Giovedì, 27 Dicembre 2012 - 02:00 Comunicato 4019

Sabato 29 dicembre alle ore 17:30 l'inaugurazione della mostra con i risultati della ricerca condotta dal Museo di San Michele
"LE SCRITTE DEI PASTORI": LA MOSTRA SI SPOSTA AL PALAZZO DELLA MAGNIFICA COMUNITÀ DI FIEMME

La mostra Le scritte dei pastori. Tre secoli di graffitismo rupestre fiemmese in prospettiva etnoarcheologica, curata da Marta Bazzanella, sarà visitabile fino al 31 marzo 2013 nella valle dove si sono svolte le indagini sul campo tema dell'esposizione. Alle 17:30 di sabato 29 dicembre 2012 sarà infatti inaugurata a Cavalese, nel Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, alla presenza dello Scario e delle autorità locali. Lo spostamento della mostra dal Museo alla val di Fiemme è merito della collaborazione con la Magnifica e con la Comunità territoriale di valle, che hanno espresso volontà di ospitare la mostra e particolare interesse nei confronti delle ricerche svolte. Importante è stato inoltre anche il sostegno del Comitato Organizzatore Mondiali di Fiemme 2013. In occasione dell'inaugurazione verrà anche presentato dal Direttore di "Meridiani Montagne" Marco Albino Ferrari l'ultimo numero della rivista, dedicato al Latemar e alla val di Fiemme.-

La mostra è il risultato di 6 anni di ricerche condotte secondo i metodi dell'etnoarcheologia dal team del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, che ha individuato la presenza di circa 30.000 scritte lasciate dai pastori sulla roccia di 2.682 pareti del massiccio del Cornón, al centro della valle di Fiemme, tra gli abitati di Tesero, Panchià, Ziano di Fiemme e Predazzo. Il periodo di datazione delle scritte, che si trovano nelle zone che separano le grandi praterie d'alta quota, lasciate alla fienagione, dalle fasce pascolive intermedie, va dalla seconda metà del 1600 alla prima metà del 1900. Tre secoli di annotazioni lasciate dai pastori fiemmesi che volevano in tal modo dichiarare la propria identità, il proprio saper scrivere. Alcuni elementi si ripetono all'interno delle scritte: le iniziali di nome e cognome, seguite dall'indicazione dell'anno, spesso con mese e giorno, e dal conteggio del bestiame portato al pascolo. A volte queste informazioni di base si arricchiscono con cornici, messaggi di saluto, annotazioni diaristiche, simboli religiosi o disegni con figure di animali, scene di caccia, ritratti, autoritratti e molto spesso il segno di casa, attestazione della proprietà delle pecore rispetto al grande gregge. Scritte che restano a tutt'oggi indelebili e incredibilmente chiare sulle falesie calcaree della valle a dispetto di tre secoli di intemperie, grazie anche al pigmento usato, un'ocra rossa localmente chiamata ból che, mescolata con latte di capra o saliva, produceva una densa poltiglia stesa poi sulla roccia con l'ausilio di un rametto.
All'interno della mostra è presente la ricostruzione di uno dei ripari, quello cosiddetto del Trato, con la riproduzione del palinsesto di scritte che caratterizzano in maniera massiccia le sue pareti, risalenti al periodo che va dal 1700 agli inizi del 1900. Sono inoltre riportati i risultati delle indagini dendrocronologiche condotte sulla struttura lignea presente nel riparo Mandra di Dos Capèl, che hanno identificato precise fasi di risistemazione del ricovero, confermando le informazioni ottenute dall'indagine etnografica svolta tra i pastori della valle. Le campagne di scavo, condotte nel 2007 nei due ripari, al di sotto dei livelli storici, hanno messo in luce una serie di frequentazioni caratterizzate dalla presenza di focolari e di livelli carboniosi nonché dall'assenza di cultura materiale. Le datazioni radiometriche dei carboni di questi livelli hanno evidenziato inaspettatamente un'occupazione dei ripari già a partire dalla preistoria/protostoria: durante l'Eneolitico, il Bronzo Recente, la prima e la seconda età del Ferro, collocando quindi il probabile inizio dell'attività pastorale per la valle di Fiemme durante l'età del Rame.
I risultati delle ricerche sono consultabili, insieme a numerose immagini, descrizioni dettagliate dei luoghi interessati dal progetto e della cronotipologia delle scritte, sul sito www.scrittedeipastori.it.
Giovanni Kezich e Marta Bazzanella, responsabili del progetto Archivi di Pietra. Sulle tracce dei pastori fiemmesi nel gruppo Latemar - Cornón: un'indagine etnoarcheologica e del progetto Ambiente e Paesaggi dei Siti di Altura Trentini, sono stati coadiuvati nelle varie fasi della ricerca da diversi enti: Università degli Studi di Trento, Facoltà di Scienze, Dipartimento di Fisica; Magnifica Comunità di Fiemme; Soprintendenza per i Beni archeologici Provincia autonoma di Trento; Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (IVALSA/CNR), San Michele all'Adige; Società Alpinisti Tridentini (SAT) sezione di Tesero; Comune di Ziano di Fiemme; Centro di Datazione e Diagnostica (CEDAD) dell'Università del Salento, Dipartimento di Ingegneria dell'Innovazione (Lecce); Laboratorio Idrogeno Energia Ambiente della Facoltà di Scienze dell'Università degli Studi di Trento.
All'inaugurazione della mostra di Cavalese interverranno: Franco Panizza, assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia Autonoma di Trento, Giuseppe Zorzi, Scario della Magnifica Comunità di Fiemme, Lorenzo Baratter, Presidente del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Giovanni Kezich, Direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Raffaele Zancanella, Presidente della Comunità territoriale della Val di Fiemme, Pietro De Godenz, Presidente Comitato Organizzatore Mondiali di Fiemme 2013, Marta Bazzanella, curatrice della mostra e conservatrice del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina e Marco Albino Ferrari, Direttore di "Meridiani Montagne", che presenterà l'ultimo numero della rivista dedicato proprio al gruppo del Latemar e alla val di Fiemme, con un intervento di Giovanni Kezich sul graffitismo pastorale. (df) -