Martedì, 04 Dicembre 2012 - 02:00 Comunicato 3776

Alla caserma di piazza Centa la celebrazione di Santa Barbara
MAI COSÌ TANTO LAVORO PER IL CORPO PERMANENTE DEI VIGILI DEL FUOCO

Mai così tanto lavoro, negli ultimi dieci anni, come quest'anno per il Servizio Antincendi della Provincia: incendi, soccorsi tecnici urgenti, soccorsi a persone, interventi con elicottero segnano tutti numeri da record, arrivando complessivamente a superare i 7.400 interventi, 20 al giorno in media. La relazione che il dirigente del Servizio Antincendi e Protezione civile Silvio Zanetti ha letto stamane alla festa di Santa Barbara, nella caserma di piazza Centa a Trento davanti alle autorità, ai vertici della Protezione civile trentina, ai pompieri del Corpo permanente ed a quelli volontari, ha offerto non pochi spunti di riflessione.-

Celebrazione senza manovre dimostrative, ma non per questo meno partecipata, iniziata con un minuto di silenzio e la deposizione di una corona al cippo che, proprio all'ingresso della caserma di Piazza Centa, ricorda i pompieri caduti per causa di servizio. Ai Vigili del Fuoco permanenti hanno voluto portare il proprio saluto il questore Giorgio Jacobone, il vicepresidente della Giunta provinciale Alberto Pacher, il vice presidente del Consiglio provinciale Claudio Eccher, l'assessore del Comune di Trento Italo Gilmozzi, il dirigente generale del Dipartimento Protezione civile Roberto Bertoldi, il commissario del governo Francesco Squarcina. Rappresentati dal presidente Alberto Flaim erano invece i circa 6 mila Vigili del Fuoco volontari, che con i permanenti costituiscono l'ossatura del sistema di protezione civile trentino, una realtà che anche nel corso del 2012 si è distinta, oltre che nelle emergenze di "casa", anche nelle calamità che hanno purtroppo segnato altre regioni quali la Liguria e l'Emilia Romagna.

Portando il saluto del governo provinciale, il vicepresidente della Provincia Alberto Pacher ha parlato dell'orgoglio di avere un Corpo altamente professionale: "Sappiamo che c'è una aumentata pressione sul territorio, e dunque una necessitá di tutela dei cittadini che oggi guardano a chi sul territorio offre loro protezione. Il Trentino sta cercando di costruire un sistema di protezione civile sempre più puntuale, che sappia mettere assieme le straordinarie risorse date da una mobilitazione diffusa con alti livelli specialistici per produrre non solo interventi ma anche per radicare una cultura dell'attenzione al territorio e della prevenzione".
Ai compiti assegnati al Corpo permanente dalla legge 9/2011, la prima legge organica sulla protezione civile, ha fatto riferimento il dirigente generale della Protezione civile trentina Roberto Bertoldi: "Ci sono parecchi adempimenti affinché la legge si dispieghi compiutamente e i Vigili del fuoco permanenti possono contribuire con la loro alta professionalitá non solo negli interventi ad alta specializzazione ma anche nella formazione e nell'addestramento, in particolare nei confronti di tutte le componenti della protezione civile. I piani di allerta sono un'altra sfida, un banco di prova importante per fare in modo che negli interventi tecnici vi sia una sinergia con i vigili del fuoco volontari affinchè i piani siano veramente efficaci. Dei pompieri permanenti - ha aggiunto Bertoldi - ci sará bisogno anche per la Centrale unica d'emergenza, così come nel settore della prevenzione incendi".

