Sabato, 04 Giugno 2016 - 14:39 Comunicato 1188

Giannola (Svimez), Ricolfi e Salvati alla Casa della Sat
La questione del Sud? Una lenta eutanasia

"Il problema del Mezzogiorno? Non sarà più tale quando anche il Nord smetterà di crescere". L'economista ed editorialista Nicola Salvati, fa professione di pessimismo, trovandosi in sintonia con il presidente di Svimez Adriano Giannola e il sociologo Luca Ricolfi, protagonisti al Festival di un confronto sul tema se il Sud può essere ancora un luogo su cui puntare per la crescita dell'intero Paese o se, viceversa, è piuttosto una zavorra di cui liberarsi perché pesa sulle prospettive di ripresa dell'economia italiana. "Stiamo completando l'eutanasia di una questione nazionale" sentenzia il presidente di Svimez, ricordando il dissanguamento di capitale umano che sta subendo il Mezzogiorno, abbandonato da quasi 700 mila emigrati in meno di dieci anni. " "Affondiamo ad una velocità talmente lenta da consentirci di non accorgercene, tra vent'anni finiremo i soldi che nonni e padri avranno lasciato in eredità alle loro famiglie".

Ricolfi, mutuando l'analisi dell'economista francese Thomas Piketty, autore del best seller internazionale "Il capitale nel XXI secolo", ha anche calcolato l'ammontare del flusso successorio italiano: circa 100 miliardi di euro all'anno, soldi che non ci saranno più non tanto per i figli bensì per i nipoti. 

Eppure il Mezzogiorno un luogo della crescita lo è stato in passato, quando fornì al boom industriale del Nord, negli anni Sessanta e Settanta, centinaia di migliaia di lavoratori. E potrebbe tornare ad esserlo oggi, nonostante la perdita in dieci anni di 700 mila emigrati che hanno preso la strada del nord del mondo in cerca di alternative al declino, se solo "mandasse a Roma politici onesti e sconfiggesse l'influenza della grande criminalità organizzata: la Cina - sostiene Giannola - non aspetta altro che sentirsi dire da noi quale porta d'accesso all'Europa possiamo garantire alle loro merci sul Mediterraneo. Abbiamo una marea di porti, Gioia Tauro è logisticamente migliore di Rotterdam, la Mecca delle energie rinnovabili è qui, ma l'Italia sta costruendo centrali geotermiche in Nord Dakot. Il problema è che le classi dirigenti sono un disastro sia al nord che al sud, ci sono grandi opportunità per cambiare verso ma bisognerebbe essere lucidi, riprendere il discorso sul federalismo. La legge Calderoli può essere una base di partenza per un nuovo Patto Nord-Sud che può realizzarsi."

Diverso da quello di Svimez il punto di vista di Ricolfi, che non parla di federalismo e di rapporti nord sud, pensando che il federalismo sia "sostanzialmente morto", per ragioni economiche e politiche. "La politica ha fatto in modo che diventasse una moltiplicazione dei centri di spesa e una indebita semplificazione dei percorsi decisionali. Non possiamo permetterci di aspettare vent'anni perchè li abbiamo giá persi."

"Ogni tanto sogno un dittatore benefico" confessa Salvati alla fine del confronto, "che naturalmente non esiste." "Cosa possiamo fare oggi? Non lo so, ma una concentrazione di energie va fatta. Ci deve essere una nuova volontá politica e l'assenza di criminalitá. La mafia va distrutta. Noi abbiamo adesso un abilissimo politico di breve periodo, Renzi, un disegno forte per il Mezzogiorno non c'è l'ha ancora, nemmeno un disegno dell'Italia per altro. Il problema del Mezzogiorno si risolve perché il nord smetterá di crescere. Ma ho ancora una speranza, che ci sia un risveglio, che le persone mandate a Roma siano oneste. La mia speranza è che il nuovo Senato sia una cosa diversa da un luogo di mercanteggiamento. È solo la politica a livello costituzionale che potrá moderare la politica locale."

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