Mirrlees lo ha detto solo alla fine: "Io sono un fan del welfare state e non voglio vedere diminuzioni nell'assistenza. Ma come facciamo a porre termine a queste politiche di austerity? Lasciare l'Euro non è solo una possibilità teorica, ed oggi è più difficile di quanto invece fosse stato entrarci. Con l'Euro i Paesi sono entrati in un sistema di regole molto severo ed hanno dovuto adottare la politica fiscale tedesca. L'espansione di cui abbiamo bisogno dev'essere però finanziata sul versante monetario, mentre gli Stati dovrebbero sussidiare l'occupazione".
Mirrlees ha tratteggiato un panorama europeo a geometria variabile, dove vi sono alcuni Stati "che non se la cavano troppo male" (ancora la Germania, ma anche la Polonia e il Regno Unito), ed altri che hanno invece subìto drastici cali negli investimenti, con conseguenze drammatiche sull'occupazione e "meno drammatiche", secondo il premio Nobel, sul Pil. Quanto è importante la questione del debito nel caso italiano? "Il debito è sempre stato un problema pervasivo per l'Italia, ma è difficile capire se è di per sé stesso un così grave problema. Ma perchè dovremmo poi preoccuparci così tanto del debito? C'è il rischio di default, naturalmente, ma il debito è un segno del fatto che un governo spende senza un controllo sulla spesa. La cosa migliore sarebbe riportare gli investimenti ad un livello antecedente all'inizio della recessione. Questo è difficile perchè le banche non hanno voglia di erogare prestiti, e la politica monetaria ha fallito nel suo tentativo di intervento su questo versante. Si è detto che un tasso d'interesse allo 0 % avrebbe aiutato, ma le banche lo avrebbero accettato? Come incoraggiare dunque gli investimenti? Un modo sarebbe avere delle assicurazioni sui prestiti, ma le politiche adottate in Occidente sono state tardive. Creare degli istituti di credito pubblici? La realtà è che forse sono le imprese che non vogliono investire, perchè pensano che forse si uscirà presto dalla crisi. In alcuni paesi un ritorno agli investimenti non risolverebbe comunque il problema, perchè la crisi bancaria ha tolto alle persone l'accesso al credito spingendo i governi a fare deficit. Questa recessione non se ne andrà e dobbiamo chiederci fino a che punto possiamo permetterci dei salvataggi, e chi deve essere salvato?"
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