Lunedì, 03 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1645

Al Castello di Trento si racconta la nascita delle prime macchine fotografiche.
MEMORIE DI UN FOTOGRAFO AL BUONCONSIGLIO

Mercoledì 5 giugno alle ore 17.45 sarà ospite in museo Mario Albertini junior l'ultimo discendente della famiglia Albertini, costruttori di macchine fotografiche. Ingresso libero.-

Mercoledì 5 giugno a ore 17.45, nell'ambito degli appuntamenti "ComodaMENTE in MUSEO", sarà proposto l'incontro "Memorie di un fotografo" nelle stesse sale che ospitano la mostra fotografica "Buonconsiglio in bianco e nero" dedicata agli scatti che raccontano come è cambiato il Castello da fine Ottocento ai primi ani Trenta. In mostra vi è una macchina fotografica per sala da posa, realizzata negli anni '40 da Mario Albertini senior, artigiano attivo a Trento dal 1926 come fotografo ritrattista e di cronaca locale. Nel 1951 ottenne per questa macchina il brevetto industriale dal Ministero dell'Industria e del Commercio. Il figlio di Mario Albertini senior, Mario Abertini junior, anch'egli artigiano e fotografo collaborò fin da piccolo con il padre alla costruzione di queste imponenti macchine da posa. Sarà dunque un'occasione unica per conoscere i segreti del funzionamento di queste monumentali macchine da posa. Padre e figlio già dagli anni Trenta si occupavano di meccanica di precisione, realizzando apprezzate apparecchiature di ripresa e sviluppo, come racconta il fotografo Enrico Unterveger nell'articolo tratto dalla rivista Trentino del febbraio del 1934. "A togliere questi inconvenienti del vecchio tipo di apparato da studio è riuscito ora un bravo artigiano meccanico di Trento, il signor Mario Albertini, valorizzando la sua esperienza nella fotografia e seguendo anche suggerimenti del sottoscritto. Il nuovo apparato esclude la perdita di tempo fra la messa a fuoco e l'istante della posa non solo, ma, a lastra pronta, a otturatore carico per istantanea o per posa, concede l'ininterrotto controllo dell'inquadratura e del fuoco dell'immagine. Con ciò all'operatore è reso possibile di cogliere di sorpresa e ritrarre in quell'istante in cui una relativa libertà di movimento segna naturalezza e verità nella posa e nell'espressione".
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