Venerdì, 26 Maggio 2023 - 14:16 Comunicato 1553

La sovranità europea oggi e in futuro, vista da Mario Monti e Marco Buti

“L’Europa si costruisce nei momenti di crisi - concordano Mario Monti e il professor Marco Buti, titolare della cattedra Tommaso Padoa-Schioppa all’Istituto Universitario Europeo e già direttore Affari dell'Economia e delle finanze alla Commissione Europea -. La pandemia ad esempio ha aperto nuovi scenari impensabili, come una gestione sovrannazionale della sanità”. Ma, come ha sottolineato il senatore nel suo intervento al Festival dell’Economia di Trento, “il rischio di fratture tra i Paesi è ancora alto, anche ora, in questa fase di ratifica del MES che vede primeggiare le sovranità nazionali”. E il futuro? Per Buti deve spingere in direzione “non solo di fondi ma di veri e propri progetti transnazionali su temi come la transizione verde, digitale e sociale; di veri e propri beni comunitari”.
FESTIVAL DELL'ECONOMIA Dal sovranismo nazionale alla sovranità europea Nella foto: Marco BUTI, Ferruccio DE BORTOLI, Mario MONTI Data 26 maggio 2023 Luogo: AUDITORIUM SANTA CHIARA [ Michele Lotti Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Raccontano l’Europa a un pubblico giovanissimo, il senatore Monti e il professor Buti, nel loro panel all’interno del Festival dell’Economia di Trento. E provano a farlo in termini accessibili proprio anche ai ragazzi, intervenuti in numerosi dalle scuole secondarie di secondo grado e dalle università.
“È normale che servano le crisi, per legittimare l’Europa – chiarisce allora subito Monti -. In certe situazioni, infatti, il costo dell’ostinarsi a gestire le difficoltà con strumenti nazionali diventa, per i governi stessi, tale da superare il costo politico del cedere parte di questi strumenti a un livello sovrannazionale. La crisi pandemica ce lo ha dimostrato: ci ha dimostrato come la politica, molto più di quanto pensiamo, abbia la capacità di apprendere dalla realtà”.
In questo senso quindi, per il senatore, anche la gestione della discussa ratifica del MES, andrebbe gestita con principio di realtà: “Sarebbe la prima volta che uno degli Stati membri e firmatari si rifiuta di aprire la procedura per la ratifica – spiega -. Se nei prossimi anni dovesse porsi una revisione dell’Europa stessa e del trattato alla sua base, non possiamo pensare di arrivarci con, oltre alle difficoltà degli accordi, anche l’ipotesi che uno o più Stati abbiano avuto ed abbiano la possibilità di non avviare i processi di ratifica. Distruggeremmo l’Europa. Nel caso del MES, quindi, una via d’uscita sicura potrebbe essere affidarne la ratifica ad un passaggio parlamentare”.
Se la forma stessa dell’Europa si è nel tempo modificata, passando dall’incoraggiamento alle riforme associato a complesse ricette fiscali e politiche monetarie, a una posizione più largheggiante, un errore da non commettere per Buti è quella di non approfittare delle possibilità, di non “rivedere i contenuti ad esempio del Pnrr, non, chiaramente, nelle sue riforme, ma nelle sue risorse di investimento. Così – aggiunge – il tema centrale dovrebbe essere la creazione di beni pubblici europei e di progetti transnazionali reali, andando ben oltre il Next Generation You e il Pnrr stesso. Un buon momento per agire in questa direzione potrebbe essere la revisione di metà percorso del bilancio pluriennale comunitario, che avverrà tra poco. Possiamo lavorare in direzione di nuove priorità”.
Priorità tra le quali Monti inserisce anche “un mercato unico che tenga conto delle nuove esigenze. E mi riferisco ad esempio alla creazione di una proposta comune tra Europa e Stati Uniti sul tema della transizione ecologica, su cui oggi c’è concorrenza, ma su cui si dovrebbe trovare unità per fronteggiare la possibilità di chiedere un adeguamento all’Asia e non solo”.

(kd)


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