Giovedì, 26 Luglio 2012 - 02:00 Comunicato 2290

"E' un evento che aiuterà l'Europa a essere più unita"" ha detto in conferenza stampa l'assessore Tiziano Mellarini
MILLECINQUECENTO ALPINI AL PELLEGRINAGGIO SULL'ADAMELLO ORGANIZZATO DELLA SEZIONE ANA DI TRENTO

È stata presentata stamani in Provincia la 49esima edizione del Pellegrinaggio nazionale in Adamello, organizzata dalla Sezione ANA di Trento e che si svolgerà il 27, 28 e 29 luglio in Val di Peio. Alla conferenza stampa erano presenti l'assessore Tiziano Mellarini, che sarà in Val di Peio in rappresentanza della Giunta provinciale; Maurizio Pinamonti, presidente della Sezione ANA di Trento; Roberto Bertuol, consigliere ANA nazionale; Angelo Dalpez, sindaco di Peio; Attilio Martini del direttivo ANA di Trento; Alberto Penasa, consigliere ANA della zona della Val di Sole, nonché Dino Leonesi, uno dei fautori dell'iniziativa e "anima" del pellegrinaggio alpino.-

Angelo Dalpez, dopo aver portato i saluti della comunità di Peio, ha ricordato che "poter portare il tradizionale pellegrinaggio ANA in Val di Peio è sempre stato il mio sogno di alpino e di sindaco" Dalpez ha inoltre ricordato che "questa sarà dedicata al capitano Arnaldo Berni, l'eroe dei ghiacci caduto con dieci suoi soldati nel corso della feroce battaglia per la conquista della Punta San Matteo, combattuta aspramente nel settembre del 1918, a due soli mesi di distanza dalla fine della Grande Guerra. E il capitano Berni riposa ancora lassù coi suoi alpini".
Maurizio Pinamonti, presidente dell'ANA di Trento, ha detto che "49 pellegrinaggi in Adamello sono la storia dell'Associazione Nazionale Alpini, una storia che vuole valorizzare i simboli più profondi, i valori fondanti dell'ANA: vogliamo ricordare tutti i caduti in guerra per costruire la pace. Ecco perché quest'annno, per la prima volta, abbiamo invitato le delegazioni diplomatiche di tutte le nazioni europee che hanno partecipato al conflitto mondiale '14-'18. Hanno già risposto positivamente i russi, i tedeschi e i francesi, stiamo attendendo le risposte degli austriaci, dei polacchi, degli sloveni, dei croati. Sarà di sicuro un modo per prepararsi degnamente alle celebrazioni del centenario, che in Trentino prenderanno il via il prossimo 2014: ecco perché nel corso della cerimonia religiosa al Pian della Vegaia, prevista per sabato 28 luglio, consegneremo alle delegazioni straniere alcune lampade accese in precedenza nel cuore dell'Adamello, proprio là dove Giovanni Paolo II dichiarò l'Adamello montagna sacra per la pace".
Roberto Bertuol. che fa parte del Consiglio direttivo nazionale dell'ANA, ha poi preso la parola per sottolineare che "il pellegrinaggio adamellino costituisce, per l'Associazione nazionale, un evento di particolare significato, secondo solo all'adunata annuale, un evento che vede lavorare assieme due sezioni, quella di Trento e quella della Val Camonica. E se i simboli hanno ancora un valore, per tutta la durata di questo 49esimo pellegrinaggio gli alpini in marcia saranno accompagnati dal nostro labaro, che reca appese le 213 medaglie d'oro degli alpini".
L'assessore Tiziano Mellarini, alpino pure lui e che sabato e domenica sarà in cammino assieme agli altri alpini – ne sono attesi più di mille, alla sfilata finale di Peio – ha ricordato che "il Trentino non dimentica il passato, anzi: vuole che la sua storia ci aiuti ad affrontare le fragilità dell'oggi. La cultura di noi trentini è una cultura ispirata alla montagna: è una cultura alpina che oggi può dare il suo contributo a una nazione come la nostra che sta soffrendo per queste fragilità. Il pellegrinaggio in Val di Peio avrà il merito – ha proseguito Mellarini, – di farci riflettere sull'impegno forte per la pace che deve guidare i nostri passi, perché cammineremo lungo gli stessi sentieri percorsi quasi cent'anni fa dai soldati dei due fronti contrapposti, e molti, moltissimi di loro morirono a causa di una guerra massacrante avendo però in fondo al cuore un futuro migliore. Il Trentino crede da sempre nei valori forti, in quei valori di convivenza, di incontro, di dialogo, di sviluppo equilibrato che saranno al centro delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra. Il pellegrinaggio di questa fine luglio 2012 – ha quindi concluso l'assessore, – sarà un anticipo di quella rivisitazione storica che di sicuro ci renderà più forti e più uniti. In Val di Peio si daranno appuntamento, per il pellegrinaggio, delegazioni diplomatiche di tutta Europa. A loro consegneremo una lampada accesa in Adamello: quella luce è il simbolo di un impegno e di una disponibilità a creare un continente coeso, unito e capace dare risposte adeguate, efficaci e pronte ai problemi dell'oggi!"
È toccato infine all'alpino Alberto Penasa, nato in Val di Peio e cresciuto in Val Camonica, illustrare a nome del gruppo ANA della Val di Sole, i singoli dettagli di un programma assai nutrito. Gli appuntamenti da non mancare sono la breve cerimonia nel pomeriggio di venerdì 27 luglio nei pressi del rifugio Vioz Mantova, accanto alla nuova croce da poco reinstallata; sabato 28 luglio, alle 11 al Pian della Vegaia (1950 m), santa messa celebrata dall'Arcivescovo di Trento mons. Luigi Bressan, nel corso della quale alle delegazioni diplomatiche straniere verrà regalata una lampada accesa in precedenza sull'Adamello; alle 18 di sabato, nel nome della pace e della convivenza ritrovata, breve cerimonia al cimitero militare sul colle di San Rocco a Peio, per onorare la memoria di alcuni Kaiserschützen di recente riaffiorati dai ghiacciai intorno e lì sepolti. Infine domenica 29 luglio, con inizio alle 11.30, si terrà la cerimonia conclusiva a Cogolo di Peio, con sfilata degli alpini, discorsi delle autorità, messa al campo sportivo e pranzo sotto al tendone.

