Lunedì, 26 Aprile 2021 - 20:07 Comunicato 977

I pastori fiemmesi sono stati presi ad esempio per le realizzazioni di opere graffitate moderne
Le scritte dei pastori della val di Fiemme, studiate dal Museo di San Michele, ispirano un writer in Spagna

Jaume Gomes è il writer che ha scoperto le scritte dei pastori della val di Fiemme all’Urban School di Barcellona. La scuola è stata fondata da Javier Abarca, figura di spicco della street art spagnola che ha dato vita anche Unlock Book Fair, la fiera dell'editoria specializzata nel settore, e a Tag Conference, un congresso accademico pionieristico incentrato esclusivamente sulle firme o sui tag. Le innumerevoli pareti rocciose che si possono incontrare risalendo la montagna che sovrasta gli abitati di Tesero, Panchià, Ziano e Predazzo in valle di Fiemme, il monte Cornón, e che sono oggetto di ricerca da parte del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, hanno avuto un ruolo da protagonista all’interno delle ultime due edizioni della fiera e del congresso.

Sulle pareti del Cornón nel corso del tempo i pastori, portando al pascolo i loro armenti, hanno meticolosamente annotato il momento del loro passaggio fissando l’anno, il mese e il giorno del loro transito, accompagnandoli con le iniziali del proprio nome e cognome, con il conteggio del bestiame pascolato, qualche disegno, messaggio di saluto o aneddoto relativo al lavoro in montagna. Per matita hanno usato un pennello rudimentale, costituito da un ramoscello sfibrato con i denti e per colore un’ocra rossa che poteva essere facilmente reperita sulla stessa montagna e che, polverizzata, veniva unita a latte di capra, urina o saliva per risultare più duratura.
Jaume Gomes ne è rimasto particolarmente colpito e per questo ne ha realizzate alcune in diverse zone della Catalogna: un paio sono lungo il corso del fiume Besos, altre sul confine montuoso tra Spagna e Francia, all’interno di una zona dei Pirenei dedita alla pastorizia.
Una delle scritte riprende chiaramente i disegni che lasciavano i pastori, che spesso realizzavano dei veri e propri autoritratti. Si trova sulle mura di un edificio abbandonato, probabilmente proprio una vecchia abitazione di pastori e sembra ispirarsi a un omino intento a fumare la pipa, che è stato realizzato sul Cornón nel 1842. Dell’autore del disegno non conosciamo né il nome, né il cognome: solo le sue iniziali MS sormontate da un simbolo, il segno di famiglia o di casa, che permetteva ai contemporanei di riconoscerlo nonostante la presenza delle sole iniziali. Intenzionalmente l’autore racchiude il suo scritto all’interno di una cornice alla quale sovrappone una croce, simbolo del suo credo religioso e della ricerca di protezione per sé e il bestiame che portava al pascolo. MS lascia altre tre scritte sulla stessa parete, Mandrolina LXI, una di queste raffigurante la silhouette di un secondo omino (RIO BIANCO LXI.55) e altre due scritte, meno ben conservate, riportanti anche il conteggio del bestiame pascolato: 136 pecore. La consultazione del “database delle scritte” dove sono schedate oltre 47.000 iscrizioni di pastori, repertoriate dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina con una serie di campagne di ricognizione tra il 2008 e il 2012, ha permesso di appurare che MS, autore del disegno, nel 1842 aveva 11 anni e che verosimilmente era solo all’inizio della sua attività di pastore sul monte Cornón: di lui troviamo traccia fino al 1857.

(df)


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