Sabato, 01 Giugno 2019 - 17:37 Comunicato 1298

Le nuove frontiere e le nuove sfide della cooperazione internazionale

In un mondo in rapido cambiamento, anche finalità e strumenti della cooperazione internazionale devono attualizzarsi. Le sfide attuali riguardano, democrazia locale, cooperazione decentrata di comunità, informazione consapevole e sviluppo sostenibile. Se ne è dibattuto questo pomeriggio a Palazzo Calepini, sede della Fondazione Caritro, in un evento a cura dell’Associazione Trentino con i Balcani. Hanno partecipato all’evento, coordinato da Maurizio Camin, direttore dell’Associazione, Antonella Valmorbida, segretario generale Associazione Europea per la Democrazia Locale (ALDA), Mario Raffaelli, presidente del Centro per la Cooperazione Internazionale nonché di African Medical and Research Foundation (AMREF) Italia, e Raffaele Crocco, giornalista di Rai3 e direttore dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti.

“Spesso alla cooperazione viene attribuito un aspetto romantico – ha esordito Maurizio Camin -, alla cooperazione  si rimprovera di essere poco concreta, ma non è così. Per noi è invece importante, oltre a ricordare cosa è e cosa fa la cooperazione trentina, lanciare la proposta di un nuovo modello di cooperazione, un modello che mantenga un equilibrato bilancio tra interessi e diritti, coscienti del fatto che l’interesse più alto è quello di tutti”.

Vista poi l’attualità delle elezioni europee ad Antonella Valmorbida è stata richiesta anche una analisi delle consultazioni. “La situazione è complessa – spiega Valmorbida -, sembrava ci fosse il rischio di un baratro ma poi a Bruxelles si è tirato un respiro di sollievo. In ogni caso l’Europa, che per fortuna non è in completa balia degli Stati, ha una capacità di resistenza molto forte ed inoltre ci sono piani e programmi di durata pluriennale già finanziati e prestabiliti che vanno attuati indipendentemente dagli esiti delle elezioni. Tuttavia, non si può far finta di nulla e bisogna interrogarsi su cosa è mancato”.

A Raffaele Crocco è stato invece domandata una sua definizione di globalizzazione. “La globalizzazione non è un fenomeno recente – spiega Crocco -, è sempre  esistita. Basta pensare agli esempi del passato come il Mare Nostrum durante l’Impero Romano, oppure durante il dominio delle Repubbliche Marinare e di Venezia in particolare. La globalizzazione è nella natura umana e di per sé non rappresenta un problema, le criticità derivano invece dal modello economico che affianchiamo alla globalizzazione, e il modello attualmente predominante è quello del liberismo economico”.

L’argomento è stato approfondito da Mario Raffaelli, tra l’altro anche ex sottosegretario agli Esteri. “Concordo con Crocco – ha sottolineato Raffaelli – e aggiungo che la presente globalizzazione è figlia di almeno tre fattori: la caduta del Muro di Berlino e la parallela fine del mondo bipolare, la rivoluzione portata dallo sviluppo dell’Information Technology e la finanziarizzazione esasperata dell’economia mondiale. Con riferimento poi alle migrazioni bisogna ricordare che ogni anno nel mondo si muovono 250 milioni di persone (di cui ben 80 solo in Europa). Il problema dunque non è la migrazione in sé ma come si gestiscono i flussi migratori”. Il presidente di AMREF ha poi dedicato anche un focus sull’Africa, realtà da lui profondamente conosciuta. “Lo slogan recentemente alla ribalta, ossia “aiutiamoli a casa loro” – ha aggiunto Raffaelli – è per certi versi superato. Per la prima volta in Africa gli investimenti esteri diretti (FDI) superano gli aiuti allo sviluppo, le rimesse degli immigrati diventano una risorsa sempre più decisiva per lo sviluppo delle realtà africane, alcune innovazioni tecnologiche partono proprio da lì e soprattutto il deficit di infrastrutture del Continente sta per essere colmato ad opera della Cina”.

Dopo l’appuntamento di Palazzo Calepini di oggi, il dibattito prosegue a Piazza Santa Maria Maggiore, per l’occasione ribattezzata la Piazza della Cooperazione.

(gg)  

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