IL PROGRAMMA DEL PELLEGRINAGGIO
Il pellegrinaggio del 2012, che è dedicato alla memoria del capitano Arnaldo Berni, giovane ufficiale alpino rimasto sepolto sotto i ghiacci dell'Adamello assieme ai suoi alpini durante la battaglia per la conquista della Punta San Matteo nel settembre del 1918, prenderà le mosse venerdì 27 luglio da Cogolo di Peio, località Plaze.
I partecipanti saranno suddivisi in colonne, due delle quali (la Colonna 1 e la Colonna 1/A) partiranno dal versante "trentino", mentre due (la Colonna 1 e la Colonna 2) partiranno dal versante della Val Camonica. Le due colonne "trentine" saliranno in telecabina fino al Doss dei Gembri e raggiungeranno con una camminata di quattro ore circa il Rifugio Vioz. Lassù, nella chiesetta accanto al Vioz si terrà una breve cerimonia, dopo di che i cinquanta alpini della Colonna 1 ceneranno e pernotteranno al rifugio, mentre quelli della Colonna 1/A rientreranno prima a piedi e poi in telecabina a Peio Fonti per trasferirsi in autobus a Cogolo. La prima colonna "camuna", invece, partirà alle 10.30 del mattino da località Plaze di Cogolo per raggiungere a piedi il rifugio Bozzi al Montozzo passando per Case di Viso e i Laghi di Ercavallo. La cena è prevista al rifugio, il pernottamento sarà in tenda. La seconda colonna partirà invece alle 17 sempre da località Plaze di Cogolo, per raggiungere in autobus la caserma "F.Tonolini" al passo del Tonale, ove gli alpini ceneranno e trascorreranno la notte. La sera alle 21, nella Sala del Parco Nazionale dello Stelvio a Cogolo si terrà un concerto del Corpo bandistico Val di Peio e del Gruppo Musicale "Amadeus" di Quievrain (Belgio)
Sabato 28 luglio tutte le colonne di alpini raggiungeranno il Pian della Vegaia lungo itinerari diversi, in modo da essere presenti, alle 11, alla messa celebrata dall'Arcivescovo mons Luigi Bressan. Nel pomeriggio i "pellegrini" faranno ritorno a Cogolo dove, alle 21, sempre presso la Sala del Parco Nazionale dello Stelvio a Cogolo, si terrà il concerto del Coro Sezione ANA di Trento.
Domenica 29 luglio, invece, la cerimonia conclusiva è prevista a Cogolo con la tradizionale sfilata dei partecipanti al pellegrinaggio, gli interventi delle autorità, la messa da campo presso il campo sportivo e il successivo pranzo sotto al tendone appositamente predisposto. Per facilitare l'accesso da Trento alla sede del raduno finale, per domenica è prevista una corsa speciale della ferrovia Trento-Malè riservata agli Alpini.

