Martedì, 23 Dicembre 2014 - 02:00 Comunicato 3295

Seminario promosso dall'Agenzia del lavoro di Trento in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler
LE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO E GLI EFFETTI DELLA FORMAZIONE SULL'OCCUPAZIONE: GIORNATA DI STUDIO

La pesante crisi economica degli ultimi anni ha richiamato l'attenzione degli esperti e dell'opinione pubblica sull'efficacia delle politiche attive del lavoro ed in particolare delle attività di formazione professionale che si pongono l'obiettivo di riqualificare lavoratori disoccupati o che hanno perso un impiego, donne con titolo di studio debole o al rientro nel mercato del lavoro e giovani ai quali sono richieste competenze sempre maggiori. L'Agenzia del lavoro di Trento, in collaborazione con FBK-IRVAPP, ha affrontato il tema dell'efficacia delle attività intraprese, sia a livello di riqualificazione professionale che in termini di rientro nel mercato del lavoro in una giornata di studio organizzata recentemente a Trento.-

Il seminario si è aperto con gli interventi introduttivi del Vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e Assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi e del Presidente di FBK prof. Egidi, ed ha visto la partecipazione di alcuni fra i maggiori specialisti italiani in materia di valutazione di politiche del lavoro, in particolare di Alfonso Rosolia dell'Ufficio Studi della Banca d'Italia, di Ugo Trivellato dell'Università degli studi di Padova, di Antonio Schizzerotto direttore dell' Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche di Trento, nonché di Franco Fraccaroli dell'Università degli studi di Trento.
I lavori si sono concentrati su un'analisi puntuale dell'efficacia delle politiche del lavoro e degli interventi formativi che si propongono di accrescere le possibilità di trovare un impiego da parte dei lavoratori disoccupati. Molto sviluppate in alcuni Paesi europei, tali misure di politica attiva sono generalmente piuttosto carenti in Italia e non di rado sono, anzi, guardate con sospetto anche da autorevoli studiosi e commentatori. Questo atteggiamento di diffidenza si manifesta con particolare intensità nei confronti dei corsi di formazione e riqualificazione professionale a favore dei disoccupati. Spesso la Pubblica Amministrazione dà per scontato che queste attività formative raggiungano risultati positivi in termini di riqualificazione e rioccupazione dei lavoratori. In Trentino L'Agenzia del Lavoro, in collaborazione con FBK-IRVAPP, ha affrontato in modo sistematico il tema dell'efficacia delle politiche attive del lavoro come strumenti di promozione dell'occupazione e dell'inclusione sociale ed i risultati, presentati durante il convegno, sono più che positivi. Occorre però approfondire il percorso metodologico della ricerca.
Innanzitutto è stato individuato il "gruppo dei trattati" e cioè il gruppo di lavoratori disoccupati che hanno preso parte ai corsi (soggetti iscritti ai Centri per l'impiego), dei quali si sono analizzate la storia lavorativa nei 3 anni precedenti l'inizio del corso, l'età, il sesso, la cittadinanza ed il titolo di studio. Con finalità di confronto si è poi identificato un adeguato "gruppo di controllo", cioè un gruppo di soggetti disoccupati e iscritti ai Centri per l'impiego alla data di inizio dei corsi, con le medesime caratteristiche dei disoccupati in formazione, ma che non avevano frequentato alcun percorso formativo. Tutto questo ha permesso di determinare l'impatto effettivo della frequenza ai corsi di formazione al fine di trovare un lavoro e ne è emerso innanzitutto che gli effetti sono mediamente buoni sul reperimento di un nuovo impiego. Si registrano tuttavia delle variazioni nell'efficacia dei corsi in funzione di specifiche caratteristiche socio-demografiche dei partecipanti: risultati migliori si ottengono per quanto riguarda il placement al lavoro se i frequentanti sono diplomati, se sono donne, a prescindere dall'età, e giovani con meno di 34 anni. Si è poi fatto un confronto con i dati relativi ai corsi professionalizzanti organizzati dalle Regioni Veneto e Piemonte, che però hanno evidenziato risultati meno rilevanti.

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