Venerdì, 02 Giugno 2017 - 17:33 Comunicato 1421

Le nuove tecnologie miglioreranno la sanità, sempre più connessa al paziente

La cosiddetta rivoluzione 4.0 non risparmia l’industria della salute e la medicina. Anzi, come attività ad alto contenuto tecnologico, sarà sempre più la sanità uno dei settori trainanti per le applicazioni che mettono insieme capacita di calcolo, sensori, intelligenza artificiale, telecomunicazioni e big data, facendo nascere un modo nuovo di fare il medico, di essere malato, di fare ricerca e di organizzare l’assistenza. La tecnologia però è abilitante ma non risolutiva: l’innovazione deve portare con sé un nuovo modello di sanità, incentrata sul paziente. Il rapporto tra “Sanità e nuove tecnologie” si è parlato al Festival dell'economia, in occasione dell’incontro che si è svolto nel pomeriggio in Sala Depero, che ha coinvolto medici, manager sanitari, ricercatori e docenti universitari.

In apertura, Rosanna Tarricone, docente presso il Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell'Università Bocconi di Milano, è partita dalla ridefinizione di innovazione tecnologica, da intendersi come il miglioramento della qualità della nostra salute, a partire dall’aspettative di vita: “Occorre ragionare in senso positivo, ovvero la possibilità, grazie all’innovazione tecnologica, di promuovere la salute e non solo curare la malattia. Purtroppo - ha aggiunto Tarricone - la tecnologia è diseguale perché non è per tutti. Dobbiamo lavorare affinché la tecnologia sia equa ed accessibile a tutti, considerando al contempo la sostenibilità economica della diffusione della tecnologia su larga scala. Non tutte le tecnologie sanitarie sono sostenibili e quindi dobbiamo incominciare a chiederci se effettivamente ne abbiamo bisogno”.

Francesca Demichelis, docente di genetica all’Università di Trento, ha declinato il concetto di medicina di precisione che “sfrutta sì la tecnologia, ma tiene conto delle caratteristiche del paziente nel corso della cura e individua il farmaco giù adatto, lo somministra al momento più opportuno con il dosaggio corretto”. E ciò è applicabile soprattutto nella prevenzione. “In altre parole, la medicina di precisione segue le regole del sarto quando cuce il vestito attorno alla persona”, ha aggiunto Demichelis. 

Secondo, Luigi Tavazzi, direttore scientifico GVM Care&Research, presso Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna), la medicina è l’area dove maggiore è la disuguaglianza nel mondo e per superare il gap occorre che il sistema sanitaria sia intelligente: “Tutto ciò ancora non esiste ma almeno sappiano come il sistema sanitario deve essere organizzato. Per essere intelligente un sistema sanitario deve poter contare su strumenti adeguati e diffusi (digitalizzazione del sistema), essere omogeneo, interconnesso, sicuro ed inclusivo”.

Di ospedale digitale ha parlato Luciano Ravera, Ceo dell’Istituto Clinico Humanitas: “La diseguaglianza possiamo superarla con l’uso anche basilare delle tecnologie digitali che servono innanzitutto a facilitare l’accesso dei pazienti all’ospedale e all’assistenza sanitaria”. Un esempio per tutti: il check-in è facile negli aeroporti ma non negli ospedali, oppure la cartella clinica digitale (“Progetto non It ma culturale e lavorativo”) che consente un accesso rapido e diffuso ai dati del paziente.

Il testimone dell’informatica, la componente più tecnologica della medicina, è stato affidato a Paolo Traverso, direttore del Center for Information Technology della Fondazione Bruno Kessler di Trento. Traverso ha parlato di “Big player” (Google ed Amazon, ad esempio) e big data : “In questi anni abbiamo vissuto una rivoluzione nella rivoluzione nell’informatica. Nel 1997 la sola Ibm era tra le dieci aziende più potenti nel mondo, oggi la classifica è dominata dalle grandi aziende tecnologiche”. La grandi sorelle della Silicon Valley sono passate dalla raccolta dei big data all’analisi degli dati e, sopratutto, hanno imparando molto dallo studio di questi dati. “Il deep learning studia la relazione tra i dati per arrivare alla previsione dei fenomeni grazie a specifici modelli. E la salute, bene molto prezioso per le persone, è al centro di questo lavori di analisi dei dati ai fini di sviluppare nuovi modelli di business. Questo processo - ha ammonito Traverso - non può essere lasciato in mano solo ai big player e guidato da una pura logica di business che non è sensibile alla salute diseguale". La risposta, sempre secondo Traverso, è nell’ecosistema di business condiviso tra pubblico (a cui spetta il ruolo di dettare la strategia) e privato. “L’esempio - ha concluso Traverso - arriva dal Trentino dove assessorato alla sanità, azienda sanitaria ed imprese hanno avvitato  con il mondo della ricerca un processo di innovazione della sanità, grazie alla cartella clinica, la prescrizione delle ricette o la app che permette di aiutare i malati di diabete. Un percorso condiviso e, soprattutto, incentrato sulle reali esigenze del paziente” .

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(pff)


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