimento lavorativo (tutor, responsabili sociali), alla formazione e consulenza". "Contributi che non sono venuti meno, anzi sono aumentati – ha sottolineato la Chiusole – nei momenti di crisi, come quello del 2010 e del 2011, duranti i quali l'erogazione è stata complessivamente di circa 1 milione e 500 mila euro. Oggi sono 19 le cooperative sociali di inserimento lavorative coinvolte, distribuite in buona parte del Trentino anche se rimangono territori scoperti."
"Il mercato negli ultimi anni è però profondamente cambiato – ha precisato Antonella Chiusole - pertanto è necessario adattare gli strumenti a sostegno dell'occupazione. Oggi, infatti, il mercato del lavoro è più duttile; non solo aumenta la disoccupazione, ma diminuisce l'occupazione, ossia mancano posti di lavoro. I nuovi disoccupati sono soprattutto maschi - perché i settori con l'occupazione in calo sono in particolare quelli delle costruzioni e del manifatturiero. Si perde il lavoro anche in età avanzata e c'è quindi una richiesta per rientrare nel mercato più dilatata. Richiesta che arriva con più frequenza anche da parte di persone svantaggiate o deboli. Ad esempio ci sono più disabili che vogliono un'occupazione: nel 2011 erano 1800 quelli iscritti ai sensi della Legge ‘68; oggi sono 1950, qualche anno fa erano 1200."
Preziose indicazione arrivano dall'Europa: secondo Olga Turrini bisogna fare massa critica, concentrando gli obiettivi e rafforzando le politiche che le devono perseguire. L'impresa sociale sta assumendo, dentro questo nuovo contesto, un ruolo che non ha mai avuto finora: sta diventando, come emerge anche dalla programmazione dei futuri finanziamenti, una priorità dentro alle politiche europee data la tenuta occupazionale di questo modello. Ora è necessario agire per valorizzare le sue potenzialità e rispondere alle criticità, come quella del finanziamento.
Secondo Felice Scalvini, co-presidente di Cooperatives Europe, per guardare al futuro serve che le imprese, soprattutto le imprese cooperative, collaborino e non competano, costruendo piani di imprese di gruppo e gestendo insieme le relazioni con il territorio e le istituzioni locali. Inoltre, secondo Scalvini, serve una finanza innovativa che consenta di far fruttare al meglio le risorse in calo, il che significa ridurre i contributi a fondo perduto e promuovere fondi di rotazione che sostengano lo sviluppo.
"L'intervento 18 – ha precisato ancora Felice Scalvini - ha creato un'occasione unica e preziosa a livello nazionale ed europeo. Le istituzioni trentine possiedono la ricchezza di un sistema intergrato di imprese vocate all'inserimento lavorativo e una forte struttura di politiche che, tuttavia, dovranno essere affinate anche in vista di un quadro europeo finalmente favorevole. Tutto questo permetterà, se si vorrà farlo, di rilanciare l'impresa sociale come strumento di inserimento lavorativo verso un nuovo orizzonte, embrione di un' iniziativa politica e di sviluppo che può avere la stessa portata di Manifattura Domani."
"Era proprio necessario – ha chiesto Alessandro Olivi, assessore all'industria, artigianato e commercio della Provincia autonoma di Trento – che arrivasse una crisi così devastante per rimettere al centro dell'attenzione la questione di un'economia sostenibile e inclusiva e di imprese impegnate per la qualità della vita dei cittadini? Il Trentino è stato fino ad oggi lungimirante, considerando nelle politiche che impresa, lavoro e socialità non possano essere disgiunti. Oggi, però, di fronte all'inevitabile e progressivo calo delle risorse pubbliche le istituzioni devono fare un passo indietro lasciando spazi al privato e al privato sociale che riescono ad ottenere risultati come quelli che sono stati presentati questa mattina."

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