
“In un'ottica di un luogo di crescita metterei in primo piano il rispetto delle differenze di genere - ha osservato Riccardo Mazzeo - per contrastare gli stereotipi della società patriarcale ancora radicati nelle nostre comunità: non solo per le donne, ma anche per gli uomini che sono ancora soggetti a un topos culturale che li vuole figure forti e autorevoli e leader incontrastati”. “Quindi appianare la difficoltà di relazione tra uomini e donne è il primo passaggio da fare per trasformare i luoghi in luoghi di crescita effettiva”. “Saper vivere i luoghi con qualità di relazioni è il suggerimento dato da Mariapia Veladiano. “La casa, la chiesa l’associazione sono alcuni dei luoghi che noi pensiamo di abitare, ma invece li attraversiamo di corsa - ha affermato - e diventano luoghi delle relazioni che saltano”. “Tutto il nostro vivere - ha poi aggiunto - è caratterizzato dalla retorica dello ‘stare al passo’, di dovere seguire il mondo e non pensarlo. Una modalità che rende nella scuola gli studenti obbligati alla competitività e che non corrisponde alla nostra vera natura”. “La complessità della nostra società è ingovernabile: ad esempio non sappiamo come andrà a finire con le migrazioni, e per questo non dobbiamo cedere alla tentazione della sottomissione, ovvero scantonare con passo distratto i problemi, ma essere sufficientemente vicino all’altro per capire la sua paura - ha concluso Veladiano - essere accanto è il contrario della corsa solitaria: una sorta di maternità collettiva”.