“Sia Ledro che Fiavé, nell’area compresa tra l’Alto Garda e le Giudicarie, sono due siti di grande valore, che ci restituiscono un’immagine viva e ci regalano un’esperienza unica del passato in epoca preistorica” così la vicepresidente Gerosa. “Due presidi - prosegue - che hanno lo stesso focus, ovvero l’età del bronzo, ma peculiarità diverse e che come tali hanno ciascuno un valore aggiunto da dare al visitatore. Il nostro obiettivo è quindi trovare, coinvolgendo anche l’APT e i territori, nuove progettualità e le connessioni per incentivare i visitatori ad apprezzarle entrambe. Un modo dunque per rafforzare l’intera offerta culturale del Trentino dedicata all’archeologia, un patrimonio straordinario fatto di tante proposte, dalla Tridentum romana al Museo Retico di Sanzeno, che tra l’altro saranno accessibili e visitabili anche in questi giorni di Ferragosto”.
Occhi puntati quindi sulle connessioni guardando ad una promozione unica. Da un lato c’è Ledro, dove il Museo delle Palafitte, gestito dal Muse (10 mesi di apertura da marzo a dicembre, per circa 40.000 visitatori l’anno), accompagna il visitatore nella vita quotidiana dell’età del bronzo tra ricostruzioni e resti originali di un villaggio palafitticolo (2.200-1.350 avanti Cristo).
A Fiavè il Museo delle Palafitte e il Parco Archeo Natura con l’area archeologica (20.000 gli ingressi annui, apertura da aprile-ottobre per il parco) offrono un vero e proprio viaggio nel tempo, con una ricostruzione filologica dell'ultimo villaggio palafitticolo che 3.500 anni fa sorgeva sulle rive dell’antico lago Carera.
“In questi anni è stato fatto un grande lavoro, adesso serve però fare un passo in avanti perché queste realtà di eccellenza del nostro territorio siano sempre più conosciute” conclude la vicepresidente Gerosa.