
Incalzato dalle domande della giornalista de Il Sole 24 Ore Manuela Perrone, Fitto ha rassicurato sulla necessità di apporre modifiche al Pnrr alla luce degli avvenimenti internazionale: “Il regolamento europeo - ha affermato - indica che il Pnrr per ragioni oggettive può essere cambiato. Chi lo ha redatto non immaginava che di lì a poco ci sarebbero stati degli eventi eccezionali come la guerra, uno stravolgimento dei costi energetici, un cambio di dinamica geopolitica a livello internazionale e l’inflazione, solo per citarne alcuni. Penso sia singolare che si parli di ritardi e le polemiche a volte assumono dimensioni surreali. Al contrario è in atto un lavoro complesso che sta andando avanti perché il nostro è il più grande Pnrr (190 miliardi di euro) e per dare un’idea della differenza con gli altri paesi europei, il secondo Piano più grande è quello della Spagna che vale 69 miliardi di euro”.
Fitto non vuole quindi sentir parlare né di ritardi né di allarmi dalla Commissione Europea: “Da regolamento - ha proseguito il Ministro - il termine per la revisione del Piano è il 31 agosto. Siamo nei termini, il piano prevede la conclusione degli interventi per giugno 2026, che non è così lontano e quindi bisogna andare veloci ma non di fretta, perché l’obiettivo è fare le cose fatte bene. Allo stesso modo non ho rilevato alcun allarmismo dalle raccomandazioni della Commissione Europea: in tema di attuazione a tal proposito ricordo che sinora solo 4 paesi hanno presentato domanda di modifica; le altre raccomandazioni riguardano il coordinamento tra Pnrr e le risorse della coesione e il rafforzamento della governance, soprattutto a livello territoriale, e su questi due punti c’è coerenza con l’azione del Governo. Penso che la relazione semestrale sarà l’occasione per fornire una fotografia dettagliata della situazione”.