Domenica, 13 Ottobre 2019 - 17:09 Comunicato 2561

La storia del calcio, con il “Grande Torino”

L’incidente aereo di Superga, alle 17.03 del 4 maggio 1949, ha tolto al calcio italiano, consegnandola al mito, una squadra considerata imbattibile, col suo gioco, le vittorie e i cinque scudetti di fila, dal ’42 al 49’. Sono passati settanta anni ma il “Grande Torino” del capitano Valentino Mazzola è ancora, per molti, la squadra dei sogni. Assieme al giornalista e conduttore Tv, oltre che tifoso per sua stessa ammissione, Massimo Gramellini, al Teatro Sociale di Trento hanno parlato di quel Torino, ma anche dello scudetto del 1976 e dei progetti di oggi, l’editore Urbano Cairo, che del Torino attuale è il presidente, e le bandiere granata Eraldo Pecci, Claudio Sala e Renato Zaccarelli.

Al bianco e nero di un filmato, commovente e nello stesso tempo solenne, dell'archivio Luce è stato affidato, in apertura, il compito di ricordare cosa è stata, per i tifosi del Torino e per tutto il Paese, la tragedia di Superga. A seguire i ricordi d’infanzia dello stesso Gramellini, tra memoria, favola e orgoglio, si sono incaricati di spiegare cosa possa rappresentare la passione per il “Toro” e di come sia contagiosa di generazione in generazione.
Urbano Cairo ha raccontato dell’estate in cui divenne proprietario del Torino e della passione di sua madre per quei colori. “ La tragedia di Superga – ha detto – è ancora così sentita perché il popolo granata è molto vicino alle sue tradizioni. Paragonarsi a quella squadra è impossibile ma oggi c’è l’impegno a confermare tutti i giocatori, come era normale ai tempi del grande Torino, e a crescere cercando di fare sempre meglio”.
Il presidente del Torino ha parlato anche della differenza tra i ricavi delle società dopo l’avvento dei diritti televisivi, del peso degli aspetti economici nella competizione sportiva, delle difficoltà a tenere i giocatori bandiera per molti anni.
Ma, si è chiesto Gramellini, quanto può durare un sistema in cui a ottobre si sa già chi si gioca lo scudetto?
Si deve, questa la risposta di Cairo, andare in una direzione che crei più competitività, riducendo le differenze economiche tra le società. Vanno divisi i proventi televisivi in modo più equilibrato e in generale vanno aumentati i ricavi del prodotto calcio, anche all’estero.
Il presidente ha ricordato anche l’investimento che la società sta facendo nei confronti del settore giovanile, tradizionalmente ben seguito dal Torino. Ha ricordato il buon livello raggiunto dalla prima squadra, il patrimonio di giocatori che ha la società, i risultati positivi del settore giovanile.
Pecci, Sala e Zaccarelli hanno raccontato alcuni aneddoti legati allo scudetto del 1976 e al rapporto con la nazionale. Ne è uscito un interessante confronto su come era una volta e su com’è il calcio oggi, tra organici molto accresciuti e impegni diventati più frequenti.

(lr)


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