Venerdì, 03 Giugno 2016 - 21:23 Comunicato 1168

La proposta culturale nelle città: un’occasione di sviluppo economico e di crescita per i cittadini

Sia in Italia che a livello europeo gli eventi culturali sono diventati ormai da tempo un importante volano per l’economia di molte città. La creazione di musei, di mostre , di iniziative in cui la cultura si trasforma in vero e proprio evento è diventata in molti casi il motore principale dello sviluppo del tessuto cittadino. Ma non sempre questa offerta quasi bulimica di eventi porta a ricadute positive sul territorio e sul suo sviluppo economico a causa dei costi o di investimenti sbagliati. Da qui ha preso le mosse il dialogo su “La città degli eventi” ospitato oggi al Museo delle Scienze di Trento, coordinato da Rosa Polacco Giornalista, conduttrice di Tutta la città ne parla su Rai Radio3, con gli interventi della deputata Flavia Piccoli Nardelli, del sociologo Giovanni Semi docente all’Università di Torino e di Michele Lanzinger direttore del Muse.

Nella sua introduzione Giovanni Semi, autore per il Mulino del libro “Gentrification. Tutte le città come Disneyland?”, ha evidenziato la sfida che molte città occidentali hanno saputo cogliere negli anni ’70 con l’inizio di un processo di deindustrializzazione ancora di fatto in atto: “Diverse città hanno saputo reinventarsi anche grazie alla capacità di creare eventi culturali o di carattere sportivo”. Eventi che sono stati in grado di attirare investitori e capitali come nel caso di Bilbao con il Guggenheim Museum, Barcellona o anche Torino per fare un esempio legato al nostro Paese. Accanto agli esempi virtuosi, portati da Semi, ci sono però come quello di Atene che dopo le spese per l’organizzazione delle Olimpiadi ha subito un tracollo economico che ha coinvolto la Grecia intera. Per Giovanni Semi sono necessarie quindi delle scelte: “Le città non devono affidarsi ai cosiddetti eventi spot ma devono saper credere di più sulle capacità della propria cultura endogena, legata al territorio, e far crescere questa dimensione”. Flavia Piccoli Nardelli, Presidente dalla Commissione cultura della Camera ha sottolineato come : “La cultura sia oggi sempre più anche in Italia uno dei diritti fondamentali del cittadino”. Una sfida per le politiche dello Stato è rivolta a far si che si valorizzi sempre più non solo il patrimonio culturale materiale ma anche quello immateriale. Va in questa direzione, ha evidenziato Flavia Piccoli Nardelli, la Convenzione di Faro del 2005, ratificata dall’ Italia solo nel 2013 , che muove dal concetto che la conoscenza e l’uso dell'eredità culturale rientrano fra i diritti dell’individuo a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità e a godere delle arti. Michele Lanzinger ha posto invece l’attenzione sul ruolo sia dei musei che delle biblioteche da vedere in una dimensione quasi laica che si lega alla crescita dei cittadini. Questo senza dimenticare il volano che i musei, ne è un esempio eclatante proprio i Muse di Trento, possono avere sullo sviluppo economico delle città che li ospitano e le loro importanti ricadute sulla crescita culturale dei cittadini. A margine dell’incontro Alberto Robol assessore con delega per le materie della cultura, biblioteche, sport e pari opportunità del Comune di Trento ci ha spiegato come: “Anche alla luce del tema di questo partecipato incontro del Festival ritengo importante rilanciare con forza la candidatura di Trento a Capitale italiana della cultura nel 2018. Penso infatti che lo sviluppo della nostra città passi sempre più anche attraverso una crescita economica capace di legarsi ad una forte incremento della sua proposta culturale”.

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