Sabato, 02 Giugno 2018 - 13:03 Comunicato 1297

Lavoro e tecnologia, serve una formazione che sviluppi capacità creativa, di problem solving e di collaborazione

Quali competenze deve sapere trasmettere il sistema formativo per preparare alle nuove professioni tecnologiche? Questo è il tema del confronto proposto dalla Fondazione Luigi Negrelli dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trento, al quale sono intervenuti Antonio Armani, presidente della Fondazione Negrelli, Silvia Candiani, CEO di Microsoft Italia e Gianni Massa, vice presidente vicario del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, coordinati da Cinzia Pellegrino.
Risulta necessario possedere entrambi gli approcci alle nuove competenze, sia quello umanistico, sia quello prettamente tecnologico, ma servono anche capacità creativa, di problem solving e di collaborazione. Il metodo della scuola dovrebbe essere quello di fornire un minimo di alfabeto tecnologico, insegnare quindi non solo a saper usare un pc, ma soprattutto ad impiegare la tecnologia per il proprio fine, per sviluppare nei lavoratori del futuro un pensiero critico e la capacità di scomporre il problema e ricomporlo. E se in futuro si prevede che alcuni lavori scompariranno, perché svolti dalle macchine, il saldo tra lavori distrutti e creati, sarà a favore dei secondi, e anche se è difficile immaginare quali saranno questi lavori nuovi, sicuramente le competenze necessarie saranno molteplici e multidisciplinari.
Essenziale il ruolo e il valore della cultura, dell’aspetto più prettamente umanistico, nella formazione dei giovani. C’è bisogno di riprendere la cultura per affrontare le sfide, il rigenerarsi delle professioni sarà più agevole se dietro c’è una solida costruzione della formazione dei giovani.

La Fondazione Luigi Negrelli dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trento, ha presentato il confronto dal titolo “L’onda tecnologica tra sfide e opportunità”, al quale intervengono Antonio Armani, presidente della Fondazione Negrelli, Silvia Candiani, CEO di Microsoft Italia e Gianni Massa, vice presidente vicario del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, coordinati da Cinzia Pellegrino. Al centro dell'incontro il tema: quali competenze deve sapere trasmettere il sistema formativo per preparare alle nuove professioni tecnologiche.

"Oggi - dice Silvia Candiani - uno dei trend della trasformazione digitale all’interno delle aziende è l’intelligenza artificiale. Allora ci si domanda quali siano le competenze necessarie per svolgere questi nuovi lavori. Per il futuro, si prevede che alcuni lavori scompariranno perché svolti dalle macchine, ma - secondo ’ad di Microsoft Italia - al saldo tra lavori distrutti e creati, saranno maggiori quelli creati. Anche se è difficile immaginare quali saranno questi lavori nuovi, sicuramente le competenze necessarie saranno molteplici e multidisciplinari. Da una parte bisogna avere competenze digitali, capacità di interpretare i dati e lavorare con i sistemi informativi, dall’altra c’è bisogno di creatività e capacità di problem solving.

Nel suo intervento, Gianni Massa, afferma che la tecnologia sta cambiando il mondo del lavoro e la sua organizzazione: "Il mondo dell’ingegneria è in profonda trasformazione, anche dal punto di vista della percezione da parte della società civile. Il confine tra le due parole “lavoro” e “tecnologia”, riguarda i linguaggi in generale. I due mondi, quello fisico e quello dei bit, oggi si equivalgono. Il processo progettuale, ovvero la percezione, la cognizione e l’interpretazione risultano sovrapposti, un processo che sta cambiando, perché cambiano le connessioni tra i linguaggi. Siamo abituati a procedere per scomposizione e addizione di fronte ai problemi, ma oggi, la gestione della complessità non può essere portata avanti in questo modo. Questo ci dice che la formazione deve saper organizzare competenze in grado di dialogare fra loro, creando la multidisciplinarietà. Un rischio  - aggiunge Massa - è il passaggio generazionale in cui è facile perdere conoscenza, ma l’opportunità è che viene messo in rete un tessuto produttivo composto di piccole entità e la capacità di connetterle grazie alla tecnologia".

Antonio Armani parla del ruolo e del valore della cultura, dell’aspetto più prettamente umanistico, nella formazione dei giovani: "C’è bisogno di riprendere la cultura per affrontare le sfide - dice Armani - il rigenerarsi delle professioni sarà più agevole se dietro c’è una solida costruzione della formazione dei giovani. Bisogna dare speranza di nuove opportunità: come Fondazione  - afferma il presidente - stiamo lavorando in sintonia con il CNI dando un supporto ai giovani ma anche spunti di riflessione per allenare la mente al nuovo futuro".

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