L’obiettivo principale dell’atto firmato è dunque rispondere alle necessità idriche per l’agricoltura della Val di Non attraverso un progetto organico per il potenziamento e per l’ulteriore efficientamento del sistema irriguo, accompagnato da ulteriori investimenti per il miglioramento della qualità delle acque e per un’agricoltura sempre più sostenibile, dalla progressività nel rilascio del deflusso minimo vitale e da un percorso di trasferimento tecnologico che coinvolgerà l’Università degli Studi di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund Mach.
Nel bilancio di assestamento 2018 della Provincia sono già stati stanziati i primi 6 milioni di euro, dal 2019 al 2021, a sostegno dell’iniziativa.
Provincia e Consorzio si impegnano a garantire che l’eventuale programmazione di ulteriori colture agricole della valle non determini un incremento dei fabbisogni idrici e che i livelli di sostenibilità e di biodiversità siano progressivamente elevati, ma anche a verificare che il programma di miglioramento del sistema irriguo possa soddisfare anche altre esigenze di interesse pubblico connesse all’uso dell’acqua, espresse dalle amministrazioni comunali.
Partendo dal “Programma di legislatura”, che ha individuato l’agricoltura come “settore cardine della nostra economia e della nostra realtà sociale”, le premesse che hanno portato oggi all’approvazione del protocollo d’intesa trovano riferimento anche nei due studi, effettuati dal Consorzio tra ottobre 2017 e febbraio 2018. Il primo esamina la situazione del comparto agricolo della Val di Non - 6.800 ettari coltivati a melo, 4.000 aziende familiari, 1.200 occupati nelle 16 cooperative di riferimento -, le esigenze in termini di acqua per l’irrigazione – dai 24 ai 29 milioni di metri cubi all’anno - e la situazione del reticolo idrografico.
Il secondo studio riguarda invece alcune ipotesi per la razionalizzazione complessiva del sistema irriguo della valle e per il reperimento di apporti idrici aggiuntivi.
Nella deliberazione della Giunta adottata oggi si ricordano gli interventi realizzati, nei territori oggetto del protocollo d’intesa, dal 2006, anno di approvazione del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche, al 2018. Tra le varie cose, il sistema di irrigazione è stato interessato da ingenti interventi di miglioramento dell’efficienza, cui la Provincia ha contribuito per circa 100 milioni di euro, che hanno comportato la conversione da pioggia a goccia del 100% della superficie coltivata a melo. Sono state inoltre finanziate importanti opere accessorie per gli impianti: bacini di accumulo, pompaggi, filtraggi, opere di adduzione.
Si sta promuovendo anche un utilizzo sempre più sostenibile dei prodotti fitosanitari e con l’avvio del progetto di rinnovo varietale del melo sono state introdotte delle varietà resistenti alle maggiori patologie del melo, con la conseguenza di ridurre il numero dei trattamenti.
Anche gli investimenti per la depurazione delle acque reflue, attraverso la realizzazione di nuovi collettori fognari intercomunali, sono stati importanti (circa 15.000.000 di euro) e ulteriori sono in programmazione nei prossimi anni.
Infine, significativi sono stati i passi in avanti compiuti per accrescere i livelli di sostenibilità dell’agricoltura e per garantire il maggior livello possibile di biodiversità e di qualità delle acque e dell’ambiente.
Il protocollo siglato oggi rappresenta, quindi, un’opportunità importante di ulteriore collaborazione tra pubblico e privato su un progetto di sistema che, a partire dall’esigenza di razionalizzare ulteriormente l’utilizzo della risorsa acqua, si pone l’obiettivo di affrontare tutta una serie di questioni correlate per rendere compatibili esigenze diverse e per accrescere i livelli complessivi di sostenibilità e qualità del territorio e dei prodotti e servizi che esso esprime.