Il soprintendente Franco Marzatico ha così commentato l’assegnazione: “Il Premio rappresenta un prestigioso riconoscimento, che va condiviso con le tante colleghe e colleghi, Servizi della Provincia autonoma di Trento - in primis il Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale (SOVA) e il Servizio sviluppo sostenibile e aree protette -, professionisti, soggetti pubblici e privati che, a vario titolo, hanno creduto nel progetto e collaborato per il suo buon esito. Fiavé è assurta a grande notorietà nel campo scientifico per più fortunate circostanze. Da una parte si deve alla ricchezza sorprendente di imponenti strutture lignee, associate a resti della cultura materiale conservati in uno stato eccezionale. Dall’altra parte le ricerche multidisciplinari condotte a Fiavé da una équipe internazionale, sotto la direzione di Renato Perini, hanno offerto un contributo decisivo per superare l’annosa disputa sull’esistenza o meno di capanne erette sull’acqua, retaggio della visione romantica delle palafitte. Grazie agli esiti delle indagini archeologiche e alla concomitante crescita delle sensibilità ambientali, sono tramontati i progetti di bonifica della torbiera e si è preservato un ambiente naturale di grande pregio e rara suggestione”.
Questa la motivazione che ha accompagnato l’attribuzione del premio al progetto trentino: “Per la progettazione e realizzazione del Parco Archeo Natura di Fiavé dove è stata rinvenuta una delle palafitte più importanti dell’Europa preistorica. Il Parco conferisce, per la prima volta, a un’area lacustre la possibilità di una fruizione pubblica di una vasta area archeologica umido-subacquea. Realizzato in uno scenario che vanta tre riconoscimenti UNESCO (palafitte preistoriche dell’arco alpino, sito naturale delle Dolomiti, Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria) propone un percorso didattico ed esperienziale innovativo e scenografico dal forte impatto emozionale, grazie alla ricostruzione, più aderente possibile alla realtà della documentazione di scavo, dei villaggi palafitticoli preistorici e delle loro ingegnose fondazioni. Il dialogo tra archeologia e ambiente naturale accresce conoscenza e consapevolezze culturali e favorisce l’attrattività e lo sviluppo ecosistemico del territorio.”
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