Venerdì, 31 Maggio 2019 - 17:39 Comunicato 1234

Lo sviluppo passa attraverso dimensione e densità dei luoghi. Non c'è futuro senza città vivaci

Alexander Lembcke introduce Andrés Rodriguez-Pose, Professore di Geografia economica presso la London School of Economics che presenta cause ed effetti della cosiddetta “geografia del malcontento” e spiega come il ruolo delle città sia determinate in tutto questo. Un Paese, per avere futuro, deve necessariamente investire laddove ci sono le opportunità, nei luoghi che contano, ovvero nelle città. Per creare sviluppo, posti di lavoro, futuro infatti, la chiave è la città. Città sempre più grandi. La dimensione e la densità urbana forniscono la via più sicura per passare dalla penuria alla prosperità. Ci sono alcune regioni territoriali che si sviluppano in modo inferiore rispetto al resto della nazione, aree che crescono in modo inferiore alla media. Questo procura un divario e una serie di reazioni dal punto di vista dello sviluppo, porta alla mancanza di crescita e di investimenti. Dal punto di vista sociale, alla fuga di cervelli. Sul fronte politico il malcontento porta ad un forte antieuropeismo o euroscetticismo, ovvero i voti contro il sistema, contro lo stato economico, anche contro la democrazia.

 La geografia del malcontento è collegata principalmente alla crisi, al declino economico a lungo termine. I luoghi che non sono cresciuti, ancora prima della crisi, sono destinati ad un prolungato declino. La vendetta dei luoghi che non contano con il voto antisistema è causata dal prolungato declino in luoghi trascurati. Uno dei fattori più importanti a sostegno dell'integrazione europea è l'istruzione che porta benessere locale e che si contrappone all’antieuropeismo. 

Il luogo geografico, dove vivono le persone, è il cardine di una ricerca portata avanti dall’Ocse che oltre ad aver indagato, si impegna a portare avanti un dibattito in tal senso. La mappa della “geografia del malcontento”, l’infelicità delle persone che si ribellano al sistema, si manifesta in diversi modi. Il compito dell’Ocse è proprio quello di capire perché ci sono “persone che perdono” e quali sono gli elementi che portano a tale malcontento e alla vendetta dei luoghi che non contano. Ovvero al voto contro il sistema.

Alcuni quesiti ispirano la lezione di "geografia del malcontento del professor Andrés Rodriguez-Pose: perché ci sono territori e persone che rimango indietro rispetto ad altri, che esprimono una forte insofferenza per la diseguaglianza. Quali sono gli elementi che portano a tale malcontento e alla vendetta dei luoghi che non contano. Ovvero al voto contro il sistema.

Rodriguez-Pose risponde subito a tali domande, affermando che un Paese, per avere futuro, deve necessariamente investire laddove ci sono le opportunità, nei luoghi che contano, ovvero nelle città. Per creare sviluppo, posti di lavoro, futuro infatti, la chiave è la città. Città sempre più grandi.

I fattori che determinano il valore di una città sono due: la dimensione e la densità. La densità urbana fornisce la via più sicura per passare dalla penuria alla prosperità. C’è una relazione tra dimensione e dinamismo. Il futuro è investire nelle grandi città. Nessun paese è diventato ad alto reddito senza città vivaci. La corsa alle città nei Paesi in via di sviluppo sembra caotica, ma è necessaria.

Ma quando si parla di città  - spiega Rodriguez-Pose - si parla necessariamente di città del calibro di Londra, Parigi, New York e Shanghai. Città dinamiche, che rappresentano il motore economico dei loro paesi. Per quanto riguarda l’Italia, possiamo parlare di città vivaci esclusivamente per Milano e Roma. 

Il professor Rodriguez-Pose parla anche di conseguenze. La conseguenza più grave è la diseguaglianza territoriale che ha conseguenze sociali ma anche economiche. 

In Europa ci sono alcune regioni territoriali che si sviluppano in modo inferiore rispetto al resto della nazione, aree che crescono in modo inferiore all media. Questo procura un divario e una serie di reazioni dal punto di vista dello sviluppo, porta alla mancanza di crescita e di investimenti. Dal punto di vista sociale, alla fuga di cervelli. Sul fronte politico il malcontento porta ad un forte antieuropeismo o euroscetticismo, ovvero i voti contro il sistema, contro lo stato economico, anche contro la democrazia.

Cosa determina l’ascesa dell’antieuropeismo e il voto anti sistema? Due sono le giustificazioni che vengono date a livello mondiale: da una parte, la colpa è dei cittadini lasciati indietro, ovvero quegli elettori anziani, con un reddito basso e bassa formazione culturale, che abitano in luoghi con forte diseguaglianza territoriale. Una seconda spiegazione è di tipo geografico. Una geografia del malcontento che parla di individui lontani dalla città, dai luoghi che contano, sempre più lontani, sempre più arrabbiati.

Secondo Rodriguez-Pose invece, la geografia del malcontento è collegata principalmente alla crisi, al declino economico a lungo termine. I luoghi che non sono cresciuti, ancora prima della crisi, sono destinati ad un prolungato declino. La vendetta dei luoghi che non contano con il voto antisistema è causata dal prolungato declino in luoghi trascurati. Uno dei fattori più importanti a sostegno dell'integrazione europea è l'istruzione che porta benessere locale e che si contrappone all’antieuropeismo. 

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