Giovedì, 25 Novembre 2021 - 14:39 Comunicato 3361

Nel volume un significativo apporto e le immagini delle antiche culle
“Le Berceau. Ninne nanne della cultura alpina”, il contributo del Museo di San Michele

“La ninna nanna nella tradizione popolare trentina, anche nel contesto delle minoranze linguistiche, viene eseguita prevalentemente in forma di cantilena: lenta e monotona melodia che sfugge al canto e alla recita. Infatti la ninna nanna ha la funzione di calmare, rilassare e addormentare il lattante e il bambino nei primi anni di età. Si può presumibilmente affermare che lo stile ritmico e melodico della ninna nanna sia universale”, così scrive Lorenza Corradini conservatrice al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina nel libro “Le Berceau. Ninne nanne della cultura alpina”, curato dalla scrittrice e illustratrice valdostana Lorena Isabellon.
Culla proveniente da Tesero, collezione del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige [ Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina ]

Il volume con un ricco apparato iconografico-didascalico e traduzioni in cinque lingue, è in edizione limitata (tiratura 1000 copie) ed è distribuito in omaggio, quindi può essere consultabile presso la Biblioteca Šebesta del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina e presso le altre realtà che hanno contribuito alla realizzazione. Ci sono contributi del Museo dell’Artigianato Valdostano, del Museo MIIT, di studiosi di linguistica e storia dell’arte, di esperti e studiosi di cinema e teatro e antropologia, di cooperative sociali e associazioni di artisti. A cura di Luca Faoro, conservatore al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, è la selezione di immagini delle numerose e preziose culle conservate a San Michele. Lorenza Corradini, con il suo scritto, fa riferimento alle ninne nanne contenute in APTO (Archivio Provinciale della Tradizione Orale).
Nella parte finale del libro sono proposte ninne nanne tradizionali della Valle d’Aosta, del Friuli-Venezia Giulia, della Lombardia, del Piemonte, del Trentino Alto-Adige, del Veneto, dell’Austria, della Francia, della Germania e del Lichtenstein.
Il percorso del libro che vuole essere, innanzitutto, emozionale esplora alcuni aspetti delle tradizioni locali dei popoli alpini e delle minoranze linguistiche cimbre, mòchene, franco-provenzali e walser. Pare emergere fra tutte, una sorta di fil rouge nei versi delle ninne nanne: ci si riferisce ad attività come l’andare a ‘far legna’ o a pascolare le capre, altre volte le ninne nanne raccontano dell’affidamento del bimbo alla protezione degli angeli, in alcune occasioni le ninne nanne descrivono scorci di povertà del mondo rurale. Nel libro sono raccontate condizioni e situazioni ormai appartenenti al passato come la quarantena delle puerpere, il parto in stalla, l’urgenza di battezzare subito il nascituro e le campane suonate a festa dopo il battesimo. È raccontata anche la realizzazione magistrale delle culle con, fra l’altro, decorazioni simboliche.

(fs)


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