Arnaldo Berni (1894-1918) - Nacque a Mantova il 2 giugno 1894; il padre, prof. Archinto, era una nota personalità del mondo intellettuale ed economico della città. Nel 1912 Arnaldo ottenne il diploma di ragioniere presso il Regio Istituto Tecnico con menzione d'onore.
Con la borsa di studio assegnatagli per il successivo triennio dal Pio Istituto G. Franchetti, frequentò la scuola Superiore di Commercio di Genova, dove si segnalò per l'intelligente operosità, fino a quando nella primavera del 1915, prossimo ormai all'esame di laurea, fu chiamato alla Scuola Militare di Modena dalla quale uscì coi gradi di sottotenente, assegnato al 5' Alpini già dal 15 settembre 1915 a guerra da poco iniziata.
Nell'ottobre di quell'anno, è sottotenente alla 46ª Compagnia del Battaglione Tirano, operante al Filón del Mót presso lo Stelvio. Al reparto si distinse subito per l'equilibrio e per il coraggio non comune in un giovane di appena 21 anni d'età, investito di responsabilità di comando. Berni riceve in quella zona il suo battesimo del fuoco e partecipa alla conquista della quota 2931 dello Scorluzzo.
Nell'estate successiva del1916 è al Passo dell'Ablés in posizione più elevata ma contigua a quella del Filón del Mót. Dall'Ablés, Berni ed i suoi spingeranno una serie di ricognizioni contro il nemico arroccato sul dominante Cristallo, l'Hohe Schneid degli austriaci, a oltre 3400 metri di quota, fino a stabilirvi sulla cresta ghiacciata un presidio tra i più elevati del fronte della Grande Guerra. Da quelle posizioni estreme del fronte alpino, il giovane ufficiale mantovano assisterà al succedersi dei vari reparti sulla prima linea e, essendo oramai considerato un esperto dei luoghi, resterà, con pochissime soluzioni di continuità, in alta montagna ad orientare i reparti nello speciale servizio di guerra.
Con la promozione a capitano per meriti di guerra, è destinato al comando della 307ª Compagnia del Battaglione Skiatori Monte Ortler di nuova costituzione. Con questo reparto si troverà negli ultimi mesi di guerra a combattere in zona Gavia, per la presa e per la difesa del San Matteo, a 3678 metri. Dopo la conquista italiana della massima elevazione montuosa della zona, il capitano Berni rimane sul posto per organizzare le difese della posizione.
Lassù, il 3 settembre del 1918 trovò la morte durante l'attacco che portò alla riconquista della vetta da parte degli Imperiali. Il suo corpo non fu mai più ritrovato. Per il valore dimostrato gli fu conferita la medaglia d'argento al valor militare alla memoria, mentre il Regio Istituto di Studi Superiori Commerciali di Genova gli ha conferito la laurea ad honorem dopo la morte. Dedicato a lui è il Rifugio Berni in cima al passo Gavia (tra Valtellina e Val Camonica) sopra Bormio e un monumento accanto alla chiesetta.
(m.n.)

Fotoservizio e filmato a cura dell'Ufficio Stampa
In allegato, breve intervista audio in MP3 all'assessore Tiziano Mellarini -