Momento centrale della cerimonia, preceduta dalla celebrazione della Santa Messa, la relazione sull'attività svolta nel corso dell'anno. Le prime parole il dirigente del Servizio Antincendi Silvio Zanetti le ha dedicate al ricordo di due pompieri che non ci sono più - l'ingegner Ezio Mattivi, il comandante dei Vigili del Fuoco scomparso nel 2009 e che ha lasciato un segno indelebile nella storia del Corpo, e Danilo Tomaselli, "l'allegro, altruista ed operoso" collega scomparso lo scorso agosto durante un'escursione alpinistica sulla Via Normale del Sassolungo. Le ultime all'augurio di una pronta guarigione per Alberto Tommasi, il vigile del fuoco rimasto infortunato quest'estate in caserma nel corso di operazioni di messa a punto di un automezzo.
I numeri, si diceva, che riassumiano brevemente rimandando per il dettaglio alla allegata relazione consuntiva dell'attività: 454 incendi (rispetto ai 318 dello scorso anno), 2166 soccorsi tecnici urgenti (+ 14 %), molti dei quali dovuti a dissesti statici per verifiche in seguito alle scosse di terremoto avvertite sul nostro territorio, 171 soccorsi a persona, ben 2880 gli interventi con l'ausilio dell'elicottero. Gli unici ad avere il segno meno sono i soccorsi tecnici non urgenti (1517 rispetto ai 1723 del 2011) e i falsi allarmi (218).
Un significativo aumento delle attività, dunque, al quale il settore operativo del Corpo ha saputo far fronte, pur in un momento di contrazione delle risorse, con la consueta competenza e professionalità. "Perseguire la strada dell'ottimizzazione è un metodo di lavoro – ha detto Silvio Zanetti – che ci siamo imposti anche per il futuro". Ma a quali cause è dovuto l'aumento del numero di interventi? Zanetti ha fatto riferimento al maggiore uso dei mezzi di elisoccorso conseguente al rinnovo ed al potenziamento della flotta dedicata al soccorso sanitario, ma anche alla presenza del Corpo permanente (con 6 vigili) a Rovereto, al quale va ascritto il 13 % degli interventi complessivi.
Una presenza che spiega per altro solo in parte l'incremento degli incendi, sia quelli conseguenti ad atti vandalici o teppistici, sia quelli relativi al settore produttivo, civile e terziario che sono tuttavia raramente riconducibili ad eventi di natura dolosa. Significativo è a questo proposito il dato relativo agli incendi nelle abitazioni per cause elettriche o scarsa pulizia e inadeguatezza dei camini.
Un fenomeno per contrastare il quale il Corpo, anche per il tramite della Scuola provinciale antincendi, ha intensificato la prevenzione puntando su formazione e informazione al pubblico, mentre va ricordato anche il nuovo regolamento in materia di pulizia dei camini di impianti alimentati con combustibile solido (legna).

La lettura dei dati relativi all'attività dei Vigili del Fuoco racconta, per un certo verso, come cambia la nostra società, mettendo in risalto le dinamiche di alcuni fenomeni. Gli incidenti stradali, ad esempio, notevolmente calati rispetto alla media del decennio, sia per effetto dell'azione sanzionatoria contro velocità e alcol, ma anche per l'aumentata qualità strutturale della rete stradale provinciale. O il raddoppio, rispetto agli anni precedenti, delle richieste di intervento per la ricerca di persone disperse, smarrite o in difficoltà (107), un fenomeno che il comandante del Corpo permanente spiega con la presenza più puntuale dei pompieri sul territorio ma anche con "la necessità del cittadino di condividere mmediatamente un proprio disagio, affidandosi a quelle che considera delle professionalità, siano esse de Corpo permanente piuttosto che dei Corpi volontari, in grado di intervenire e risolvere prontamente il suo bisogno".

Discorso a parte va fatto per gli interventi di protezione civile - sul finire del 2011 per l'alluvione in Liguria e nel corso di quest'anno in centro Italia per l'emergenza neve e in Emilia Romagna per il terremoto – ai quali la relazione dedica un apposito capitolo.

Altri numeri rendono conto di un complesso di attività svolte dagli uffici (prevenzione incendi, Scuola provinciale antincendi), dai nuclei specialistici (NBCR, SAF), dai laboratori (radio, autorespiratori), dal settore veicoli, che non hanno la "visibilità" dell'attività operativa di punta, ma che non per questo sono meno impegnative. (cz)

Immagini a cura dell'Ufficio Stampa -