L'Unione Europea sostiene da anni la formazione e la riqualificazione professionale dei lavoratori in un'ottica di "apprendimento permanente" che renda duraturo il reinserimento al lavoro, anche grazie al proprio programma di interventi Leonardo da Vinci, che promuove progetti di mobilità fra gli Stati europei. Agenzia del lavoro ha colto l'opportunità fornita da questo programma per far fronte alla seria crisi economico-occupazionale che attanaglia anche il Trentino e che riguarda anche lavoratori di medio-alta specializzazione e formazione culturale.
Si è così sviluppato un progetto sperimentale MoMo, destinato a lavoratori trentini iscritti alle liste di mobilità e che prende il nome dalla protagonista del celebre libro di Michael Ende: una ragazzina che, sconfiggendo gli uomini grigi, riusciva a restituire il tempo agli uomini. Analogamente il progetto si proponeva di "ridare tempo" ai lavoratori espulsi dai processi produttivi, affinché potessero trovare soluzioni per reinventarsi come cittadini e come nuovi lavoratori tramite un progetto personale di investimento sulle proprie competenze.
Ne è nato un intervento articolato e personalizzato - con un investimento complessivo di 270 mila euro quasi interamente finanziato con fondi europei - per 73 lavoratori (età media 42 anni, 20 di loro sono laureati, per tutti gli altri diploma o qualifica) iscritti alle liste di mobilità. Con un tirocinio durato 5 settimane presso un'azienda all'estero hanno potuto verificare "sul campo" la propria capacità di rimettersi in gioco da un punto di vista professionale, ma non solo.
I tirocini si sono svolti presso aziende di Irlanda, Gran Bretagna, Germania in diversi settori professionali quali fra gli altri quello turistico, delle costruzioni, manifatturiero, della amministrazione e contabilità, oltre che del commercio e della ristorazione. L'inserimento è stato "accompagnato" da tutor locali che hanno anche curato l'organizzazione degli aspetti logistici e di ospitalità presso istituzioni o famiglie del posto al fine di rafforzare anche le competenze linguistiche. Il tirocinio infatti è stato preceduto da due settimane di formazione intensiva nella lingua del paese di destinazione. Al termine dell'esperienza era anche previsto il rilascio delle certificazioni linguistiche internazionali, quali quelle del Cambridge ESOL o del Goethe Institut.
A distanza di 12 mesi dalla fine dei tirocini ben il 70% dei lavoratori partecipanti si sono rioccupati (i due terzi nel terziario avanzato, un terzo nel secondario metalmeccanico mentre cinque lavoratori hanno trovato impiego proprio all'estero, là dove hanno svolto il tirocinio). Il risultato rappresenta senza dubbio uno dei più alti livelli d'efficacia delle politiche attive del lavoro a livello nazionale ed europeo. Gli stessi partecipanti hanno valutato positivamente l'esperienza, riconoscendone la validità da un punto di vista della riattivazione e della rimotivazione personale.
Il seminario di oggi ha rappresentato anche l'occasione per discutere delle prospettive delle azioni di mobilità europea e per presentare un nuovo modello di mercato del lavoro, condiviso dal Consiglio dei Paesi Scandinavi, che fa della mobilità geografica e professionale dei lavoratori una sfida per il raggiungimento di nuove forme di flessibilità da conseguire anche attraverso la formazione e l'educazione.
Il Seminario ha avuto il patrocinio dell'ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori) e di Agenzia Nazionale Leonardo Da Vinci (rappresentata oggi dal responsabile nazionale, Sveva Balduini).
Immagini a cura dell'Ufficio stampa -