Domenica, 14 Ottobre 2018 - 11:42 Comunicato 2484

Marco Aurelio Fontana, da campione di mtb a eroe dei bambini

Sono soprattutto i più piccoli partecipanti al Camp di mountain bike del Festival ad emozionarsi all’arrivo di Marco Aurelio Fontana in Piazza Dante. Per loro, il bronzo olimpico a Londra 2012, è molto più di un maestro di tecnica per un giorno: è un mito, “ciò che vorremmo essere da grandi”. Ed è quindi proprio ai bambini che Fontana sceglie di parlare, ricordando loro i veri valori dello sport: divertimento, prima che allenamento.

«Vi vedo qui, davanti a me, con delle biciclette fantastiche e “gasati da morire”» - dichiara, entusiasta Marco Aurelio Fontana, mentre parla alla sua piccola platea di giovanissimi appassionati - «e mi ricordo della prima bici, una 24 pollici con il punta piedi. Già solo per il fatto che non avesse i pedali “normali”, senza aggancio, mi sentivo un dio. Il primo giro che ho fatto in montagna è stato sopra il Lago Maggiore, dove la mia famiglia aveva una casa di vacanza. Ricordo» - continua - «il senso di libertà che la mtb mi dava, la gioia che provavo potendo andare dove volevo, il sorriso stampato sul mio viso quando rincasavo, anche se ero stato fuori solo dieci minuti. Se provate tutto questo, fate questo sport». Ma per i circa venti partecipanti alla lezione, di cui quasi la metà di un’età che si aggira tra gli 8 e i 9 anni, i consigli del bronzo olimpico a Londra 2012, sei volte sul podio mondiale e sette su quello europeo, non sono a base di allenamento e fatica: «Allenatevi, sudate, certo» - dichiara infatti - «ma soprattutto divertitevi, anche quando la mtb sarà per voi – magari – un lavoro e un impegno. Cercate sempre il momento di stacco e relax, non trascurate la scuola e i vostri amici». E a proposito di amicizia, Fontana ribadisce anche il valore della condivisione della mountain bike: «Una volta pensavo che la cosa più bella di questo sport fosse il silenzio e la solitudine nell’attraversare il bosco, ma non è così: la cosa migliore è sempre fare un percorso con qualcuno, condividere le emozioni e, perché no, il giorno dopo prendersi in giro a vicenda per gli sbagli commessi». Oltre alle dritte generali, Marco Aurelio Fontana ha poi anche istruito il suo gruppo, per circa due ore, su vari tecnicismi – come affrontare al meglio discese e salite, le linee da tenere nel tracciato – lungo il percorso allestito al Parco Gocciadoro. Maestro ed eroe, non ha infine dimenticato di omaggiare i suoi giovani fan, che si dichiarano “pronti alle Olimpiadi, e impauriti da nulla”, con delle borracce autografate.



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