Martedì, 28 Agosto 2012 - 02:00 Comunicato 2550

"I Suoni delle Dolomiti" oggi hanno fatto tappa in Val di Sole
LONDON BRASS, UN OMAGGIO ALLA FAMIGLIA DEGLI OTTONI

Tra musica classica e rock, i dieci musicisti inglesi hanno offerto un "assaggio" del proprio storico percorso di valorizzazione delle possibilità sonore di questi strumenti. Il pubblico ha potuto gustare arrangiamenti originali di musiche di Paganini, Dvorak, Gibbons, ma anche dei Beatles e dei Queen-

Nati nel 1986, i London Brass si sono mossi esplorando tutte le potenzialità della grande famiglia degli ottoni, proponendo brani originali e arrangiamenti di composizioni di varie epoche. Così è stato quest'oggi sui prati nei pressi del Bivacco Marinelli, nel gruppo del Cevedale in Val di Sole, autentico balcone dal quale si potevano godere, complice un'aria particolarmente tersa, quasi tutte le cime del Trentino dalla Presanella alle Dolomiti di Brenta, dalle Pale di San Martino alle Dolomiti di Fassa.
Di fronte a un pubblico numeroso, che ha affrontato due ore di cammino per salire in quota, i dieci musicisti inglesi si sono avventurati in un viaggio sonoro che è passato dal Cinquecento ai giorni nostri, dai componimenti di musica classica al pop-rock più recente.
Il tutto condito con una buona dose di ironia, come quando all'inizio hanno eseguito "Agincourt Song". "Brano composto durante la Guerra dei Cent'anni - hanno spiegato - nella quale abbiamo ovviamente battuto i francesi". Il brano potente e solenne ha lasciato il posto a un componimento coevo dalle atmosfere più riflessive dal titolo "Greensleeves", che tradizione vuole scritto espressamente per Enrico VIII e riarrangiato da Howarth.
Con un importante salto temporale i London Brass hanno poi trasportato tutti nel ventesimo secolo con "Baccanal" di Duprez, noto ai più per le sue colonne sonore. In particolare quelle che hanno segnato il sodalizio con i Monthy Python e pellicole come "Un pesce di nome Wanda" e la geniale "Il senso della vita". Di secolo in secolo è arrivato anche il turno di un compositore italiano, Niccolò Paganini, del quale hanno eseguito un capriccio per violino arrangiato per pianoforte e orchestra da Witold Lutoslawski e per ottoni da Roger Harvey. Aperto a sondare musiche e suoni, l'ensemble ha poi ripreso due "classici" del pop inglese come " Norwegian and Wood" e "She's leaving" dei Beatles. E la loro voglia di suoni non s'è certo fermata ai baronetti, tanto che hanno salutato tutti con un medley di brani dei "Queen". Prima dei saluti, però, è arrivato anche il turno di un grande compositore come Antonin Dvorak, noto ai più per la "Sinfonia dal Nuovo Mondo", ma qui riproposto nella sua "Danza slava n. 8".
A grande richiesta del pubblico è poi arrivato anche l'immancabile bis con una melodia rinascimentale d'oltre Manica a firma di Orlando Gibbons, nella quale era riconoscibile sin dalle prime battute tutta la potenza e la maestosità del canto gregoriano, via via sviluppato con grande complessità.
Info: www.isuonidelledolomiti.it -