Venerdì, 02 Giugno 2017 - 13:47 Comunicato 1411

La sostenibilità dei sistemi sanitari: quello italiano ha tenuto ma serve una riflessione

Al Festival dell’Economia si è parlato della sostenibilità dei sistemi sanitari, e in particolare di quello italiano che, anche se ha resistito alle difficoltà portate dalla crisi economica e secondo diversi indicatori si conferma ai primi posti nel paragone con altri sistemi mondiali, corre il rischio di non poter in futuro garantire qualità a tutti ed ha bisogno quindi di un supplemento di riflessione che parta dalla politica ma che conduca ad un nuovo patto con i cittadini e le aziende. L'appuntamento, a cura della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere e moderato dal suo direttore Nicola Pinelli, ha proposto un confronto tra Giovanni Fattore, che insegna all'Università Bocconi di Milano, Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Italiano Superiore di Sanità, e Francesco Ripa di Meana, presidente della Fiaso.

Il punto di partenza è che il sistema sanitario è un settore particolarmente complesso ed in continua evoluzione, ad alta specializzazione e innovazione e con riflessi importanti per l’economia.  Le sfide da affrontare oggi riguardano la crisi economica, la sostenibilità, i bisogni in aumento, l’evoluzione della tecnologia e dell’innovazione, anche in campo farmaceutico. Universalità, uguaglianza ed equità sono le caratteristiche fondamentali del nostro sistema sanitario nazionale.

Per  Giovanni Fattore “Il mondo oggi è meno diseguale anche se sono cresciute le disuguaglianze interne ai paesi”. Il sistema, nonostante le difficoltà degli ultimi anni ha tenuto anche in Italia ma, si è chiesto, per quanto ancora potrà farlo? Tagli lineari, tentativi di efficientamento, revisione dei servizi garantiti sono le tre risposte generalmente praticate per far fronte alla riduzione delle risorse. In Italia non si è ragionato ancora sulle priorità, su quali servizi garantire. “E’ difficile – ha aggiunto Fattore - che il nostro servizio possa resistere ancora alla contrazione delle risorse senza contraccolpi su qualità e quantità dei servizi. Il paese deve darsi l’obiettivo di far crescere le risorse per il sistema sanitario, perché la salute è un indicatore fondamentale della qualità della vita”.

Per Walter Ricciardi a condizionare il sistema ci sono anche l’invecchiamento del paese e la necessità di assistere sempre più persone con malattie croniche, oltre al progresso tecnologico e scientifico che ha anche un costo considerevole, basti pensare ai nuovi farmaci. “Il nostro sistema – ha detto Ricciardi – quello del servizio sanitario nazionale, non può reggere senza che si facciano delle scelte. Anche per le regioni in cui le cose vanno bene le sfide epocali che si presentano sono difficili da reggere”. Per vincere la sfida bisogna migliorare la governance, ridurre gli sprechi e lavorare assieme, compresi cittadini e aziende.

“La disuguaglianza – per Francesco Ripa di Meana, che ha analizzato i modelli organizzativi e operativi delle aziende sanitarie - ha varie forme: riguarda anche l’accessibilità ai servizi e all’innovazione, e porta a differenze anche nei costi del servizio che si registrano nei diversi territori. Il sistema è vitale e resiliente ma la palla va ora restituita alla politica”.



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